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 2024  marzo 17 Domenica calendario

Mike Pence molla Trump

“Quest’anno non sosterrò Donald Trump”. Lo dice in un’intervista a Fox News Mike Pence. La dichiarazione è clamorosa. Pence fu vice di Trump tra il 2016 e il 2020, ma ruppe con l’allora presidente il 6 gennaio 2021, quando decise di certificare la vittoria elettorale di Joe Biden. Mentre i supporter di Trump attaccavano il Congresso, il tyccon stesso disse che il suo vice doveva essere “impiccato” per il presunto tradimento.Pence, che si è ritirato dalle primarie repubblicane a ottobre, aveva affermato che avrebbe sostenuto il candidato scelto dagli elettori del suo partito “chiunque egli fosse”. Ora che Trump è candidato ufficiale, fa un passo indietro. Tra le ragioni, dice, “non c’è soltanto la differenza di vedute sui miei doveri costituzionali il 6 gennaio”, ma contrasti profondi sulla linea politica: Trump non starebbe rispettando “l’impegno a ridurre il debito pubblico, a difendere la santità della vita, a contrastare la Cina”.
L’ex vice presidente non dice per chi voterà. Spiega che “non voterà mai per Joe Biden” e che non è interessato a sostenere un terzo partito. Con il suo gruppo, “Advancing American Freedom”, annuncia che nei prossimi mesi investirà 20 milioni di dollari per sostenere “cause conservatrici”. Questo è, al momento, l’unico modo in cui Pence intende intervenire nella campagna elettorale. Le sue dichiarazioni sono un ulteriore segnale di come una parte importante del vecchio establishment repubblicano – dai conservatori religiosi ai vecchi neocon ai moderati – sia profondamente a disagio di fronte alla candidatura di Trump. Nikki Haley, figlia del repubblicanesimo di Reagan e Bush, non ha annunciato il suo sostegno a Trump, con cui si è scontrata alle primarie. Mitt Romney, espressione del mondo conservatore moderato del nord-est, ha dettoche non voterà Trump il 5 novembre. Lo stesso Pence, alcuni mesi fa, aveva chiesto ai conservatori di non farsi ammaliare “dalle sirene del populismo”.
Dubbi e timori di esponenti repubblicani di primo piano arrivano quando Trump mostra di avere un controllo ormai totale sul partito: non solo ha vinto con largo margine le primarie, ma ha installato due suoi fedelissimi – Michael Whatley, del North Carolina, e la ex nuora Lara Trump – alla guida del Republican National Committee. Così, oltre alla struttura di militanti e attivisti, controllerà i canali di raccolta fondi e i finanziamenti elettorali.