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 2024  marzo 18 Lunedì calendario

Nella stanza dei bottoni di papa Francesco


Il Papa e la vescova. Sorriso smagliante, chioma brizzolata, clergyman e colletto bianco, la «reverenda dottoressa Jo Bailey Wells», come recita il comunicato vaticano, ha posato per una foto insieme a una suora, una consacrata e Francesco. Lei è anglicana, ma era comunque inevitabile che l’accostamento facesse un certo scalpore e che più d’uno, tra le sacre stanze, storcesse la bocca.
Bergoglio «ha una libertà di spirito che dovremmo imparare ad avere tutti nella Chiesa cattolica», commenta suor Linda Pocher, la religiosa della foto nonché la persona che ha invitato la vescova Wells. Francesco ha affidato a questa giovane salesiana di organizzare quattro incontri del suo «consiglio della corona», il cosiddetto C9, il gruppo dei nove cardinali di tutto il mondo che lo coadiuvano nella riforma della Chiesa, per parlare della questione femminile. Parlare e soprattutto ascoltare. «Rappresentano la varietà della Chiesa, culture diverse, sensibilità diverse, ma c’è una capacità di ascolto notevole anche rispetto a tanti ambienti ecclesiali che ho conosciuto», commenta la religiosa. Quanto alla presenza di una vescova, suor Pocher ha chiaro che in questo momento non è possibile per la Chiesa cattolica ordinare donne sacerdote, ma è buona cosa confrontarsi con le altre Chiese cristiane: «Il Papa ha la capacità di lasciarsi provocare dalla realtà senza avere fretta di dover per forza prendere una decisione e fare un cambiamento», commenta.
In undici anni di pontificato Jorge Mario Bergoglio ha nominato numerose donne in posti di responsabilità. In alcuni casi, grande responsabilità. Suor Raffaella Petrini è la numero due del Governatorato, l’ente che governa il piccolo Stato pontificio. Il presidente è il cardinale Fernando Vergez Alzaga ma la religiosa romana dell’istituto delle suore francescane dell’Eucaristia, un master inorganization behavior negli Stati Uniti, è la persona che operativamente gestisce giorno per giorno tutte le grane. Dalla manutenzione degli edifici alla gestione dei Musei vaticani, dagli appalti ai contratti di lavoro, è lei che, con sorriso sottile emano di ferro, decide. Altro personaggio di peso è suor Simona Brambilla : arrivata da pochi mesi a ricoprire il ruolo di segretaria dei Religiosi, questa ex superiora generale delle missionarie della Consolata, discretissima, è la seconda, dopo il cardinale Joao Braz de Aviz, del dicastero responsabile per tutte le suore e tutti i frati e i monaci del mondo: un vero e proprio esercito portatore di innumerevoli esigenze, proposte, problemi. È segretaria di dicastero anche suor Alessandra Smerilli,economista salesiana, numero due (il prefetto è il cardinale Czerny) del dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale, ossia il laboratorio di tutte le iniziative vaticane sui migranti, l’ambiente, la giustizia sociale. Riveste un ruolo di gran rilievo anche la sottosegretaria del Sinodo – che non fa formalmente parte della Curia romana – suor
Nathalie
Becquart, religiosa francese della congregazione di Xavières, sulla plancia di comando delle complicate assemblee che riuniscono periodicamente a Roma vescovi e sacerdoti di tutto il mondo. Ruolo che le ha permesso di essere la prima donna nella storia moderna ad avere il diritto di voto al Sinodo (al Concilio, per dire, le poche donne presenti non votarono), ormai in buona compagnia dopo che il Papa ha incluso tra le votanti dell’ultima assemblea una cinquantina di donne.
