la Repubblica, 18 marzo 2024
intervista ad Alessandro Gassmann
Per descrivere il campo largo, Alessandro Gassmann su Twitter ha coniato in romanesco la metafora della bruschetta: «Se ci metti troppi sapori, n’è più na bruschetta, e te se sfragna». Attore e regista, elettore «preoccupato e un po’ innervosito» del centrosinistra, dopo il pasticcio della Basilicata è tornato dai social a bacchettare la sua area: «L’opposizione, certo che veramente te cascano le braccia…».È deluso da queste trattative inconcludenti, Gassmann?«Beh, ti cascano le braccia davvero: con quel che sta succedendo a livello nazionale e internazionale, tutto uno vorrebbe tranne vedere chi dovrebbe dare un’alternativa al Paese che litiga tutti i giorni».Non la appassiona il dibattito sul campo largo del centrosinistra?«Mi sembra una perdita di tempo».La bruschetta «sfragnata», che si spappola…«La vittoria in Sardegna, seppur di misura, è arrivata perché la candidata era considerata una persona capace e perbene. Sono i programmi e le persone che contano. Davanti a questa destra che urla ci vuole una sinistra che non cincischi e non abbia paura a dichiararsi sinistra, più che centro. Ci vuole coraggio».Dalla sua metafora si direbbe che in troppi in quel campo non ci si può stare.«Se c’è qualcuno che porta avanti le idee green e altri meno, un altro che non si sa se sia di sinistra o di destra, la bruschetta si “sfragna”. Meglio ognuno per conto suo con le proprie idee».Come le sembrano gli attori di questo centrosinistra? Elly Schlein?«Mi fa simpatia, mi piace che sia giovane e donna, ma penso che dovrebbe prendere decisioni più drastiche».Giuseppe Conte?«Mi ha molto rassicurato ai tempi del Covid, penso che abbia gestito bene una situazione così delicata. Ma mi sembra che i Cinque stelle cambino troppo spesso idea, non li trovo mai del tutto credibili».Carlo Calenda?«È un signore di centro che non si capisce perché voglia andare a sinistra, come quello che mangia carne ma vuole un posto nel ristorante vegetariano, ma perché?».Senza alleanze, nelle regioni il centrosinistra si condanna a perdere.«Vorrà dire che farà opposizione con le proprie idee. Ma vede, si devono preoccupare che metà degli italiani ormai non vota più, e secondo me buona parte sono elettori del centrosinistra incazzati. E a volte disinformati».Disinformati? Cosa intende?«Ne parlavo ieri con mia moglie: trent’anni fa, delle elezioni in Basilicata si sarebbero occupati, che ne so, 500 giornalisti. Oggi lo fanno 500 giornalisti e 58 milioni di “giornalisti” che scrivono in libertà confondendo spesso gli elettori».Si riferisce ai social network?«Massì, se io non avessi la fortuna di aver avuto alle spalle una famiglia che mi ha dato strumenti per discernere, sarei in difficoltà a capire chi dice la verità e chi no».Lei ha fatto riferimento a una «destra che urla». Come le sembra la destra che ci governa?«Non sono stupito da nulla, sta facendo quello che immaginavo avrebbe fatto. A Giorgia Meloni, che non ho votato e non voterò mai, riconosco una coerenza, a differenza di Matteo Salvini. È la destra dell’orgoglio nazionale e della difesa delle Forze dell’Ordine».A proposito: che impressione le hanno fatto le manganellate di Pisa?«Le ho trovate totalmente ingiustificate. Io ho interpretato per anni un poliziotto ne I bastardi di Pizzofalcone, conosco molti poliziotti di Napoli, persone che fanno un lavoro duro e pericoloso, le cui mogli tutte le sere aspettano con ansia di vederli rientrare a casa. So per certo che la stragrande maggioranza non sono come quelli visti in piazza: per questo penso che dare loro la possibilità di identificare i colleghi con i nominativi sui caschi tutelerebbe la grande maggioranza perbene».Qualche giorno fa ha twittato anche sulla riforma fiscale.«Sono molto arrabbiato. Io pago da sempre e convintamente tutte le tasse, dando più della metà allo Stato. Intendiamoci, sono fortunato, faccio un bel lavoro, guadagno bene e non mi lamento, ma penso a chi è meno fortunato di me e paga tutto. Che vantaggio ha dallo stralcio delle cartelle a chi per cinque anni è riuscito a farla franca?».Lei si è dichiarato anche a favore di una patrimoniale.«Confermo».Non esattamente una legge popolare, come sa.«Lo so, ma chi fa politica non deve fare cose popolari per mantenere il potere, deve fare cose utili».Lei si espone molto, altri suoi colleghi artisti preferiscono non parlare di politica.«È vero. La sensazione è che in molti badino solo al proprio orticello temendo di perdere popolarità. Io penso che sia esattamente il contrario: se dici quel che pensi, senza maleducazione e senza aggredire, guadagni la stima anche di chi non la pensa come te».Nel suo ambiente esiste l’amichettismo di sinistra, come da definizione ripresa dalla premier?«Da parte della sinistra cosiddetta radical chic c’è sempre stato una sorta di club chiuso in cui non tutti sono ammessi. La sinistra ha fatto tanto per la cultura di questo Paese, ma bisogna ammettere anche i limiti».Ne fa parte anche lei?«Non ho mai chiesto di entrare ma penso che non avrei avuto difficoltà a farne parte».Beh, anche lei è incasellato fra i radical chic…«Sarò forse elegante (ride) ma non sono un radicale, anzi! Sarei un socialista alla Pertini. E professionalmente ho fatto scelte che quelli con la puzza al naso non avrebbero mai fatto, come la tv popolare».Ora che è al governo la destra, cosa sta cambiando nel mondo della cultura e dello spettacolo?«C’è un governo di un altro colore e stanno mettendo i loro. Non vedo novità: forse tra sinistra e destra c’è differenza nello stile, ecco, la sinistra col golfino di cachemire era più elegante, ma altrettanto antipatica».Ha citato Pertini: ha ancora senso secondo lei la polemica su fascismo e antifascismo?«Temo sia una polemica controproducente, è troppo facile rispondere “è una questione del passato”. Parliamo di democrazia e libertà, da difendere tutti i giorni, soprattutto con le guerre che infuriano».Ha sentito il presidente francese Macron parlare dell’ipotesi di truppe in Ucraina?«Sono terrorizzato. Un dittatore come Putin e un primo ministro come Netanyahu stanno facendo cose terribili, c’è il rischio che i conflitti si allarghino, non capisco come non si parli solo di questo».Andrà a votare alle Europee?«Certo che ci andrò: ho un grande senso del dovere, ci vado anche quando non sono molto convinto».