Corriere della Sera, 26 marzo 2024
Intervista a Francesca Fagnani
Il programma ha esordito nel 2018 sul Nove. Perché l’ha chiamato «Belve»?
«Volevo rappresentare la donna in modo un po’ diverso, non solo vittima, ma anche rivendicativa. Belva per me è un complimento, significa essere ambiziosa, non gregaria».
Francesca Fagnani, viso angelicato, graffiata imprescindibile, torna martedì 2 aprile su Rai2, in prima serata. In poco tempo le sue «belvate» sono diventate non solo famose, ma sinonimo di intervista cruda, ben lontana dalla chiacchiera salottiera. Non perde la calma, sorride e infierisce. Taccuino alla mano, riporta frasi, inchioda i ricordi dell’interlocutore.
Le prime intervistate se le ricorda?
«Una camorrista non pentita. E Giorgia Meloni: non era ancora presidente del Consiglio, ma solo leader di Fratelli d’Italia. È stata molto generosa nel raccontare gli aspetti anche privati della sua vita. Ne uscì un ritratto più umano che politico. Certo, con il 5% di allora, era più libera di farlo».
Spesso i suoi ospiti dicono di essere spaventati.
«Inizialmente quando arrivano, sì, poi passati i primi momenti si divertono. Ricordo che Isabella Ferrari entrò tremando e Alba Parietti chiese un whisky».
Qualche volta vanno in onda veri e propri duelli...
«Sono contenta quando ci sono i duelli. Anche se risulto antipatica mi va bene, basta che ci sia un sentire, un’empatia. Mi preoccupano di più i silenzi e quando rispondono a monosillabi. Mi uccide la noia, non lo scontro».
Scontri memorabili?
«Con Asia Argento è stato un duello tosto. Incontro teso anche con Monica Guerritore. Certamente non sono risultata simpatica ad entrambe, ma per me sono state interviste bellissime».
Ad aprile arriva Fedez.
«Sì. Doveva essere mio ospite già la scorsa edizione, poi dopo i problemi sanremesi è stato bloccato e io dissi pubblicamente che non ero d’accordo con la Rai».
Si parla di una diffida da parte di Chiara Ferragni nei confronti dell’(ex) marito Federico, il quale a «Belve», non potrà parlare della sua vita privata.
«A noi non è arrivata nessuna diffida. Il focus dell’intervista non sarà il suo matrimonio. Io tratterò Fedez come tutti gli altri ospiti, cercando di tratteggiare un ritratto personale a 360 gradi, quindi certamente anche la vita privata. E sono sicura che Fedez sarà collaborativo».
Da chi si comincia?
«Da Matteo Salvini. Credo sia un gesto coraggioso da parte sua, fare un’intervista senza paracadute. Faccio fatica a portare i politici, ancor più quelli di sinistra che di destra. Finora è venuto solo Renzi, a sinistra».
Loredana Bertè ha detto sì questa volta.
«Sì, sono felicissima. La corteggio da sempre. È la più grande rockstar, insieme alla Nannini. Mi piace molto come donna, ha tanti registri e ora poi si vuole più bene».
Meloni
è stata generosa nel raccontare questioni private
Ma allora aveva il 5%
Un’altra donna che le piace e che le ha detto finalmente sì?
«Antonella Clerici, caratterizzata da grande gentilezza pur sprigionando molta forza. Una donna non gregaria, che non è scesa a compromessi, non ha paura di essere se stessa».
Chi continua a dirle di no?
«Emma Marrone».
Ha mai pensato di invitare Enrico Mentana, suo compagno?
«No, no. Non mi pare che intervistare i fidanzati porti bene... E poi non voglio mai far coincidere la vita privata con quella pubblica».
Parlate di lavoro a casa? Consigli?
«Consigli sul programma, no, non c’è questo tipo di scambio. Per me è arricchente il suo punto di vista su tanti ragionamenti, ma non su “Belve”. La mia tv è tanto diversa dalla sua».
Le sarebbe piaciuto essere intervistata da?
«Giovanni Minoli. Ho iniziato con lui, è stato un grande maestro, i suoi faccia a faccia hanno avuto una grande influenza su di me. Mi ha insegnato a scrivere un’intervista».
Lei ha lavorato anche con Michele Santoro.
«Sì, mi ha messo il mestiere nelle mani. Mi ha insegnato quello che c’è dietro la conduzione, che è molto più importante. Ricordo le riunioni fiume nelle redazioni con Michele: si sviscerava un argomento da tutti i punti di vista e mi ha insegnato ad avere sempre un pensiero laterale».
Minoli, Santoro: è stata fortunata.
«È un grande privilegio avere maestri e non è scontato. È un atto di generosità».
Cosa si ricorda della sua esperienza sanremese?
«Un’esperienza potentissima e noi non siamo abituati nel quotidiano a vivere queste emozioni così forti. Mi sentivo grata e felice e me lo sono goduta tanto».
E dopo «Belve»?
«Io penso sempre alla penna Bic che dopo tanti anni è uguale a se tessa. Se una cosa funziona bisogna migliorarla, perché cambiarla? Il pubblico si è affezionato a “Belve” e sarà il pubblico a decidere se dovrò cambiare, perché il programma non piace più».