Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  marzo 11 Lunedì calendario

Gli amori di Sandra Milo

«Degli omini portano l’albero da Pistoia, e lo piantano. C’è stato un momento in cui tutti gli invitati della festa guardavano l’albero» racconta Sandra Milo. La festa è quella dell’anniversario di matrimonio di Federico Fellini e Giulietta Masina. Fregene, Sandra Milo ha regalato un albero.
«Quercia o palma, adesso non ricordo», dice.
E lo dice a me che la sto intervistando.
Aprile 2023, sedute al tavolo di un ristorante, lei biondissima – biondissima anche dal vivo.
Tornando a Fregene, alla festa: Milo non ricorda che albero fosse ma ricorda l’istante in cui anche lei, insieme agli altri, lo osserva. Supererà i trenta metri – dice l’omino. Allora lei si domanda: «il giorno che diventerà altissimo, dove sarà il nostro amore?»
L’amore è quello suo e di Federico.
Attrice (tra i tanti: Il generale Della Rovere, Giulietta degli spiriti, 8½), «musa ispiratrice» di Federico Fellini, Sandra Milo è stata spesso fraintesa. Frivola, evanescente – hanno detto di lei.
Spudorata quando racconta dei suoi amori, da Bruno Vespa quello clandestino con Fellini – è il 2009.
Irregolare, smodata quando, ancora in un’intervista, precisa: «l’ho amato disperatamente. Restavamo amanti anche se io mi sposavo con altri uomini e facevo figli».
Esibizionista quando confessa di avere problemi economici.
Ipocrita nell’ammettere di aver sbagliato a partecipare a una truffa immobiliare (patteggiamento a tredici mesi di reclusione più un milione e trecentomila lire di multa).
Dalla parte degli uomini, in merito a un suo intervento sul metoo: «Per gli uomini questo non è un momento di grazia. La donna, con le sue rivendicazioni, è un po’ fuori di testa. Si sfogano con le molestie sessuali. Il maschio si manifesta toccando, tentando di prendere qualcosa che gli piace», dichiara.
E no, non stava dalla parte degli uomini. Preferiva raccontare l’amore, e tacere il dolore, che stesse parlando di sé, o di altri. La violenza subita l’ha omessa, a volte riferita molto dopo. Contavano i silenzi, attraverso cui oggi, al tavolo del ristorante, la vedo: biondissima, donna libera che si è opposta agli uomini che la volevano diversa, prepotenti e violenti che fossero – e erano gli anni Cinquanta, poi Sessanta.
A 15 anni sposa Cesare Rodighiero da cui perde un bambino nato prematuro. Uscita dall’ospedale torna a vivere dalla madre, passa un lungo periodo di depressione. Niente si sa del marito, dove sia, perché l’abbia lasciata sola. Il matrimonio dura 21 giorni con annullamento dalla Sacra Rota. Nel 1961 Milo sposa Moris Ergas, padre della figlia Deborah. Di lui si sa di più perché ci sono i processi, 44 processi tra penale e civile. Lui le porta via ogni cosa, i soldi guadagnati fin lì, ma soprattutto la figlia. «Ho attraversato il deserto del Sinai per ritrovare mia figlia», dice.
Questo perché quando nasce la bambina lei non ha ancora l’annullamento del primo matrimonio: sul certificato di nascita Deborah risulta figlia di Moris Ergas e «di madre che non vuole essere nominata», quanto faceva male quel madre che non vuole essere nominata – dice. Parole che tornano su, da dove ha cercato di seppellirle, tornano: mentre accudisce la bambina, la culla.
Gli undici anni d’amore con Ergas: liti, botte, lui che arriva sul set, irrompe nella roulotte. Lui che la picchia – «naso rotto, mascella rotta, orecchie, da uno ho perso completamente l’udito, dall’altro l’ho riacquistato in parte, ma mi è bastato, nella vita mi sono arrangiata» – sorride.
Degli altri mariti non parliamo. Il terzo, Ottavio de Lollis, padre di Ciro e Azzurra.
Il quarto, Jorge Ordonez, colonello (e insegnante di sub) mai nominato.
