la Repubblica, 20 marzo 2024
Intervista a Chiara Francini
«Non le dico la faccia quando ho detto alla Rai che con me ci sarebbe stato anche Rollone». Rollone? «Ma certo, il gatto Rollo ovvero Rollone, Rolando, Rosa Lando» spiega Chiara Francini, che si definisce con orgoglio “la ragazza di Campi Bisenzio”, 44 anni, le lucine natalizie accese in casa tutto l’anno, inseparabili amici felini. Vamp pensante, scrittrice e attrice porta il suo universo in uno show, Forte e Chiara, tre puntate con la regia di Duccio Forzano, dal 10 aprile su Rai 1. «L’ultima cosa che fo, mi manca il mimo, il porno e ho fatto tutto. Vado a questa riunione alla Ballandi col mio manager mentre giravo un film e mi propongono il programma. Chiedo: “Ma da sola?” Non so se sono capace, e non lo dico per falsa umiltà. “Certo, la stimiamo”. Quindi eccomi, in uno show in cui sarò incredibilmente libera».
Un one woman show è una bella responsabilità, è preoccupata?
«Sono sola ma invito tutte le donne che hanno da dire qualcosa. Non ho l’ambizione di essere perfetta, voglio essere vera. Porto il mio bagaglio».
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L’attrice nello spettacolo ’Forte e chiara’, in teatro lo scorso febbraio
L’attrice nello spettacolo ’Forte e chiara’, in teatro lo scorso febbraio
Si è raccontata nel libro “Forte e Chiara”, che dà il titolo allo show, ma prima nello spettacolo teatrale.
«Continuo a portarlo in tour. Nasce dal Sanremo in cui ho espresso una mia visione della vita che è stata così incredibilmente condivisa, il punto di vista di una ragazza di provincia. Nel varietà ci sono gli alberi di Natale, i gatti e pure mia madre».
Al Festival di Sanremo, nel 2023, si è schierata con le donne che decidono di non sposarsi e non avere figli, ed è come se milioni di persone l’avessero guardata con occhi diversi.
«Non mi aspettavo nulla, volevo raccontare l’essere donna e il senso di colpa che ci rimbomba dentro. Non pensavo che aprisse un dibattito e non immaginavo che mi rovesciasse tanto amore. Provo a essere sincera e a raccontare la verità, anche amara. Raccontarsi bugie non porta caratura né cura. Nello show porto quello che mi garba, alla fine siamo tutti provinciali. Il pane con l’olio non è la cosa più buona del mondo?».
Sanremo 2023, lo struggente monologo di Chiara Francini sulla maternità mancata
Si è sentita giudicata?
«Siamo tutti giudicati, bisogna averne contezza. Il monologo spiegava l’arcobaleno che abbiamo dentro, essere giudicate è costitutivo dell’essere donna e ci fai i conti. Il dialogo salverà il mondo, avere maggiore consapevolezza di quello che si è, aiuta. Anche il fatto di non essere sbagliata perché non hai avuto figli, è importante».
Oggi sente il desiderio di diventare madre?
«Ci sto provando. È molto bello ed è una vittoria; ci sono i salti nella vita, in cui c’è la misura dell’esistenza. Se avessi 35 anni sarebbe diverso, ma a ogni età pensi cose diverse. Frederik, il mio compagno svedese “come torre ferma che non crolla” per citare il Quinto canto del Purgatorio, è con me nella casa con gli alberi di Natale e i gatti. Oltre al femminismo evviva il gattinismo, i mici sono le creature più vicine alle donne».
Quanto ha contato la nonna Orlanda nella sua vita?
«Tantissimo. Sono cresciuta con i miei nonni materni, da sola. I miei genitori lavoravano. L’infanzia rispecchia quello che sono, tradizionalista e molto moderna; le donne oggi sono creature nuove, e questo spaventa. Gli animali quando si trovano davanti qualcosa che non riconoscono attaccano, per questo bisogna alfabetizzare i maschi. Con mia nonna sono vissuta in un paniere di delizie, era intelligente, ingegnosa e saggia. Nonostante avesse fatto la seconda elementare, aveva un vocabolario di parole ricche: era autorevole. Sono rimasta una ragazza che arriva da Campi Bisenzio».
Ha fatto un bel percorso, no?
«Molto. Dopo Sanremo, forse la gente riconosce che il mio non è un alfabeto politico ma di carne. La politica si fa anche scendendo dall’autobus».
A proposito di politica, a “Cartabianca” con la sua teoria dei “sinistri”, ovvero quelli che si atteggiano a essere di sinistra ma non lo sono, è scoppiato un caso.
«Ero andata da Bianca Berlinguer a leggere pagine del mio libro in cui citavo il suo babbo, non c’entravano la destra e la sinistra. Era una riflessione che affondava nella mia esperienza di vita. Se si racconta la verità, le cose arrivano. Mai pensato di comunicare altro, non ammicco».
Donne simbolo che stima?
«Monica Vitti, Margherita Hack, Oriana Fallaci, Rita Levi Montalcini, Anna Marchesini, Franca Valeri, Mariangela Melato: tutte intelligenti e libere».
Cosa pensa di Giorgia Meloni?
«È una donna che ha ottenuto quello che voleva».
Lei chi deve ringraziare?
«Pippo Baudo è stato un grande maestro, mi ha insegnato a stare un passo indietro rispetto all’ospite e a saper ascoltare. Anche Amadeus è stato un signore, mi ha scelto per Sanremo in maniera inaspettata e mi ha lasciato libera di fare il monologo».
Le piacerebbe condurre il festival?
«Non diciamo eresie, non sarei all’altezza. Ora penso a questo show».
Con Amadeus a Sanremo 2023
Con Amadeus a Sanremo 2023 (ansa)
Sua madre tifava per Chiara attrice?
«Assolutamente no, gira ancora con i miei temi. Da piccola volevo fare la giornalista o la cassiera alla Coop. Le piaceva che scrivessi, sono l’unica laureata della famiglia. Per me sognava il posto fisso, i miei hanno estinto il mutuo due anni fa».
Sarà fiera di lei.
«Fiera e critica: “Facevi schifo con quei capelli”, “Ma mi ha pettinata tal dei tali”. Lei: “Chi fa più di mamma t’inganna”. La mamma è come la povertà: ti tempra quando non ti abbatte».