La Stampa, 23 marzo 2024
La polvere da sparo e l’economia autarchica russa
Con una decisione di stampo autarchico la Russia ha sviluppato un’alternativa alla materia prima per la produzione di polvere da sparo. Dal cotone è passata a un mix di lino e canapa che avrebbe una resa equivalente. Questo perché, con la perdita delle repubbliche centrasiatiche, Mosca non coltiva più cotone in casa e non voleva dipendere da fornitori esteri. Il progetto era stato concepito una decina di anni fa ed è un’ulteriore conferma che, dopo l’annessione della Crimea e le prime sanzioni, il Cremlino ha cominciato a gettare le basi della sua economia di guerra. I canali propagandistici non fanno che pubblicare video del ministro della Difesa Sergei Shoigu impegnato in visite a fabbriche di armi. L’ultima, a Nizhny Novgorod, lo ha visto impegnato a ispezionare il lancio della produzione “di massa” delle bombe Fab da 3 tonnellate, dotate di un kit planante per aumentarne la gittata. Sono alla fine vecchi ordigni sovietici modernizzati. Lo stesso metodo viene applicato a carri armati e cacciabombardieri. La produzione di tank ha raggiunto le 1500 unità nel 2023 ma, secondo il Guardian, soltanto 320 sono di nuova fattura, i T-90, mentre il resto sono vecchi T-80 e T-72 rimessi in sesto. Idem per i jet da combattimento. Le nuove forniture, l’anno scorso, sarebbero limitate a 27-40, su un totale dichiarato di 130.
L’economia di guerra è però avviata. Ha il vantaggio di poter pescare sull’immenso arsenale sovietico, per quanto arrugginito, e su strutture industriali in stato di semi abbandono ma recuperabili. La spesa per la Difesa è salita al 6 per cento del Pil, pari a 120 miliardi di dollari se calcolata sul prodotto lordo nominale, ma a circa 250 se consideriamo il prodotto a parità d’acquisto, una misura più indicativa in un sistema autarchico. Questo spiega perché al momento la Russia produca più munizioni e sistemi d’arma dell’intera Europa. Anche sul numero dei soldati l’accelerazione è impressionante. Le forze armate russe, prima dell’invasione dell’Ucraina, erano attorno al milione di uomini, metà di terra. Con una prima mobilitazione, nel 2022, sono salite a 1.340.000. Shoigu ha annunciato una nuova mobilitazione, dai contorni vaghi. Ha parlato di 16 nuove brigate e 14 divisioni. Il numero di militari in più è stimato fra i 240 mila e 560 mila. Le forze armate complessive arriverebbero a sfiorare i 2 milioni di uomini. I preparativi per la “lunga guerra”. —