la Repubblica, 15 marzo 2024
Intervista a Emanuela Fanelli
È l’attrice dell’anno, con tre personaggi che colpiscono al cuore: Marisa, l’amica di Delia nel film C’è ancora domani di Paola Cortellesi, Daniela, a cui Paolo Virzì affida il monologo più bello inUn altro Ferragosto e Luana Pericoli, l’esilarante attrice mitomane diCall my agent 2,che tormenta Corrado Guzzanti. Nella nuova stagione della serie diretta da Luca Ribuoli, dal 22 marzo su Sky e in streaming su Now, imita persino lo strip tease di Sophia Loren inIeri oggi e domani. Sottile e spiritosa, Emanuela Fanelli, 37 anni, ex maestra d’asilo (per i bambini era Mela), attrice per passione (e talento), disincanto romano venato di malinconia, autrice di monologhi, ha debuttato al cinema nel 2015 col ruolo della “prima smandrappata” («Così ero definita, c’erano anche la seconda e la terza» ), inNon essere cattivodi Claudio Caligari. Poi ha interpretato Dov’è Mario ? serie cult scritta da Guzzanti con Mattia Torre, è stata scoperta in tv inUna pezza di Lundini,l’anno scorso ha vinto il David di Donatello come miglior attrice non protagonista per Siccitàdi Paolo Virzì. «Un sogno che si è realizzato, avevo amato Ferie d’agosto.Succede quando qualcuno ti “vede”, nel senso che sa guardarti, per un attore è tutto. Mi aveva scoperto Giovanni Benincasa, l’autore diUna pezza di Lundini. E Virzì mi ha visto lì».
In “Call my agent” è un’attrice fuori controllo. Quante Luana Pericoli conosce?
«Luana è mitomane, un tratto che descrive bene questi anni, non solo la mia professione, da quando abbiamo cominciato a raccontarci da soli – eccomi che prendo l’aereo, che mangio, che mi vesto. Il mio mestiere stuzzica le parti buie che abbiamo tutti. L’ego e il narcisismo possono portare a quella deriva. Mi ritrovo a fare dei pensieri pure io».
E che pensa?
«Che per evitare la “deriva Luana” ti salva l’autoironia. Negli ultimi anni, lavorativamente, mi sono successe cose bellissime, a cui cerco di dare il giusto peso. Non puoi stare sempre a palla, quello che fai non può definirti come persona: devi sapere che la vita è tanto più grande del cinema e dei premi. Lo devi ricordare per la tua salute mentale».
Le piace di più far ridere o commuovere?
«Sono due parti della stessa cosa, all’anteprima diUn altro ferragosto,quando ho fatto il monologo, il pubblico rideva e però poi Daniela dice cose che fanno piangere».
I suoi genitori che dicono?
«Sono orgogliosi e felici, ma perché ho realizzato il mio sogno, come se avessi aperto una farmacia mia. Sono riuscita a fare quello che desideravo senza conoscere nessuno. Papà ora scherza: è arrivata Eleonora Duse»
Però si può dare delle arie, il critico Gianni Canova l’ha paragonata a Catherine Deneuve...
«I miei non vanno in giro a dire: “Mia figlia..:”, si emozionano a casa. Mio padre ha una chiavetta in cui conserva le cose che scrivono su di me. Poi tutti con i piedi per terra».
Com’è nata Luana?
«Devo ringraziare la sceneggiatrice Lisa Nur Sultan. Mi ha voluto incontrare dopo avermi visto inUna pezza di Lundini : “In una parodia del cinema tu devi esserci”. A me Luana fa anche tenerezza e pure se risulto antipatica va bene, mica sono io».
Nella vita è ansiosa?
«L’ansietta per me è positiva. Un po’ di ansia con Virzì mi è venuta, non è che dico: faccio il monologo e lascio tutti a bocca aperta. Nel film ci sono attori eccezionali. Mi hanno commosso i complimenti degli addetti ai lavori».
Che effetto le ha fatto il successo di “C’è ancora domani”?
«Un’emozione difficile da spiegare, con Paola siamo amiche, sapevo chestava scrivendo il suo film. Me lo spiega scena per scena, mi svela il finale e poi mi dice: “Mi piacerebbe tanto che Marisa fossi tu. Però non lo devi fare perché mi vuoi bene”.
L’amicizia è una forma altissima d’amore, e col ruolo di Marisa sono contenta che sia venuta fuori».
Da autrice il suo sguardo sulle donne?
«Non ho la presunzione e non mi piace pensare di rappresentare tutto il genere femminile: ho ironizzato su questo inVoci di donna, una parodia dei monologhi».
Come si vede?
«Nella vita sbatto contro le cose, una mia amica dice che mi muovo come se fossi dieci volte più grande. Il corpo lo considero poco, mi vedo dal di fuori, ho un super io enorme. Mi giudico. Non sono fanatica voglio essere in ordine, ma che non mi si guardi troppo».
Vita privata?
«Non sono fidanzata. Ci sono persone che si fidanzano sempre, io neanche da piccola pensavo: voglio sposarmi e fare i figli. Le amichette mie invece lo dicevano. L’amore è la cosa più bella del mondo, ma non è legato alla realizzazione di me, non è una tappa. È importante capire cosa ti piace. Se non stai da sola mai, non lo sai: come sono in casa da sola o viaggio sola?».
E com’è?
«Sto bene. L’ironia è un regalo, una lente bella attraverso la quale guardare dispiaceri e frustrazioni.
Una fortuna, un po’ come avere il metabolismo del ghepardo».
Quello sì, è un gran dono.
«Capisce? Quando ho fame, mangio. Genetica, ho preso da papà».
I suoi modelli?
«Monica Vitti, Franca Valeri e Anna Marchesini, la triade delle meraviglie, da piccola le ammiravo. Torno alla mitomania, se leggi i complimenti e pensi che ci sono state loro ti dai una bella calmata».