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 2024  marzo 24 Domenica calendario

LA VERITÀ NON CONTA: PUTIN HA DECISO CHE LA RESPONSABILITÀ DELL’ATTENTATO DI MOSCA È DEGLI UCRAINI – NEL SUO DISCORSO ALLA NAZIONE, “MAD VLAD” HA PARAGONATO GLI ATTENTATORI AI “NAZISTI”, TERMINE CHE UTILIZZA DI SOLITO PER IL GOVERNO DI KIEV. È IL SEGNALE CHE LA RAPPRESAGLIA NON SI CONCENTRERÀ SUL CAUCASO COLONIZZATO DALL’ISLAM RADICALE MA SU KIEV… -

[…] Ci sono volute […] quasi diciannove ore, durante le quali il mondo intero si chiedeva cosa potesse dire, e soprattutto come intende reagire allo schiaffo di una strage quasi annunciata, l’uomo che dispone del potere assoluto in Russia.

Alle 15.30 ora di Mosca, Putin è apparso in televisione per un discorso durato appena cinque minuti. «Mi rivolgo a voi in relazione all’atto terroristico sanguinario e barbaro...». Come accadde in altre occasioni, il presidente ha atteso di avere qualche fatto in grado di soddisfare l’opinione pubblica. «Hanno cercato di fuggire verso l’Ucraina, dove gli era stata aperta una finestra per attraversare la frontiera di Stato».

«I criminali hanno organizzato un omicidio di massa ai danni di gente inerme, come un tempo facevano i nazisti, che compivano massacri nei territori da loro occupati». «Tutti gli esecutori, gli organizzatori e i mandanti affronteranno una punizione inevitabile. Individueremo e colpiremo chi sta dietro questi terroristi, chi ha preparato questo delitto, chi ha consentito che potesse accadere».

Non è una chiamata in causa diretta. Ma ognuna di queste frasi, con la triade Ucraina, nazisti, protettori o mandanti di terroristi, è la conferma dei timori generali sulla possibile piega che prenderanno gli eventi. L’inevitabile rappresaglia di Putin non guarderà al Caucaso sempre più colonizzato dall’Islam radicale. Non ora, non in questo momento storico. La colpa ricadrà su Kiev e per estensione sul nemico occidentale.

Ancora prima che il presidente parlasse alla nazione, il sito del quotidiano Kommersant operava una brusca sterzata, cancellando dalla sua homepage ogni riferimento all’Isis, e affermando che secondo alcune fonti, il commando della strage era composto da combattenti russi filo ucraini che indossavano «barbe false» per sembrare combattenti islamici.

Il Comandante in capo suggerisce la linea, i suoi megafoni la diffondono. La curvatura degli eventi così come erano stati finora riportati si è fatta sempre più evidente. I blogger patriottici, che contano milioni di follower, hanno cambiato versione almeno tre volte nel giro di poche ore.

Quando Putin ha parlato della «finestra», in qualche modo suggerendo una complicità da parte delle autorità di Kiev, la teoria del complotto ha prevalso. Canale Zapiski, che raccoglie le opinioni dei reduci dell’Operazione militare speciale: «Abbiamo certezza assoluta che questo massacro sia opera dei servizi segreti ucronazisti, istruiti da quelli occidentali». Il popolarissimo Canale Z: «La Khokhlandia ( khokhly , ovvero ciuffi, è un termine spregiativo che indica gli ucraini) ha fatto finta di non c’entrare nulla con questi mostri. Ma li abbiamo presi mentre andavano verso i propri protettori». Le voci sono ben presto diventate un coro.

La direttrice di RT Margarita Simonyan, fedelissima di Putin, accanto al quale fece da madrina per l’inaugurazione del ponte di Crimea, considera l’allarme su una minaccia dell’Isis lanciato giorni fa dagli Usa come la prova del complotto. «Ormai è chiaro che tutto è stato orchestrato. Poco importa se il cane con la camicia ricamata (Zelensky, ndr ) si è sguinzagliato da solo, oppure se gli hanno impartito un ordine. In ogni caso la colpa è dell’ammaestratore...».

L’Isis è ben presto sparito da ogni titolo dei telegiornali e dai siti dei principali media. Ma se è stato l’Occidente per interposta Ucraina a macchiarsi di questo crimine così orrendo, il giro di vite sarà ancora più stretto. Sono giorni che si rincorrono le voci su una nuova mobilitazione, propedeutica a una offensiva estiva. Putin non ne ha mai fatto cenno durante la campagna elettorale, perché si tratta di un provvedimento molto impopolare. La strage del Crocus cambia però ogni scenario, fino a rendere plausibile anche una proclamazione della legge marziale e una dichiarazione di guerra ufficiale a Kiev. […]