1. COMPRAVENDITA DI VILLA ALBERONI, SI INDAGA PER RICICLAGGIO, 24 marzo 2024
DOPO L’INDAGINE PER TRUFFA SU VISIBILIA, I PM DI MILANO STANNO INDAGANDO ANCHE SULLA VILLA DI FORTE DEI MARMI, COMPRATA DAL COMPAGNO DELLA SANTANCHÈ E DALLA MOGLIE DI LA RUSSA E RIVENDUTA DOPO UN’ORA CON UNA PLUSVALENZA DI UN MILIONE DI EURO. LA VICENDA FU SCOPERTA DA “DOMANI” A LUGLIO DEL 2023: ORA I MAGISTRATI INDAGANO PER RICICLAGGIO. LA VICENDA TOCCA DIRETTAMENTE DUE FEDELISSIMI DI MELONI, PREOCCUPATA SOPRATTUTTO DALL’IMPATTO SUL PRESIDENTE DEL SENATO. CHE FARÀ LA DUCETTA? SCARICHERÀ LA “PITONESSA” PER SALVARE 'GNAZIO E PROCEDERÀ CON UN RIMPASTO?
Estratto da www.ansa.it C'è una svolta nell'indagine della Procura di Milano sul caso della villa in Versilia di Francesco Alberoni, acquistata da Dimitri Kunz D'Asburgo, compagno di Daniela Santanchè, e da Laura De Cicco, moglie del Presidente del Senato Ignazio La Russa per 2,45 milioni e rivenduta a gennaio dell'anno scorso, in meno di un'ora dal rogito, all'imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni.
Da quanto si apprende, la Gdf è stata delegata ad indagare per riciclaggio sui flussi di denaro e la destinazione della plusvalenza di un milione e verificare se, parte della somma, sia servita per coprire i debiti di Visibilia.
Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, società al centro dell'inchiesta in cui Daniela Santanché e tra gli indagati per le presunte irregolarità sulla gestione della Cig durante il Covid, non avrebbero versato oltre 120mila euro di contributi previdenziali all'Inps per i dipendenti.
E' quanto emerge dall'inchiesta di Milano in cui la ministra, il suo compagno Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Concordia, consulente con gestione del personale, rispondono di truffa aggravata. La Procura anche su questo capitolo ha delegato l'Inps per accertare la cifra esatta, che potrebbe salire, relativa all'omesso versamento previdenziale. […]
2. VILLA LA RUSSA-SANTANCHÈ, COLPO GROSSO DA UN MILIONE Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti e Giovanni Tizian per “Domani” – 12 luglio 2023
Comprare una casa e rivenderla meno di un’ora dopo. Guadagnando un milione di euro. È questo l’affare segreto, una speculazione da record, che lega la famiglia di Ignazio La Russa e Dimitri Kunz, il compagno di Daniela Santanchè. Il cerchio si è chiuso il 12 gennaio scorso.
Quel giorno […] Kunz si presenta da un notaio a Milano accompagnato da Laura Di Cicco, moglie del presidente del Senato, e insieme firmano l’atto di vendita di una villa a Forte dei Marmi, una residenza di lusso immersa nel verde del Parco della Versiliana: 350 metri quadrati su tre livelli, con giardino e piscina. L’acquirente, si legge nei documenti, è l’imprenditore Antonio Rapisarda, che sborsa 3,45 milioni.
Kunz e Di Cicco incassano una lauta plusvalenza, un milione tondo tondo, perché avevano comprato quello stesso immobile per 2,45 milioni. Ma la sorpresa più grande è un’altra. Il contratto d’acquisto della villa era stato siglato alle 9.20 del 12 gennaio, solo 58 minuti prima di cedere quello stesso immobile a Rapisarda con un rogito firmato alle 10 e 18 minuti, come si legge nell’atto notarile consultato da Domani.
Meno di un’ora, quindi, per guadagnare un milione di euro. […] Un’operazione lampo realizzata dalla moglie della seconda carica dello stato in tandem col fidanzato, nonché partner d’affari, della ministra del Turismo.
La Russa e Santanchè si conoscono da decenni: il presidente del Senato guida la corrente milanese del partito di Giorgia Meloni, la stessa corrente a cui fa riferimento anche la ministra, un’imprenditrice con la passione della politica che in queste settimane è finita al centro di un vortice di accuse e sospetti per via del tracollo del suo gruppo di aziende col marchio Visibilia.
E proprio La Russa, questa volta in veste di avvocato, nei mesi scorsi ha più volte offerto la sua consulenza all’amica Daniela, che da novembre scorso, insieme tra gli altri a Kunz, è indagata dalla procura di Milano. Di certo però nessuno poteva finora immaginare che il compagno di Santanché e la moglie del presidente del Senato fossero impegnati insieme in un business milionario che ruota attorno a un immobile di gran pregio.
La vicenda che Domani è in grado di ricostruire, un affare di famiglia e insieme anche di governo, prende forma molti mesi prima di quel memorabile 12 gennaio. I documenti ufficiali rivelano infatti che la villa al centro di questa sorprendente operazione apparteneva al sociologo Francesco Alberoni, nome molto noto al grande pubblico per i suoi libri e la sua lunga collaborazione al Corriere della Sera. Il primo atto va in scena il 22 luglio dell’anno scorso, quando Kunz e Di Cicco firmano un preliminare con l’avvocato Elisabetta Nati, procuratrice speciale di Alberoni, che ha 93 anni.
