Corriere della Sera, 24 marzo 2024
Lo strano (e rarissimo) caso dei cavalli grigi che vincono all’ippodromo di Milano
Che giornata grigia. I 5.017 spettatori accorsi sabato a San Siro per il tradizionale Premio d’Apertura della 137esima stagione milanese di corse al galoppo, e per la prima delle due «Giornate Fai di Primavera» nel parco e nelle tribune stile Liberty dell’ippodromo inaugurato nel 1920, magari non sanno di essere stati testimoni di un buffo evento talmente unico — nel suo piccolo e nel suo genere — da forse non essersi mai verificato al mondo: su 7 corse, che complessivamente impegnavano quasi 90 partenti, i purosangue grigi (in tutto solo 10) hanno collezionato 4 vittorie e 4 secondi posti, compreso il «botto» di giornata con il successo di un outsider a 50 contro 1.
In natura il numero dei cavalli grigi é tre volte inferiore a quello dei sauri, e ancora meno diffuso rispetto a quello dei cavalli con mantello baio. Grigi non si nasce, si diventa dopo che si nasce scuri ma si comincia a incanutire già nei primi mesi. Non si é grigi senza almeno un genitore grigio, e da due grigi di solito nasce un grigio, ma può venire al mondo anche un sauro, come nel caso a fine ‘800 (studiato da Federico Tesio nel libro «Il Purosangue animale da esperimento») del forte francese Le Sagittaire, figlio sauro dei grigi Le Sancy e La Dauphine. Un detto di cui non si sa l’origine, ma tramandato tra gli ippofili assidui delle corse, vuole che per qualche strana ragione, quando il terreno è reso pesante dalla pioggia, a galoppare più forte e a fissarsi più spesso nella memoria degli spettatori come vincenti siano i cavalli grigi: ma sabato, in un pomeriggio bizzoso per il mutevole meteo, a ben vedere i grigi hanno spopolato sia sotto il diluvio e il vento gelido, che in effetti a un certo momento si sono sollevati, sia quando un tiepido sole ha fatto brillare di smeraldo i prati e di candore abbagliante il bianco degli steccati. Grigio d’ordinanza, nel sabato del villaggio ippico.