Corriere della Sera, 11 marzo 2024
Renzi contro von der Leyen
Matteo Renzi chiude all’attacco la Leopolda numero dodici. E torna «rottamatore». Durissimo sulla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «Non deve essere rieletta». L’ex premier spiega di ritenere che la presidente uscente sia «non una leader, ma una follower dell’ideologia», definendo la sua azione politica sul Green deal «fallimentare».Una mossa che strizza l’occhio alla strategia complessiva del suo gruppo a Bruxelles. Infatti Italia viva, tramite l’adesione al Partito democratico europeo (Pde), è iscritta al gruppo parlamentare Renew Europe, di cui fanno parte anche gli eletti del partito francese Renaissance di Emmanuel Macron.
Proprio venerdì scorso il commissario europeo all’Industria, Thierry Breton, aveva aperto le ostilità dei liberali evidenziando la freddezza con cui von der Leyen aveva appena ottenuto la nomina a «candidata leader» dal congresso del Partito popolare europeo, senza l’unanimità. «Lo stesso Ppe – aveva scritto Breton su X (l’ex Twitter)— non sembra credere» in lei.
Ma la partita di Renzi è evidentemente doppia, con un interesse esplicito al fronte interno: la caccia al voto dei moderati alle elezioni europee a cui sarà candidato. Un’operazione che passa anche dal desiderio di Iv di drenare i voti del popolo orfano di Silvio Berlusconi: «C’è una responsabilità anche in Italia – spiega Renzi nel suo discorso – nella scelta di von der Leyen. È la candidata che hanno voluto Forza Italia e Tajani, il quale ha snaturato la visione europeista di Berlusconi, facendola diventare da grigi burocrati».
Gli viene incontro la presenza (a sorpresa) di Francesca Pascale nell’ex stazione fiorentina, che affida l’eredità politica di Berlusconi, di cui è stata compagna, proprio a Renzi: «Silvio considerava Matteo un genio, oggi lui è l’unico leader a portare avanti il progetto di Berlusconi», ha detto Pascale. E ancora: «C’è un passaggio di voti da Forza Italia a Italia viva. Parte della classe dirigente che fu di Forza Italia oggi si riconosce nel leader di Iv».
«L’attacco di Renzi a von der Leyen è surreale – reagisce il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi – sarebbe un grande vantaggio per noi riaverla alla guida della Commissione. Forse è proprio a questo che si devono le parole del leader di Italia viva».
Nel mirino della Leopolda finiscono anche il governo – «Meloni? Non so quanto durerà…», dice Renzi —, Carlo Calenda – aspramente criticato da Maria Elena Boschi – e il Partito democratico. Ma non la sua leader Elly Schlein, ringraziata a sorpresa: «È stata l’unica – sottolinea il numero uno di Iv – a mandarmi un messaggino per farmi gli auguri per la Leopolda. Lei è sempre stata coerente, mi colpisce invece chi da qui ha avuto tanto e ora se ne dimentica. Ho una simpatia naturale per Schlein, ma critico la classe dirigente Pd perché si è condannata a perdere per i prossimi 10 anni con le sue idee».
Infine lo showdown sulla strategia per arrivare a superare la soglia per l’eleggibilità alle europee. «Siamo convinti che ce la faremo – prevede —. Se prendiamo il 4% io non sono contento, voglio il 5%». Quindi sottolinea la disponibilità per la lista unitaria «chiesta da Più Europa» e aggiunge che «se c’è una richiesta da parte degli altri di fare un passo indietro da parte dei parlamentari in carica io ci sto, ma sia chiaro che noi da oggi siamo in partita per un risultato. Se ci state noi ci siamo, altrimenti faremo da soli».
Si vota l’8 e il 9 giugno, ma le trattative sono appena iniziate.