Corriere della Sera, 18 marzo 2024
I sauditi dell’Al Hilal battono il record dell’Ajax di Cruijff
Michael Delgado oggi ha 28 anni, ma quando ne aveva 13 spacciava nella favela di Poxoreo. Ha bevuto, ha fatto parte di una gang, ha commesso rapine, ha impugnato una pistola con cui ha anche pensato di suicidarsi. Lo ha salvato il calcio, che nel febbraio del 2022 lo ha portato dal Flamengo all’Al Hilal. Lì ha scritto una pagina di storia: sabato un suo gol al 93’ contro il Damac ha regalato alla propria squadra la ventinovesima vittoria consecutiva, record mondiale, più delle 27 dei gallesi del The New Saints (2016) e delle 26 dell’Ajax 1971/72, quella del Pallone d’oro Cruijff e del calcio totale che ha ispirato Sacchi e Guardiola.
In Arabia, quando si parla dell’Al Hilal, non a caso si usa il termine Al-Za`im, che significa «il leader». È la squadra più titolata del Paese, che si appresta a vincere il diciannovesimo campionato, il sesto degli ultimi otto (+12 sulla seconda). Appartiene al fondo sovrano Pif, che la scorsa estate ha rivoluzionato la Saudi Pro League (oltre 2 miliardi spesi fra cartellini e stipendi) e che, dopo averlo fatto con il golf, sta mettendo le mani anche sul ciclismo e sul tennis per rafforzare la propria autorità sulla scena mondiale.
Michael è stato a suo modo un pioniere, trasferendosi a Riad prima che lo facessero i campioni del calcio europeo. Gioca come ala sinistra in un tridente completato da Malcom (scippato nel 2018 dal Barcellona alla Roma) e da Salem Al-Dawsari, votato giocatore asiatico dell’anno dopo il gol ai Mondiali contro l’Argentina di Messi. Davanti a loro ecco Mitrovic (31 gol in 34 partite), il miglior marcatore della Nazionale serba, dove viene preferito allo juventino Vlahovic. Padroni della mediana l’ex Lazio Milinkovic-Savic, per anni il miglior centrocampista della serie A, e Ruben Neves, compagno di Ronaldo nel Portogallo. L’Al Hilal, poi, segna tre gol a partita e ne prende pochi grazie all’ex Napoli Koulibaly, a Saud Abdulhamid, terzino che potrebbe giocare in Europa, e al portiere Yassine Bounou, eroe del Marocco quarto all’ultimo Mondiale. In panchina il santone Jorge Jesus, quasi 70 anni, l’allenatore portoghese più vincente di sempre in patria, calcio e spettacolo, l’anti-Mourinho insomma.
L’Al Hilal vince senza Neymar, ricoperto d’oro in estate (320 milioni in due anni) ma infortunatosi subito dopo e Mbappé, per cui erano pronti 300 milioni da versare al Psg e 700 al giocatore, che ha preferito aspettare il Real. Nessuna grande star, a differenza dell’’Al Nassr di Cristiano Ronaldo, dell’Al Ittihad di Benzema e dell’Al Ahli di Mahrez. Dovranno aspettare: ora è il momento di Michael, l’ex spacciatore della favela diventato invincibile nel campionato dei super ricchi.