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 2024  marzo 20 Mercoledì calendario

700 incontri con le lobby: come la Ue spende in armi

Il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, imbraccia il fucile e sfida in militarismo la dirimpettaia, odiata, Ursula von der Leyen: “È giunto il momento di adottare misure radicali e concrete per mettere l’economia dell’Ue su un ‘piede di guerra’” ha scritto ai leader dei 27 convocando il Consiglio europeo. “Ciò significa spendere di più e acquistare in modo più congiunto e quindi più efficiente. Dobbiamo anche aiutare l’industria della difesa ad accedere a fondi pubblici e privati”.
La nuova postura, al di là dei riposizionamenti personali del burocrate europeo, la dice lunga sulla fase di riarmo europeo. E le parole di Michel trovano una spiegazione esauriente nelle stanze del Commissario Thierry Breton, con delega al Mercato interno, che di industria della difesa è il principale responsabile. Su ilfattoquotidiano.it avevamo dato conto dei circa 700 incontri in quattro anni, tra la lobby delle armi e le istituzioni europee. In seguito questa attività è proseguita in forma regolare con big quali Airbus, Fincantieri, Leonardo, Rheinmetall, Thales, Ohb Space e molti altri.
Ma per capire la finalità di queste riunioni bisogna spulciare i programmi di spesa europei. La guerra in Ucraina ha stimolato la creazione dell’European peace facility che dotato inizialmente di 5 miliardi di euro si è visto incrementare fino a 12 miliardi. C’è poi il più tradizionale European Defence Fund, la cui dotazione è di circa 8 miliardi e che il 15 marzo ha visto deliberato il piano pluriennale 2024-2027 con 1.5 miliardi di spesa.
Il piano è suddiviso in 17 voci di cui cinque assorbono il 50%: informazione, spazio, combattimento aereo, combattimento a terra e combattimento navale. Scorrendo i vari progetti si capisce meglio come gli incontri nell’ufficio di Breton e in quelli, parimenti importanti, del suo gabinetto, siano decisivi per fissare i piani di spesa. Nel programma Information superiority, infatti, che “riguarda l’intero ciclo del processo decisionale militare, con tempistiche sempre più brevi e una quantità sempre maggiore di dati da raccogliere ed elaborare” spiccano il progetto Euromale, il drone europeo che vede la joint venture di Airbus (ben 12 incontri con Breton) della francese Dassault e dell’italiana Leonardo (entrambe con cinque incontri con Breton).
A interessare molto il commissario, con ben 42 incontri nei suoi cinque anni di attività, è il settore spaziale. Non è un caso se il piano dell’Edf destini il 10% del budget a ques’ambito dove spicca il Prs, il progetto Galileo alternativo al Gps, e che vede il ruolo decisivo dell’italiana Leonardo. Ma c’è anche l’Irs System, il sistema di Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento dove spicca lo Spider, progetto che vede la partecipazione di quasi tutta l’industria militare europea.
Nella sezione “Combattimento aereo”, si stagliano i progetti di caccia firmati Rafale, Eurofighter o Tornado e per quanto riguarda l’auto-protezione si nomina il progetto Carmenta un ampio consorzio composto da quattordici player della Difesa europea, quali Leonardo, Thales, Indra, Airbus Helicopters Espana, Airbus Defence and Space coordinato dall’italiana Elettronica. Si chiama Jey-Cuas, invece, il progetto europeo che mira a sviluppare un sistema antidroni di nuova generazione. Coinvolgerà ben 38 società da 14 Stati del vecchio continente, e per l’Italia troviamo di nuovo Elettronica, Intecs Solutions, Mbda, Stam e ovviamente Leonardo come coordinatrice del progetto.
Il programma Mbt, per la produzione di mezzi pesanti da combattimento, vede in prima linea il progetto franco-tedesco Main Ground Combat System che entrerà in servizio intorno al 2035 e dovrebbe sostituire le famiglie Mbt Krauss-Maffei Wegmann Leopard 2 e Nexter Leclerc.
Oceam2020 è il più importante progetto di sorveglianza marittima. Il consorzio è guidato da Leonardo e vede la partecipazione di 43 partner provenienti da 15 paesi europei. Sea Defense sviluppa piattaforme navali ed è sostenuto dagli Stati Membri dell’Ue partecipanti, coordinati dal Ministero della Difesa olandese di cui fanno parte Damen, Fincantieri, Naval Group, Navantia, Saan Kockums, Thyssenkrupp Marine Systems, Lürssen Defence e altri. Ce n’è per tutti.