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 2024  marzo 22 Venerdì calendario

Cambia la par condicio in tv La prima serata varrà di più delle apparizioni notturne


ROMA – I minuti della televisione non sono tutti uguali. Se un ministro, un deputato, un candidato parla in prima serata di fronte a milioni di persone, quello spazio vale oro. Vale invece ferro all’una di notte, quando il politico si rivolge a insonni e sonnambuli.
Ha ormai chiaro questo concetto il Garante delle Comunicazioni (l’AgCom), l’arbitro che assicura ai partiti una visibilità paritaria sui media, soprattutto in vista delle elezioni. Così, a meno di tre mesi dalle Europee dell’8 e 9 giugno, questo arbitro delle tv e delle radio riscrive le regole della partita elettorale. Il principio portante delle sue norme, e dunque della nuova par condicio, è esattamente questo. I minuti non vanno semplicemente contati; vanno anche soppesati alla luce dell’ascolto delle diverse fasce orarie.
Da molti mesi, il Garante ha capito che questa svolta era necessaria. La spinta definitiva è arrivata da una serie di sentenze del Consiglio di Stato, che hanno suggerito di aggiungere criteri anche qualitativi di valutazione (gli ascolti) a quelli solo quantitativi (i minuti di visibilità). Le sentenze sono bencinque (la 10569 del 2022; e la 5045, 5047, 5049, 5051 del 2023).
Supponiamo che il candidato Mario Rossi o la candidata Paola Bianchi parlino per un minuto al Tg delle 20; oppure – altra ipotesi – che il Tg delle 20 descriva una loro proposta in un minuto. Siamo in una fascia oraria di pregio, con milioni di famiglie davanti allo schermo. Il Garante attribuisce a questa fascia oraria un coefficiente alto (3). Quel solo minuto di visibilità alle 20 vale quindi per tre (un minuto in tv, moltiplicato per il coefficiente 3). Supponiamo invece che un candidato parli sempre per un minuto, ma a mezzanotte, di fronte a molti meno spettatori. La fascia oraria avrà un coefficiente più basso (0,3). Dunquequel minuto varrà 20 secondi.
Il Garante, concreto, suddivide le 24 ore della giornata in 4 grandi fasce; e i programmi delle tv e delle radio in tre sole categorie ( i notiziari, le trasmissioni di approfondimento settimanali, le trasmissioni più frequenti con cadenza anche quotidiana). Sempre il Garante monitorerà il comportamento di tutte le emittenti, sia pubbliche sia private. Nel caso un’emittente violi lapar condicio, il Garante solleverà il cartellino giallo (con un semplice richiamo) o il cartellino rosso (con un ordine). Al richiamo e all’ordine, l’emittente dovrà riequilibrare la situazione e concedere adeguata visibilità al partito che ha penalizzato. La vigilanza del Garante si farà più serrata viavia che si avvicinerà l’apertura delle urne per le Europee. Richiami e ordini saranno emessi quasi in tempo reale; e le emittenti dovranno riequilibrare con immediatezza se il voto sarà prossimo. Disattendere l’ordine del Garante procurerà all’emittente distratta una multa da 10.329 a 258.228 euro.
Le nuove regole non piacciono alla commissaria Elisa Giomi (Ag-Com): «Il meccanismo di monitoraggio rende difficile l’individuazione degli sforamenti. Soprattutto può incentivare chi si trovi in condizioni di vantaggio a “comprare” ulteriore visibilità cavandosela con il pagamento di sanzioni, senza riequilibrare gli spazi». Più che par condicio – dice – «questa èpay condicio».
Il Garante ha spedito il suo regolamento alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Dopo un confronto tra queste istituzioni (il Garante e la Commissione) prenderanno forma e saranno operativi due regolamenti gemelli: uno valido per la Rai (su cui ha competenza la Commissione parlamentare) e uno per le emittenti private (su cui ha competenza il Garante).