La Stampa, 11 marzo 2024
I carabinieri e la signora che si sentiva sola
Sabato, per chi è solo, è un giorno lungo. I pensieri finiscono per rincorrersi, intrecciarsi. A volte dolorosi. A volte malinconici. Si pensa alla vita che è stata, ai legami passati. Agli acciacchi di un corpo sempre più fragile, ostile. A una memoria che sobbalza, confonde. Sabato, per chi è solo, è un giorno in cui si ha voglia di parlare. Si desidera una carezza, un caffè in compagnia. Così è stato per la signora Maria, novantasette anni.Vedova da tempo, era stufa di leggere, guardare la tv, osservare le foto ordinate sul comodino. Stufa di quelle giornate sempre uguali, dove i pensieri erano gli unici compagni. Ha preso il telefono, ha chiamato il 112, ha chiesto di parlare con i carabinieri. «Buongiorno». La signora Maria è una donna elegante, di un’educazione e di una delicatezza che rimandano ad altre epoche. «Scusate se vi disturbo. Non mi è successo nulla, per fortuna». Nessun tentativo di rapina, di raggiro, di truffa. Un semplice sentimento: «Mi sento sola. Vorrei trascorrere un’ora con qualcuno. Non è che potreste venire a trovarmi?».Il comandante della stazione Torino Lingotto chiama a raccolta i suoi uomini. E organizza l’"operazione compagnia”. Tre militari si presentano alla porta della signora Maria. Nell’Arma, lei ha sempre avuto fiducia. Sapeva che la sua richiesta sarebbe stata esaudita e non si è fatta trovare impreparata. Gli ospiti vanno accolti on cortesia e attenzione. E lei, ai militari, ha offerto una fetta di torta fatta in casa. E tanti racconti di vita. Della sua infanzia in Sicilia e del suo trasferimento a Torino. Città «dagli inverni freddi», dice. «Presenza, vicinanza, rassicurazione»:le parole chiave di questo incontro, i carabinieri le hanno condivise con un post su Facebook. Ripreso, sempre sui social, dalla premier Giorgia Meloni. «Bravi», commenta la presidente del Consiglio. Migliaia di like, commenti, condivisioni. La storia di Maria diventa virale, fa il giro del web. Interroga sulle solitudini.Chissà. Magari sul comodino della signora comparirà una foto in più. Sul retro, scritta a penna, la data: 9 marzo 2024