il Fatto Quotidiano, 27 marzo 2024
Il nuovo salone del libro
Si dicono e si scrivono sempre le stesse cose: anche stavolta, la prossima edizione del Salone del Libro di Torino, in cartellone dal 9 al 13 maggio, “sarà la più grande di sempre”. Lo dicevano già i vecchi timonieri della fiera del Lingotto, lo hanno annunciato ieri i nuovi, a cominciare dalla neo-direttrice Annalena Benini. In termini di spazi, in ogni caso, non le si può dare torto dato che ci saranno in più 5 mila metri quadrati di un padiglione temporaneo per il Bookstock dedicato alle scuole e ai giovani. Così la grandeur si traduce nei complessivi 137 mila mq espositivi, negli oltre 800 stand, nelle 51 sale e nei 180 laboratori; ovvero circa 2 mila appuntamenti nell’ex fabbrica Fiat e più di 500 nel territorio con il Salone Off.
La trentaseiesima edizione della kermesse “più bella e più superba che pria”, per parafrasare il Nerone di Ettore Petrolini, ha come tema di fondo la Vita immaginaria “che muove la vita creativa, in tutte le sue forme”. Ciò implica, rammenta la Benini, “il ritorno al viaggio, anche lontano, e all’incontro fisico”, sebbene di questi tempi sia poco consigliabile spostarsi in giro per il mondo tra una guerra e l’altra. Niente paura, però. Al Lingotto ci si muoverà col pensiero in compagnia di autrici e autori stranieri. Si parte con l’americana Elizabeth Strout, che giovedì 9.05 terrà la lectio inaugurale dal titolo L’inizio molto lento della mia carriera molto veloce. Si proseguirà, tra i vari ospiti, con Yu Hua, Murata Sayaka, Orhan Pamuk, Witold Szabłowski, Eshkol Nevo, Don Winslow, Diane Williams, Joël Dicker, Amélie e Juliette Nothomb, Yara Nakahanda Monteiro, James Ellroy, Asli Erdogan, Alicia Giménez Bartlett…
Benini ha voluto suddividere il programma in sette sezioni tematiche: l’arte è affidata a Melania G. Mazzucco, il cinema a Francesco Piccolo, l’editoria a Teresa Cremisi, l’informazione a Francesco Costa, mentre la leggerezza tocca a Luciana Littizzetto, il romance a Erin Doom e il romanzo ad Alessandro Piperno.
Ci saranno poi due cosiddetti “fili rossi”, che sembrano smentire quanto uno dei capoccia di Librolandia (non la Benini, comunque) ha dichiarato giorni fa: e cioè che “al Salone non si fa politica”, come si diceva una volta nell’Italia democristiana. Invece politica si farà, e proprio grazie a quei “fili”. Il primo cuce donne, femminismo, violenza di genere; ne discuteranno, tra gli altri: Giulio Cecchettin, Jennifer Guerra, Dacia Maraini, Viola Ardone, Sabrina Efionayi, Daria Bignardi, Rebecca Makkai, Cathy La Torre. Il secondo, “trasversale a tutto il programma del Salone”, avrà il compito di tessere l’attualità: uno “sguardo sulla società e sul nostro presente”. Ne parleranno, tra i tanti, Maurizio Molinari, Boris Belenkin, Fiamma Nirenstein, Najwan Darwish, Abdulrazak Gurnah, Luciano Canfora, Marco Travaglio, Paola Caridi, Gustavo Zagrebelsky e Amin Maalouf.
Detto che la Regione Liguria sarà ospite, e che il tedesco verrà celebrato come lingua e che verrà ricordata Michela Murgia, vanno infine menzionati gli italiani in fiera. Si citano, alla rinfusa, Alessandro Baricco (che il 13.05 chiuderà il Salone Off con la prima di Abel Concerto), Alessandro Barbero, Paolo Cognetti, Romana Petri, Stefano Massini, Donatella Di Pietrantonio, Walter Siti, Emanuele Trevi e l’immancabile Walter Veltroni.