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 2024  marzo 19 Martedì calendario

Germania, il Cancelliere e la ministra Baerbock divisi su tutto

La ministra tedesca agli Esteri, la verde Annalena Baerbock
Olaf e Annalena non si sopportano, divisi su tutto ma costretti a convivere. Il duello tra Scholz e Frau Baerbock è un problema per la Germania, e per l’Europa. La verde ministra degli esteri continua a invadere il campo del Cancelliere socialdemocratico, in modo così evidente non era mai avvenuto nella storia della Repubblica Federale.
La guerra in Ucraina ha acuito la spaccatura
La divisione è diventata più profonda a causa della guerra in Ucraina, ma fin dall’inizio della coalizione, a fine 2021, la giovane Annalena, 44 anni, ha subito cominciato a attaccare il più maturo Scholz, 66 anni, convinta che lei sarebbe stata l’erede di Frau Merkel, non ha mai accettato la sconfitta. Ma è colpa sua.

Annalena Baerbock ha commesso errori imperdonabili  
A pochi mesi dal voto, i suoi verdi erano in testa, ed era sicura della vittoria, poi ha compiuto errori imperdonabili. Si è scoperto che il suo libro-manifesto era per gran parte copiato. Fanno tutti così, si difese, ma si affrettò a far ritirare il volume dalle librerie.
E, da leader del partito, decise di assegnare a se stessa i contributi per il Covid, 1.500 euro. Ne aveva veramente bisogno, oltre la paga da deputata (11mila euro)? I tedeschi non la perdonarono, i verdi scesero al terzo posto, Scholz divenne Cancelliere.
Anche il suo partito l’ha penalizzata
La punirono anche i suoi compagni. Come capa del secondo partito nella coalizione, toccava a lei il ministero degli Esteri e il ruolo di vice Cancelliere, ma lo diedero a Robert Habeck, ministro all’Economia. Che avrebbe combinato Annalena, entusiasta e inesperta, alla guida del paese pur sempre più forte in Europa, nonostante la crisi?

La politica estera è decisa dal Cancelliere
La politica estera è decisa dal Cancelliere, come in ogni Paese, dal presidente Macron, a Biden, e anche in Italia. Eventuali e normali differenze di opinione vengono risolte dietro le quinte.
Willy Brandt fu un leale ministro degli esteri del cristianodemocratico Kurt Kiesinger negli Anni Sessanta. Diventato Cancelliere non ebbe problemi con il suo ministro, il liberale Walter Scheel. Cosí il suo successore Helmut Schmidt con il liberale Hans Dietrich Genscher. Ed erano tutti politici dalla forte personalità.
Gerhard Schröder ammonì l’amico Joschka Fischer: «Il più grande fa il cuoco, il piccolo il cameriere». Da ministro degli Esteri, il verde Joschka mordeva il freno. Era contrario all’ingresso della Turchia nella Ue, poi all’improvviso cambiò idea.
L’americana Madeleine Albright gli aveva promesso il posto di Kofi Annan, segretario generale dell’Onu. Ma non cercò mai di mettere in dubbio che il comando toccava a Gerhard, e fu al suo fianco, quando il Cancelliere disse no alla guerra di Bush padre contro Saddam.

Frau Annalena continua a sminuire l’immagine del premier Scholz
Frau Baerbock si diverte a prendere in giro Scholz, secondo lei debole e indeciso, e ama raccontare barzellette su di lui, tanto da preoccupare i suoi collaboratori: «Oggi, niente storielle su Olaf», si raccomandano, leggo su Der Spiegel.
Lui è pragmatico, di poche parole. Lei emotiva, e parla troppo. Con dichiarazioni poco diplomatiche anticipa le decisioni del Cancelliere e lo mette in imbarazzo.
Nel 2022, al Consiglio d’Europa a Strasburgo, dichiarò: Siamo in guerra con la Russia. Lo aveva deciso lei a nome della Germania e degli alleati europei. Un bel regalo per la propaganda di Putin.
Ha criticato la vendita di un terminale container nel porto di Amburgo a una società cinese, e ha messo in crisi i rapporti con Pechino.
In giro per il mondo, non perde occasione per dire la sua, e ammonire i Paesi ospiti, sempre pronta a seguire la linea dettata da Biden. Un problema per Berlino.

Se si votasse domani i verdi tedeschi sarebbero sconfitti
Scholz non vuole consegnare agli ucraini i missili Taurus in grado di colpire Mosca. Il cristianodemocratico Friedrich Merz, invece è favorevole, e ha chiesto n voto di fiducia al Bundestag. Frau Baerbock ha cercato di fomentare il dissenso anche nei partiti al governo. Durante il dibattito in Parlamento, ha teatralmente incrociato le braccia e non ha applaudito l’intervento di Scholz. I verdi hanno infine votato a favore, anche Annalena.
È convinta di aver ragione, ma non avventata. Un voto contro Scholz non avrebbe fatto cadere il governo, ma aperto una crisi profonda, che potuto portare a elezioni anticipate. E se si votasse domani, i verdi andrebbero incontro a una sconfitta sicura