C’è un antefatto, però: al momento del preliminare i due compratori potevano disporre della casa già da un paio di settimane. Nell’atto depositato al catasto si legge infatti che a partire dal 5 luglio «alla parte acquirente è stato concesso il possesso dell’immobile anche al fine di curare la manutenzione del giardino e quant’altro fino al rogito».
La coppia Kunz-Di Cicco va di fretta. Neppure il tempo di metter mano al nuovo acquisto e all’orizzonte si profila già un altro compratore. Il 7 ottobre la moglie di La Russa e il fidanzato di Santanché firmano un nuovo contratto preliminare, ma questa volta per vendere quella stessa villa che meno di tre mesi prima avevano promesso di acquistare.
[…] C’è un altro fatto curioso nella prodigiosa speculazione immobiliare: la firma dei due rogiti è avvenuta non solo lo stesso giorno, a meno di un’ora l’uno dall’altro, ma anche in due studi notarili diversi, a Milano, distanti tra loro quattro chilometri circa, 15 minuti d’auto.
[…] Tutto legale, certo, tutto regolare. Di sicuro, però, sembra quantomeno sorprendente che lo stesso immobile venga acquistato poi rivenduto nell’arco della stessa giornata, anzi della stessa mattina, con un guadagno del 40 per cento. Tanto che, a questo punto, è lecito chiedersi qual era il prezzo giusto della villa di Forte. […]
La villa […] dista solo tre minuti di auto dallo stabilimento balneare Twiga. E qui la storia ci riporta a uno dei luoghi simbolo dell’ascesa di Santanchè e del suo amico di sempre Flavio Briatore, che del bagno dei vip, o presunti tali, è fondatore, azionista e infaticabile promoter. Anche la ministra è stata socia del Twiga fino a novembre e poi, una volta approdata al governo come responsabile del Turismo, ha venduto le sue azioni al fidanzato Kunz e allo stesso Briatore. La vendita ha fruttato circa 2,7 milioni di euro e, almeno nelle intenzioni, doveva servire a placare le polemiche sul possibile conflitto di interessi tra i due ruoli di Santanchè: quello di imprenditrice balneare e, allo stesso tempo, titolare del dicastero che dei balneari è chiamato a occuparsi. […]
3. MELONI CHIEDE LE CARTE ALLA MINISTRA FDI LA SCARICA: VERSO IL MINI-RIMPASTO Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”
Giorgia Meloni e Daniela Santanchè si sono sentite venerdì sera dopo la notizia dell’indagine per truffa nei confronti della ministra. La premier non solo ha dettato la linea alla titolare del Turismo spiegata in un comunicato (“Se sarò rinviata a giudizio, valuterò la mia posizione”) male ha anche chiesto di vedere le carte dell’inchiesta. Il prima possibile.
Meloni d’altronde ha sempre ribadito di non voler prendere una decisione in base a quello che legge sui giornali, per cui ha chiesto a Santanchè di farle vedere gli atti giudiziari che la riguardano. Le due potrebbero già vedersi la prossima settimana.
Dopo questo passaggio, la premier si farà un’idea precisa della situazione giudiziaria della sua ministra, anche se una decisione l’ha già presa: in caso di rinvio a giudizio con l’accusa di truffa, Santanchè sarà costretta a dimettersi. Una situazione peggiorata ieri dopo la nuova inchiesta–anche se ancora senza indagati – per riciclaggio sulla villa in Versilia di Francesco Alberoni (potete leggere sopra). Anche se in questo caso è coinvolta anche la famiglia La Russa che non può essere detronizzato: quindi Santanchè potrebbe essere sacrificata anche per proteggere il presidente del Senato. Non è escluso, quindi, che si possa arrivare a un’accelerazione per la sostituzione della ministra anche prima delle elezioni europee: ieri a Palazzo Chigi l’impressione era che sviluppi giudiziari possano arrivare in tempi più rapidi del previsto. L’ipotesi non è quella di un rimpasto di governo ma di un “cambio chirurgico” nella compagine ministeriale: Santanchè sarebbe sostituita da un esponente di Fratelli d’Italia.
Non è un caso che ieri in Ore 11, il mattinale diffuso da Palazzo Chigi, veniva solo citato il comunicato della ministra sulle possibili dimissioni in caso di rinvio a giudizio. La linea però l’ha data il ministro dell’Agricoltura e capo delegazione di Fratelli d’Italia al governo Francesco Lollobrigida arrivando al congresso romano del partito: “In caso di rinvio a giudizio, la ministra ne prenderebbe atto e trarrebbe le conseguenze –ha spiegato ai cronisti– Questo è un fatto che quando avverrà darà un indirizzo più chiaro e anche la possibilità perla collega di assumere le sue posizioni”.
[…] nessuno nel partito ha scelto di difendere la ministra del Turismo, diversamente da quello che invece era accaduto con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, imputato per rivelazione di segreto per aver comunicato a Donzelli informazioni riservate su Alfredo Cospito.