il Fatto Quotidiano, 15 marzo 2024
Intervista ai Santi Francesi
I Santi Francesi e le Piccole liturgie musicali in due chiese sconsacrate. Ci sta.
Mario Francese: “Sembra una boutade, ma è un’opportunità capitata per caso. Oggi e domani saremo a San Vittore e i 40 martiri, a Milano, il 20 e 21 a San Giuseppe Le Scale, Napoli. Ci interessava la sfida della bellezza architettonica e l’intimità dell’incontro con il pubblico lì a un metro. Abbiamo riarrangiato il nostro repertorio per sfruttare i riverberi prodigiosi di questi luoghi”.
Alessandro De Santis: “Noi due abbiamo stretto un patto reciproco di offrire verità in quel che suoniamo. Vogliamo difendere la nostra identità e la priorità del contatto con persone reali, che sono lì per ascoltarci. A novembre faremo anche un tour nei club”.
È una bella scommessa, in questo tempo in cui gli artisti italiani sembrano privati di ogni diritto alla creatività. In tanti stanno alzando bandiera bianca.
MF: “Il sistema musicale di oggi produce ansia. La fretta di pubblicare, i numeri gonfiati e le classifiche, la paura di sbagliare il prossimo passo. Noi speriamo in un orizzonte più largo, un cammino lento perché le nostre cose restino. Sangiovanni insegna: se stai male con te stesso non potrai far star bene gli altri, ed è giusto fermarsi”.
I social hanno un impatto devastante sui giovani famosi. Siete tutti dentro una casa di vetro.
ADS: “Perciò ne sono uscito. Non mi interessa l’apparenza, non voglio parlare del mio aspetto o della fidanzata. Lo faccio con Mario, con la mia famiglia, non con gli estranei. I social si avventurano verso un punto di rottura, spero, dove nessuno vorrà più vivere la vita degli altri. In tv ho visto un’opinionista gridare: ‘Fedez e Ferragni devono dirci se stanno ancora insieme o no!’. L’ho trovato sconvolgente. Un conto è argomentare su questioni di rilevanza giudiziaria, un altro pretendere che una coppia vada alla gogna, anche se si è sempre esposta sui social. Quel che vedi lì dentro è finzione, io aspiro a un’esistenza più vera”.
Dove vi siete conosciuti voi due, invece?
ADS: “Al liceo scientifico. Nella nostra Ivrea. Ci incontravamo nei corridoi. Mario seguiva uno stage da tecnico del suono, io avevo un gruppo quasi metal”.
Quasi metal?
ADS: “Il primo disco che comprai, a 8 anni, era degli Iron Maiden. Quando ero un poppante mio padre aveva installato sul passeggino uno stereo per farmi ascoltare i Kiss. E gli Eagles”.
MF: “Avevo il poster di John Lennon in cameretta, sentivo i vinili di papà. Pfm, Banco, Yes, Emerson, Lake & Palmer. Suonavo in una cover band dei Genesis. Dal prog il passaggio all’elettronica, allo studio della complessità orchestrale”.
ADS: “Entrò nella mia band, e dopo tanti cambi di formazione siamo rimasti in due”.
Chissà quanta gavetta prima del trionfo a X-Factor 2022.
MF: “Bettole, feste di paese. Quindici persone davanti, a ripensarci è un bel ricordo”.
ADS: “Prima dell’arrivo di Mario andammo a suonare il metal in un locale in montagna. C’era questo tizio che più beveva più si faceva molesto. Mio padre e un altro parente affrontarono il pazzo alcolizzato, scattò la rissa”.
La provincia regala motivazioni o è una gabbia?
ADS: “È una realtà in cui tutti si aspettano che tu posi la chitarra e divenga un operaio”.
MF: “Ma se capisci che la musica è il tuo focus e può diventare un lavoro vero, non devi rassegnarti alla fabbrica”.
ADS: “La provincia regala a un adolescente gli spazi di una noia fertile. Gli altri ti guardano con compassione e pensano: poverino, non ce la farà. Mentre tu sai che devi provarci a tutti i costi”.
C’è sempre una prima canzone a far da test.
ADS: “La mia fu Bianca, lo stesso titolo di un nostro recente singolo”.
Non è la stessa, dunque.
ADS: “No, quella scritta a 13 anni era orrenda. Bianca, la ragazza, era invece bellissima. C’è una sua foto sulla copertina del brano”.
Quella brutta le servì per rimorchiare Bianca.
ADS: “Sono insicuro adesso, figurarsi allora. Andavo a casa e facevo pensieri su di lei. Gliel’ho raccontato molto dopo. Ho rimediato un grazie. E stop”.
A Sanremo avete fatto bella figura con L’amore in bocca e toccato il cielo con un dito insieme a Skin su Hallelujah. Altri duetti?
ADS: “Sono innamorato della facilità di canto di Annalisa”.
MF: “Sogno i Twenty One Pilots. E la voce di Elisa”.
Litigate mai?
ADS: “Cerchiamo di ragionare come una sola entità. Ci conosciamo al millimetro, lo sbrocco dura un quarto d’ora”.
MF: “Ormai possiamo fare squadra per la prossima zuffa tra i monti”.