la Repubblica, 11 marzo 2024
Intervista a Luisa Ranieri
È orgogliosa di avere dalla sua parte il pubblico femminile, lo stesso che incontra a fare la spesa e che la ferma «perché considera Lolita Lobosco un’amica», dice Luisa Ranieri, protagonista su Rai 1 della serie di Renato De Maria, tratta dai libri di Gabriella Genisi. E aggiunge: «Piace perché è una donna libera che non ha fatto scelto canoniche: non è madre né moglie. È innamorata del lavoro e allo stesso tempo è legata alle radici, viene da una famiglia matriarcale».Boom di ascolti al debutto (oltre 5 milioni di spettatori), stasera nel secondo episodio la vicequestore di Bari viene invitata a un ballo in maschera con delitto.Cosa la attrae di Lolita?«Il carattere: è autorevole e ironica.Tratta male i sottoposti, che per un attore è divertente, ma ha anche un lato più fragile. Se non sei risolta, i nodi nella vita tornano sotto forme diverse. Anche se sei una attraente e con gli uomini ai tuoi piedi».I suoi nodi?«Li ho risolti, mi sono raggiunta».Lolita è indipendente in una famiglia matriarcale: è legatissima alla madre (Lunetta Savino) e alla sorella (Giulia Fiume). Come fa?«Appartiene a una famiglia del Sud sgangherata, che mantiene vecchi tratti da contrabbandieri per mentalità. La fa arrabbiare ma è il suo centro e, se serve una mano, non si tira indietro. Però sa stare sola. La solitudine è un liquido amniotico dove sta bene».Sola per scelta, cerca un uomo che le piaccia con cui condividere. In questo è simile a molte donne, no?«È così. Non per forza devi essere accompagnata nella vita, molte spettatrici si identificano. Sono curiosa, quando mi fermano chiedo sempre: cosa vi piace? Ho capito che si sentono viste, rappresentate, anche se Lolita vola sui tacchi a spillo, fa qualunque cosa, è sopra le righe.D’altronde è una fiction. Il bello è che ci sono tante donne dentro Lolita e cambiano anche quelle intorno a lei».In che senso?«Secondo me la fiction è interessante perché tutte si vogliono emancipare; penso a Porzia (Claudia Lerro), la moglie di Antonio (Giovanni Ludeno), casalinga, possessiva, che si specchia negli occhi del marito ma non ha un’idea su di sé. Poi si mette a studiare e si laurea in Psicologia. Mia madre e mia sorella diventano imprenditrici. Anche la magistrata Marietta (Bianca Nappi) è libera. Per non parlare di Camilla Diana, che interpreta la compagna di Lello (Jacopo Cullin), donna ingegnere che aspetta due gemelli».E gli uomini come si rapportano?«Con difficoltà. Emerge la fragilità dei maschi con questo nuovo femminile, le donne scelgono. E spesso, come purtroppo dimostrano i casi di cronaca, l’indipendenza non viene accettata».Un’altra donna del Sud fuori dagli schemi ha conquistato il pubblico: Imma Tataranni, interpretata da Vanessa Scalera.«Sarebbero grandi amiche secondo me, la coppia perfetta, un po’ come Lolita e Marietta».Vorrebbe farle incontrare?«Chi può dirlo? L’anno scorso facemmo delle storie su Instagram con tutto il cast in cui, invece di guardare Lolita, seguivamo Imma Tataranni».Le piace far ridere?«Mi viene naturale e lo devo a Vincenzo Salemme. Prima di lui non lo sapevo perché con la mia faccia drammatica, antica, non pensavo di poter ma far ridere nessuno».Che rapporto ha con la popolarità?«È arrivata ma poteva non arrivare, l’affetto del pubblico non è scontato.Avendolo vissuto accanto a Luca (Zingaretti) so cos’è, e forse sono in grado di maneggiarla meglio perché è come se avessi preso il master.Quando l’ho conosciuto ero famosa ma non popolare, per lui transennavano le strade. È molto riservato, vedevo la sofferenza anche se è sempre stato gentile con tutti».Nella sua carriera a un certo punto è arrivato Paolo Sorrentino: cos’ha rappresentato?«Ha provocato uno scatto, è stata una combinazione astrale. Recitare i copioni di Paolo è un regalo. Essere richiamata per il suo nuovo film mi ha reso molto felice. Mi è successo di rilavorare con gli stessi registi – Milani, Özpetek, Miniero, Genovese – ed è bello, è una conferma».Ha 50 anni, fa i conti con l’età?«Ai 40 ho pensato: chissà, tra dieci anni non ci saranno più ruoli. La vita ti sorprende sempre, mai mettere limiti alla provvidenza. Forse i ruoli più belli li ho interpretati dai 40 ai 50,La vita promessa, Luisa Spagnoli».Com’è andata con Johnny Depp con cui ha girato “Modigliani”?«Non sono un’esterofila, ma è un attore che mi piace, è bravissimo. Mi è piaciuto scoprire la persona, ero curiosa, giravano voci contrastanti: mi ha stupito la gentilezza d’altri tempi con l’aspetto rock».La bellezza che peso ha avuto?«Ce l’ha avuto. Oggi ha a che fare con la maturità, diciamo le cose come stanno, questo lavoro ti può anche dannare: quella ha girato quel film, quell’altra è stata scelta per quell’altro. Non ti basta mai. Oggi ho una serenità interiore. È costata anni, ed è cambiato tutto attraverso le figlie. Mi hanno dato tanto, è come se fossi passata in secondo piano io, con le mie insicurezze. Dovevo insegnare a loro come essere forti».Seguiranno le orme dei genitori?«Chiacchieriamo tantissimo, sono molto sveglie ma anche dolci, introspettive. Sono contenta. I genitori sono sempre gli ultimi a sapere cosa vogliono fare i figli, i figli degli attori poi... Un po’ rimuovono e dopo scoprono la passione: faranno qualsiasi cosa vogliono, anche le attrici. Non metterò mai i bastoni tra le ruote. Le ho portate a vedere due volte il film di Paola Cortellesi, ci fa sentire fiere di essere donne».