La Lettura, 17 marzo 2024
Ai topi che invecchiano vengono i peli bianchi
Un vecchio capannone industriale restaurato, riempito di container come quelli che trasportano merci attraverso gli oceani. Contengono le unità dei laboratori di ricerca, i robot che eseguono esperimenti. Altri, avvolti da grossi tubi di aereazione, sono la «città dei topi»: 10 mila cavie usate da Retro Biosciences, impresa che ha l’obiettivo esplicito di allungare la vita media dell’uomo di 10 anni. L’amministratore delegato Joe Betts-LaCroix, franco-canadese di 61 anni, ci mostra con orgogliosa nonchalanche l’azienda modulare che ha costruito in fretta dall’estate 2021 quando questo manager che, prima di passare nel 2015 a Open AI, aveva lavorato con Sam Altman in Y Combinator – l’acceleratore tecnologico di San Francisco diretto dal pioniere dell’Intelligenza artificiale generativa – ha iniziato l’avventura di Retro grazie a un investimento di 183 milioni di dollari dello stesso Altman. «Abbiamo fatto tutto da soli, dal sistema di riscaldamento all’impianto elettrico», dice Joe mentre mostra i robot al lavoro, le aree comuni fuori dai container, gli uffici soppalcati, gli spazi riservati a presentazioni, proiezioni, conversazioni.
Siamo a due passi dagli Altos Labs dei quali parliamo in queste pagine, ma qui l’aria è assai più spartana. Il capannone di Retro è circondato da depositi, officine, terminal per autotrasporto. Dentro lavorano una cinquantina di tecnici e scienziati. Qui è tutto più austero («Vedete questi container?», dice Betts-LaCroix. «Chi è venuto mi ha detto che per fare laboratori così ci vogliono 15 milioni. Io credo di aver speso 200 mila dollari») ma la logica non è solo quella del risparmio. Creando, coi container, un sistema modulare, nel 2021 Retro ha potuto iniziare i primi esperimenti appena due mesi dopo aver rilevato il capannone. Anche se le basi sono le stesse delle «sorelle maggiori» – parziale riprogrammazione cellulare e ringiovanimento – e anche se Retro s’ispira alle ricerche di Alejandro Ocampo, che ha lavorato con l’attuale direttore degli Altos Labs – e che ora è consigliere dell’azienda di Sam Altman dall’università di Losanna dove si è trasferito – i metodi differiscono. Mentre i big fanno ricerca a 360 gradi, Retro si concentra su un unico filone sviluppando quattro o cinque idee forti. Punta sull’autofagia, un meccanismo di rimozione di componenti danneggiati delle cellule, e sul ringiovanimento del plasma sanguigno. Joe ha fretta: primi, timidi, esperimenti sull’uomo già quest’anno e l’obiettivo di arrivare a una terapia fruibile «entro il 31 dicembre 2029». Ma come si fa se gli esperimenti sulla vecchiaia richiedono anni per verificarne l’efficacia? «Vediamo dai topi. Vivono tre anni: diventano vecchi assai più rapidamente». Come si misura? «Abbiamo vari parametri, dai mutamenti del Dna a quelli della colonna vertebrale. E poi anche ai topi vengono i capelli bianchi. O meglio: i peli». (m. ga.)