On line recupero notizie: i due si sposano a Cuba nel 1990. Ma il fotografo che li accompagna, Franco Brel, ha dei dubbi (in un’intervista): «Forse non si è nemmeno sposata per davvero, visto che lui, il colonnello-sub, una moglie ce l’aveva già. E pure due figli». Proseguendo: «Non so se il matrimonio sia stato consumato, ma lei sembrava felice». Rientrata in Italia Milo non vede più Ordonez. Qualcuno dice che sia sparito lui, qualcun altro che il colonnello abbia scoperto di essere stato ingannato: credeva di girare una soap opera, non sapeva che il matrimonio fosse vero. Vero o fasullo lui resta il quarto marito di Sandra Milo. Lei più grande di lui di dieci anni.
Sandra Milo ha fatto scandalo.
«Si capisce che il cinema non è mai stata la sua passione principale, almeno non quanto la vita che le è sempre interessata di più, e soprattutto l’amore» scrive Francesco Piccolo di lei ne La bella confusione. Sandra Milo ha portato scompiglio. Per molti è stata una figura disturbante, la personificazione della minaccia alla famiglia borghese.
Così, nel 1990, Milo su Rai Due a condurre L’amore è una cosa meravigliosa arriva una telefonata di una donna che la informa che il figlio ha avuto un incidente, è in ospedale, è gravissimo – dice. Milo in lacrime fugge gridando: «oddio, Ciro, Ciro». Qualcuno dirà che si trattava di una messinscena per consentire all’attrice di mettersi in luce.
Non lo era (la polizia rintraccia la telefonata: partita da uno studio di via del Corso dove lavorano molte impiegate, nessuna confessa).
Davvero una donna ha ideato lo scherzo per far crollare Sandra Milo davanti agli occhi dell’Italia.
Non una semplice crudeltà: forse il desiderio di un Paese perbenista di ridicolizzare, punire chi non era nella norma.
A riguardare lo spezzone televisivo, cosa che io faccio, non vedo una diva ridicola, ma una donna con un unico punto debole. Colpito quello, il resto perde importanza – vanità, reputazione, figuriamoci una diretta televisiva.
Guardatelo su Youtube: scomposta, Sandra Milo scatta in piedi, corre via, sparisce dall’inquadratura.
L’amore per i piccoli, come lei stessa lo definisce. «L’istinto materno verso i piccoli», mi dice parlando della madre e della nonna.
Piccole sono diventate madre e nonna, rispettivamente nella malattia e nella vecchiaia. Creature piccolissime che Milo accudisce fino alla morte (anche qui, «sfacciata» quando racconta pubblicamente di come ha aiutato la madre a morire, dichiarandosi a favore dell’eutanasia). Ancora i piccoli: per tutta la vita Milo vive con la figlia Azzurra – il figlio Ciro e la sua famiglia al piano di sotto.
In un’intervista a Silvia Toffanin dice: «vorrei morire dopo i miei figli». Spiegando «per tenere loro la mano, dirgli che non devono aver paura».
Frivola, spudorata, irregolare, smodata, esibizionista, dalla parte degli uomini.
Pazza, visionaria. È stato detto di Sandra Milo: vede quel che non c’è.
Ma questa è una virtù.
Così, quell’aprile 2023, al tavolino del ristorante, lei mi racconta un dettaglio che io non metto nell’intervista perché considero ininfluente. Sbagliavo. A distanza di un anno lo racconto, e la mia è una riparazione.
Di recente lei era tornata a Fregene, anni che non tornava. Cerca la casa di Fellini, la prima, lui ne ha cambiate diverse, due forse tre – dice. Guarda le ville sulla spiaggia, avanza, torna indietro. Le pare proprio quella, deve essere quella. Dal cancello sbircia il giardino, e ecco la palma (d’un tratto ricorda, ne è certa: era una palma). Se non fosse che nel giardino di palme ce ne sono altre cinque. Eppure, con la mano appoggiata al cancello a riprendere fiato, lei sa che è proprio quella la loro: la prima, la più alta.
Sandra Milo muore a Roma il 29 gennaio 2024, aveva 90 anni.