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 2024  marzo 20 Mercoledì calendario

La stella di Ayuso rischia di cadere: è colpa del marito

Mascherine, vaccini, frodi fiscali, attici, prestanome e soldi nei paradisi fiscali. Così rischia di interrompersi la parabola della promessa dei Popolari spagnoli, Isabel Ayuso, in odore di candidatura a premier.
Proprio lei, la avvenente governatrice di Madrid – incoronata alle scorse Regionali da una maggioranza assoluta – che dall’approccio morbido alla pandemia aveva guadagnato voti e consensi contro le restrizioni del premier socialista Pedro Sanchez, dopo quattro anni è perseguitata dallo spettro del Coronavirus e rischia di cadere su questo.
L’accusa, indiretta, è di aver favorito, coprendolo, il compagno, Alberto Gonzalez Amador, imprenditore a capo della Mawell Cremona Sl, nonché intermediario nella vendita delle mascherine anti-Covid nei primi tre mesi del 2020 alla Regione da lei governata.
Il momento era duro. A Madrid, come in tutta la Spagna e in tutta Europa e in tutto il mondo, mascherine, guanti e altri dispositivi sanitari di protezione dal virus ignoto che stava provocando migliaia di morti a settimana erano introvabili, e quelli che regioni e governi riuscivano ad aggiudicarsi arrivavano negli presidi ospedalieri a prezzi esorbitanti. La regione di Ayuso era nel momento più buio anche per via delle numerose morti nelle Residenze per anziani – solo in questi giorni la commissione preposta ha concluso che 4 mila ospiti avrebbero potuto salvarsi se solo fossero stati spostati negli ospedali –. La lotta tra governo centrale e la comunità di Madrid era all’apice: con il ministro socialista della Salute, Salvador Illa, che intimava alla presidente popolare di ascoltare la scienza ed estendere il lockdown all’intera Comunità. In Italia le strade del Nord si riempivano di furgoni militari zeppi di bare e la Spagna guardava noi, sempre qualche settimana avanti quanto a contagio, per specchiarsi in quel futuro distopico di morti su morti impossibili da evitare. Nel segreto delle stanze del potere traslate su Zoom, mentre le strade di Madrid erano deserte, Gonzalez Amador incassa 2,3 milioni di euro di cui 1,9 in un’unica operazione di intermediazione per l’azienda spagnola Fcs che vendeva alla regione prodotti sanitari anti-Covid.
Contratto occultato dalla Regione: l’ispezione del Fisco, da cui prende il via l’inchiesta del giornale spagnolo online Eldiario.es, riporta che nell’accordo, il compagno di Ayuso risulta come “mero intermediario che si limita a mettere in contatto le due parti che formalizzeranno la compravendita dei prodotti” e sottolinea che “in nessun caso apparirà né come acquirente, né come venditore né come parte dell’accordo”. La paura di essere scoperti esiste. Ma non basta, la Mawell Cremona SL su quei ricavi spaventosi per un’impresa nata nel 2017 (aveva incassato quell’anno 8 mila euro, l’anno dopo 287 mila euro fino ad arrivare ai 357 mila euro del 2019, grazie a contratti con ospedali madrileni, e che arriva a toccare i 2,3 milioni nel 2020 e 1,3 milioni nel 2021, proprio con l’entrata in scena delle mascherine), non paga le tasse. Ed è così che dopo due anni di indagini, il Fisco spagnolo scopre che Gonzalez Amador ha frodato tasse per 350.951 euro negli anni della pandemia. E ancora: quei 2 milioni guadagnati dall’intermediazione per la vendita delle mascherine alla Regione presieduta dalla sua compagna, attraverso fatture false, finiscono alla società di Gonzalez Amador a Panama, la Insumos medicos del Pacifico Sa creata nel 2013 con altri imprenditori, tra cui il presidente di Quiron Prevencion, tra i principali clienti sanitari di Gonzalez Amador. La denuncia del Fisco ha scoperto anche che l’azienda di intermediazione che è arrivata a fatturare 3,7 milioni di euro in due anni non ha dipendenti. In compenso detiene varie automobili di lusso. A proposito di lusso, la coppia della paladina della Salute di Madrid – che voleva essere ricordata per l’opera faraonica dell’ospedale Isabel Zendal terminato giusto allo scadere della pandemia e destinato ad accogliere solo 14 pazienti al giorno – compra nella stessa estate del 2022 in cui non dichiara al Fisco tutti gli introiti dell’anno precedente, un appartamento nel centro della Capitale il cui valore di mercato, secondo i cronisti del diario si aggira introno a 1,9 milioni di euro. Qui, in 183 mq di superficie e altri 25 di zona comune, la coppia convive da qualche mese. La casa è intestata ad Alberto Gonzalez Amador – definito dalla stampa rosa “imprenditore sanitario” – e l’atto di vendita, datato 27 luglio 2022, è posteriore all’ispezione dell’Agenzia delle Entrate alla Mawell per gli introiti milionari non dichiarati in pandemia, secondo la ricostruzione del quotidiano spagnolo. Nello stesso palazzo, la coppia dispone anche di un secondo appartamento, l’attico, acquistato dall’amministratore unico di Babia Capital Sl, Javier Gomez Fidalgo, avvocato, a cui il compagno di Ayuso ha messo in mano proprio la pratica dell’Agenzia delle entrate il Primo giugno 2022, dopo la notifica dell’inizio dell’ispezione fiscale alla sua azienda per la questione delle mascherine.
Attualmente il Fisco spagnolo imputa a Gonzalez Amador il reato di frode fiscale per 155 mila euro nel 2020 e di altri 195,951 per il 2021, oltre all’accusa di falsa fatturazione. Per concludere, nel report dell’Agenzia delle Entrate si riporta anche di una fattura falsa di 922 mila euro in Costa d’Avorio, operazione che ha portato l’Agenzia a un altro affare, andato male, che vedeva il compagno della governatrice di Madrid usare la stessa azienda di intermediazione delle mascherine per vendere alla Costa d’Avorio il vaccino Astrazeneca al triplo del costo di mercato (15,51 euro contro i 3 che costava) per dividersi il guadagno con il suo socio.
La governatrice di Madrid non ha fatto ammenda: anzi, nega l’importanza all’inchiesta che definisce “selvaggia” e, come denuncia Eldiario, tramite il suo capo gabinetto, ha minacciato i giornalisti che l’hanno seguita: “Vi tritureremo, dovrete chiudere”, ha scritto su whatsapp al cronista Miguel Angel Rodriguez dopo la pubblicazione dell’inchiesta. “Per Ayuso la libertà consiste nel bere birra, ma non nella libertà di stampa, il diritto costituzionale dei cittadini all’informazione”, ha riposto nell’editoriale il direttore del giornale attaccato, Ignacio Escolar. Il riferimento è a quando Ayuso combatteva contro il lockdown del governo centrale rivendicando il diritto dei suo cittadini di bersi una birra fuori. “Ora sembra che la libertà consista nell’avere una Maserati e infilarcisi dentro”, ha chiosato ironico il noto giornalista Xavier Vidal-Folch in radio.