Sempre nell’organigramma della Santa Sede due donne, Linda Ghisoni e Gabriella Gambino, rivestono il ruolo di sottosegretarie del dicastero per i Laici, la Vita e la Famiglia. È donna la direttrice dei Musei vaticani, la storica dell’arte Barbara Jatta.È donna, ancora, la coordinatrice dell’inserto femminile dell’ Osservatore Romano, Donna Chiesa Mondo, la giornalista Rita Pinci,che ogni mese manda in stampa un giornale che approfondisce le peculiarità e i nodi della sensibilità femminile in relazione alla Chiesa, ed è donna Cristiane Murray, la numero due della sala stampa della Santa Sede. Ci sono, ancora, due donne trai quadri dirigenziali delle commissioni pontificie: Nuria Calduch-Benages, suora delle Missionarie Figlie della Sacra Famiglia di Nazareth ed esperta di antico testamento è segretaria della pontificia commissione biblica, Emicle Cuda, spumeggiante politologa argentina, è segretaria della pontificia accademia per l’America latina. Tra i membri della Pontificia accademia per la vita spicca il nome dell’economista italo-americana Mariana Mazzucato, che Bergoglio ha nominato, ha detto, «per dare un po’ più di umanità» al Vaticano. In posizione meno visibile, ma di potere reale, ci sono poi suor Yvonne Reungoat, salesiana francese, eMaria Lia Zervino, consacrata argentina, che, insieme a suor Raffaella Petrini, Francesco ha voluto inserire nel dicastero dei Vescovi, ossia l’ufficio vaticano che seleziona i vescovi – maschi – di tutto il mondo. Ci sono poi ben sei donne, nessuna italiana, nel Consiglio per l’Economia (composto da otto cardinali e sette laici), una sorta di superministero che svolge funzione di indirizzo nelle finanze vaticane:
Charlotte Kreuter-Kirchhof, Eva Castillo Sanz, Leslie Jane Ferrar, Marija Kolak, María Concepción Osákar Garaicoechea, Ruth Maria Kelly.Dopo tanti scandali, Bergoglio ha voltato pagina affidandosi a questo gruppo di donne.
Nel complesso dal 2013, quando è stato eletto Papa, le dipendenti donne in Vaticano, secondo uno studio condotto quasi un anno fa da Vatican News, sono passate da 846 a 1.165, ossia da quasi il 19,2 al 23,4 per cento. Se le nomine si sono moltiplicate, le donne sono comunque meno del cinque per cento di tutti i ruoli di vertice. Con una decisione che ha suscitato critiche virulente, sebbene dissimulate dai consueti toni felpati, con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 2022 Bergoglio ha messo nero su bianco la possibilità di nominare laici, e dunque anche donne, a capo di un dicastero vaticano, casella tradizionalmente occupata solo da cardinali o arcivescovi: ma sinora non lo ha mai fatto, e dunque nessuna donna ancora è divenuta prefetto.
Il Papa ha aperto diverse porte alle donne, ma teme quello che – suscitando vivaci proteste – ha bollato come «maschilismo in gonnella», le rivendicazioni di un accesso più pieno a posizioni di potere e responsabilità. Ha aperto il ministero del lettorato (la lettura delle sacre scritture) e dell’accolitato (la distribuzione dell’eucaristia) alle donne, tiene a distinguere le differenze invalicabili tra maschi e femmine. Ha citato spesso, a questo proposito, il teologo tedesco Hans Urs von Balthasar: alla donna sono precluse alcune funzioni, ha avuto a dire, «perché non le spetta il principio petrino, bensì quello mariano, che in realtà è più importante». Da quando Von Balthasar elaborò la sua teoria, in realtà, «la teologia è andata avanti», nota suor Linda Pocher: «Mi sono accorta che questa cosa non era stata molto percepita dal Papa e dai cardinali…». E così, quando Francesco l’ha chiamata a parlare al C9, lei ha esposto «le critiche della teologia all’impostazione di Von Balthasar». E il papa come ha reagito? «Ha parlato di uno spaesamento salutare», sorride la religiosa. Cosa faranno Francesco e i suoi cardinali consiglieri degli stimoli che ascoltano dalla vescova anglicana e dagli altri ospiti coinvolti, la giovane salesiana non lo sa: «Ma penso che la teologia debba avere la giusta capacità critica di indicare quali sono le strade chiuse e quelle aperte. Poi le decisioni spettano a chi ha quel compito».