la Repubblica, 22 marzo 2024
Dall’Africa all’America i migranti infreddoliti accolti a New York
NEW YORK – Quando si entra nel centro d’accoglienza per i migranti di Ilze Thielmann, a New York, si leggono cartelli in tre lingue: spagnolo, francese e arabo. Non stupisce che ci siano indicazioni in spagnolo e francese. Da molto tempo sudamericani e caraibici, specialmente haitiani, fanno parte della popolazione di migranti che arriva a New York attraverso la frontiera con il Messico. Sorprende, invece, vedere ovunque scritte in arabo. I cartelli dicono: “Se avete già un buon paio di scarpe, non ne prendete un altro. Potete però scambiare quello che avete con un paio nuovo”. Ilze mi racconta che negli ultimi mesi sono stati moltissimi i richiedenti asilo africani arrivati nel suo centro. La sua organizzazione, Team TLC New York City, fornisce loro abiti, giacche, scarpe, biancheria e assistenza legale.
Ilze è un’avvocata americana. Lei stessa viene da una famiglia di rifugiati lituani. Durante il mio primo giorno di lavoro al centro, incontro due giovani richiedenti asilo marocchini. Uno dei due, Jmaili, mi racconta di essere un programmatore informatico. Ha sentito della rotta sudamericana per entrare negli Usa su TikTok, dove ora i trafficanti di esseri umani pubblicizzano voli per il Messico, il Nicaragua e l’Honduras. Inizialmente Jmaili voleva entrarein Europa attraverso il Mediterraneo, ma doveva pagare almeno duemila euro e rischiava di morire in mare come tanti. Da quando i governi europei fanno accordi con i Paesi del Nordafrica per impedire le partenze, è più facile rimanere bloccati in Tunisia oppure essere respinti in mare e rimpatriati. Il viaggio sudamericano, dice Jmaili, dava maggiori garanzie. Il Nicaragua, infatti, da qualche tempo rilascia ai migranti africani un permesso di soggiorno temporaneo per entrare nel Paese. Da lì i migranti si mettono in cammino verso il Messico e alla frontiera si presentano alle autorità americane come richiedenti asilo.
Negli ultimi tempi il numero di rifugiati africani entrati negli Stati Uniti dal Messico è cresciuto in modo esponenziale: da poche centinaia, ad almeno 58mila solo nel 2023. Da quando, poi, Biden si è insediato alla Casa Bianca, il governatore del Texas, Greg Abbott, ha promesso di “portare la frontiera” al nord, in città come New York, Washington e Chicago che da sempre fanno politiche di accoglienza. Il risultato è stata la partenza di migliaia di pullman verso le città democratiche: solo a New York, negli ultimi due anni, sono arrivati 180mila richiedenti asilo. Jmaili e il suo compagno di viaggio sono arrivati dal Texas solo da pochi giorni. Indossano una felpa leggera e ciabatte infradito, mentre fuori la temperatura non supera i due gradi. Al centro di Ilze cercano giacche invernali e stivali, biancheria intima e una tazza di caffè bollente. Come molti migranti anche loro hanno trovato alloggio a Randall’s Island, dove in pochi mesi il sindaco Adams ha fatto costruire un’enorme tensostruttura,visto che tutti i dormitorisono al completo.
Randall’s è un’isola nella parte nord dell’East River, famosa per i campi sportivi. La struttura per l’accoglienza è circondata da una recinzione molto alta e pattugliata giorno e notte dalle volanti della polizia. Secondo una legge approvata a marzo dall’amministrazione cittadina, ora i migranti adulti senza figli potranno rimanervi per un massimo di trenta giorni. Chiedo quindi a Jmaili dove andrà a vivere alla fine del mese di permanenza. Mi risponde chenon ne ha idea. Spera gli venga dato presto un permesso di lavoro, altrimenti finirà a dormire per strada. Dal 1979 a New York vige il cosiddetto right to shelter, una legge che dà diritto a chiunque ne abbia bisogno di avere un posto per dormire. Il sindaco Adams ha ribadito in questi giorni che la legge non è mai stata pensata per ospitare centinaia di migliaia di persone provenienti da altri Paesi: «Se gli arrivi continueranno con questi ritmi, la città sarà presto al collasso». Nel frattempo, la sua amministrazione ha fatto causaalle società di pullman che portano i migranti dal Texas, ma questo ha ridotto solo in parte gli arrivi.
Ovviamente il tema immigrazione si innesta nella campagna elettorale americana. Biden è in grosse difficoltà visto che, solo nell’ultimo anno, due milioni e mezzo di persone sono entrate dal confine con il Messico. Trump ne approfitta per disegnare scenari apocalittici. Parla di invasione, di migranti che non sono persone ma animali, di stranieri che avvelenano il sangue degli americani e di Paesi poveri che aprono prigioni e manicomi solo per fare entrare pazzi e delinquenti negli Stati Uniti. In tutto questo il centro di accoglienza di Ilze continua il suo lavoro: «Questa non è una semplice emergenza», dice lei, «è una realtà globale. Finché ci saranno disparità economiche, guerre, dittature e carestie da cambiamenti climatici, le persone continueranno ad arrivare. Possiamo scegliere di guardare dall’altra parte o di dare una mano. Io ho scelto di aiutare».