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 2024  marzo 24 Domenica calendario

«Perché devo decidere la mia vita A 17 Anni?»

Caro Aldo,
sono una studentessa del liceo classico Giuseppe Parini di Milano. Sono un’adolescente e ho tanta paura del futuro. Non so chi sono, né chi vorrò essere, ma è così grave come sembra? Perché devo scegliere l’università a 17 anni se finirò la scuola a 19? Ma soprattutto, a cosa serve il diploma, se per iscrivermi alla maggior parte delle facoltà devo sostenere un test d’ingresso che mi valuta su materie per me neanche di indirizzo? E tutte quelle ore di orientamento e di alternanza scuola-lavoro sono utili o mi distraggono semplicemente da quello che dovrebbe essere il mio impegno principale, ovvero la scuola? Di sicuro qualcuno si chiederà perché ho scelto il liceo classico se non ero pronta a tutto questo... La verità è che il liceo classico lo sceglierei altre mille volte. Lo sceglierei per le lezioni di latino e greco, che hanno instillato in me non solo la passione ma anche e soprattutto la dedizione per ciò che studio. Lo sceglierei per la filosofia, che mi ha dato una chiave di lettura nuova sul mondo e su me stessa. Lo sceglierei per ogni libro, ogni versione, ogni dibattito, che mi ha arricchito culturalmente e umanamente. Ecco, dopo aver studiato Cicerone, Ovidio, Platone, Aristotele... sono delle crocette a stabilire quanto valgo? Sono delle domande a trabocchetto di chimica a determinare se Giulia potrà realizzare il suo sogno di essere medico? Bastano 125 minuti per capire se Cecilia merita di diventare un ingegnere? E io, che ancora non ho le idee chiare, posso continuare a studiare in pace?
Allegra
Cara Allegra,
ho voluto lasciare spazio alla tua lettera perché lo meritava. È normalissimo a 17 anni non sapere chi si è, e soprattutto quel che si vuol fare nella vita. Anch’io sono contrario alla scelta troppo precoce della facoltà universitaria. Anch’io penso che sia assurdo impedire a un ragazzo di fare il medico se non riesce a rispondere a quiz a volte davvero idioti. Il problema purtroppo è che ogni società ha la scuola – e la sanità – che riesce a finanziare. Quando ero ragazzo, la scuola pubblica era l’eccellenza, e la scuola privata era per chi era stato bocciato e voleva recuperare. Ora i figli delle élite spesso vanno alle scuole private; e a volte i loro genitori hanno la residenza fiscale all’estero e non contribuiscono a finanziare la scuola pubblica, gratuita, obbligatoria, che è stata una grande conquista. Prima dell’unità d’Italia, oggi molto deprecata, l’istruzione era in mano al clero. E la scuola media unica è del 1962. Fino ad allora la scelta che tu giustamente consideri precoce a 17 anni avveniva a 12, quando i figli degli operai andavano all’avviamento.