Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il "Corriere della Sera", 27 marzo 2024
MA COME HANNO FATTO QUATTRO STRACCIACULI A METTERE A FERRO E FUOCO IL CROCUS MUSIC HALL DI MOSCA E A SCAPPARE PER 400 KM? – I TERRORISTI SONO RIUSCITI A SEMINARE POLIZIOTTI, TRUPPE SPECIALI E "OCCHI" SATELLITARI A BORDO DELLA LORO SCASSATISSIMA AUTO, FINO A QUANDO SONO STATI BECCATI DA UN CECCHINO NASCOSTI SU UN ALBERO - I FUGGITIVI, PRIMA DIRETTI IN BIELORUSSIA, AVREBBERO DECISO DI DEVIARE VERSO L’UCRAINA DOPO CHE LUKASHENKO HA BLINDATO LE FRONTIERE... -
Certo, i quattro autori del massacro al Crocus di Mosca non hanno proprio il fisico del capitano Hilts, l’atletico e spavaldo pilota interpretato da Steve McQueen, che nel film La grande fuga si dilegua da un lager tedesco saltando con la moto i reticolati stesi sui campi. Eppure, in base ai dati raccolti dal Corriere, i terroristi sono riusciti per ore a seminare poliziotti, truppe speciali, telecamere e «occhi» satellitari a bordo della loro scassatissima Renault. Almeno stando ai racconti ufficiali di quanto sarebbe accaduto dopo l’assalto al teatro.
Un’azione fulminea, quella nel Crocus Music Hall, che è durata appena 13 minuti, in base al resoconto del capo del Comitato investigativo Bastrykin. I tagiki scendono dall’auto, entrano alle 19.58 con tutta calma, sparando e tagliando gole.
Poi danno fuoco al complesso e alle 20.11 sono fuori. Di nuovo a bordo della vecchia Renault Symbol (la nostra Clio) bianca che un altro degli arrestati dice di aver venduto al cognato. Nel traffico caotico del venerdì sera, imboccano il raccordo anulare di Mosca (il Mkad, generalmente semi-paralizzato a quell’ora) e poi prendono l’autostrada M3 che porta verso i confini con la Bielorussia e l’Ucraina. Quasi 400 chilometri, senza che nessuno li fermi, nonostante di notte il traffico sia scarso e la vettura sia stata immortalata già nel centro commerciale.
Tutta la rete autostradale russa è coperta dalla Pautina (ragnatela), un sistema collegato a un computer centrale in grado di analizzare tutte le immagini istantaneamente. «Un mezzo efficacissimo per la lotta al crimine», aveva spiegato il vicecapo della Polizia stradale. Secondo il presidente bielorusso Lukashenko, le frontiere vengono messe in allarme e i controlli immediatamente rafforzati, almeno tra Russia e Bielorussia. I fuggitivi se ne sarebbero accorti, sempre in base alle affermazioni di Lukashenko, e avrebbero deciso di deviare verso l’Ucraina.
Nella regione di Briansk viene allertato il Gruppo di copertura del confine, formato da uomini della Rosgvardia, dell’Fsb, della polizia e della milizia cecena. Il deputato Aleksandr Khinshtein ha raccontato che la Renault è stata intercettata nel villaggio di Khatsun, poco dopo Briansk, a 378 km dalla capitale. Gli agenti sparano alla macchina che non si ferma e bucano almeno una ruota. Ma i terroristi continuano, sembra che tornino sull’autostrada e poi escano nuovamente dopo una quindicina di chilometri, verso il villaggio di Teploe.
Sono inseguiti dagli agenti, ma hanno il tempo di abbandonare il loro mezzo e rifugiarsi nella foresta. […] Fino a quando un cecchino «vede l’immagine di una persona su un albero con il cannocchiale termico». Urla, minacce, niente. L’uomo non scende. «Allora tagliamo la pianta e lo catturiamo».
Il capitano Pushkarev della polizia faceva invece parte di una catena che stava rastrellando un’altra parte del bosco. Ha visto uno dei killer, lo ha inseguito e l’ha preso. Gli altri due sono stati individuati in un anfratto dove si erano accovacciati stretti uno all’altro per il freddo. […]