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 2024  marzo 10 Domenica calendario

Lory Del Santo: «Eric Clapton? Non lo sento più dopo la morte di Conor, le ceneri di Loren sono da un amico. Uno spasimante mi rovesciò addosso 100 milioni

Intervista a Lory Del Santo: «Sergio Leone mi ricevette in perizoma, ma lo perdonai». E sui figli: «Devin è l’unica persona che mi chiama Loredana. Ha sofferto molto per il suicidio del fratello Loren, le sue ceneri sono a casa di un amico a Los Angeles»
Lory Del Santo: «Eric Clapton? Non lo sento più dopo la morte di Conor, le ceneri di Loren sono da un amico. Uno spasimante mi rovesciò addosso 100 milioni»
Lory Del Santo, 65 anni
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Nella casa milanese di Lory Del Santo lo schermo gigante è acceso sul tennis.
Le piace sempre?
«Ah sì, ma non questo torneo. Io guardo solo se c’è Sinner: è talmente forte!».

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Lo corteggerebbe?
«Non è sexy. Il mio sangue è più per Alcaraz».
Con lui ci farebbe un pensierino?
«E come no? È un po’ basso: 1,83. Io amo quelli dal metro e 88 in su. Ma è di sicuro una potenza a livello sessuale».
Il tennis è un suo vecchio pallino. Da ragazza andò a Wimbledon con l’intento preciso di trovare un fidanzato.
«E conobbi Richard Krajicek: ci fu un’avventura».

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Lory Del Santo con il tennista Richard Krajicek
Rimase incinta: il bambino nacque prematuro, sopravvisse due settimane.
«Era nato al sesto mese. Non volli dargli un nome per proteggermi. Infatti non lo nomino mai, come se non fosse mai successo».
Il giorno più bello?
«Quando è nato Conor. Quello è stato veramente il giorno più bello della mia vita. Indimenticabile».

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Lory Del Santo con Eric Clapton e il loro bambino Conor, scomparso nel 1991
Il padre, Eric Clapton, ha assistito al parto?
«Sì. Non c’era niente di regolare nella nostra storia, ma non mi importava. Quando il bambino è nato, lo ha preso in braccio e ha detto: “I am a father”. Ero felice, anche se Eric cambiava idea ogni tre giorni: fossi stata influenzabile sarebbe stato un problema, ma sono sempre stata forte».
Vi sentite ancora?
«Dopo quello che è accaduto non ci sentiamo più. Ma il nostro rapporto era già inquinato dal suo manager, Roger. Gli faceva credere che chiedessi sempre soldi, soldi che si intascava lui. Questo l’ho scoperto dopo. In realtà Eric mi pagava soltanto la baby sitter, non mi ha mai dato altri soldi, né io li ho chiesti».
Riesce ad ascoltare «Tears in Heaven», la canzone scritta da Clapton dopo la scomparsa di Conor, precipitato da un grattacielo a quattro anni?
«No, non ce la faccio. Appena la trasmettono alla radio cerco di tapparmi le orecchie. Ho passato anni a sfuggire, non posso cadere nelle trappole. Bisogna andare avanti. Conor era eccezionale».
Come madre ha dovuto affrontare un altro lutto impossibile. Il suicidio di Loren.
«Con lui è stato diverso, psicologicamente ho sofferto di meno perché ho capito che non avevo capito. Loren era malato e nessuno se ne era accorto. A me sembrava speciale, non mi dava mai fastidio, non disturbava, non faceva domande. Forse, visto che non si poteva curare, è stato meglio così. Era un angelo destinato a volare in cielo».
Dove sono sepolti lui e il fratello?
«Conor nella chiesetta vicino alla casa del padre, nella campagna di Londra. Le ceneri di Loren sono a casa di un suo amico a Los Angeles. Non li vado mai a trovare, sono già nel mio cuore».
Che rapporto ha con l’altro suo figlio, Devin?
«Per me è un quadro indecifrabile, è l’unico che mi chiama Loredana. È cambiato molto da quando è successa la cosa di Loren: vivevano insieme, lo ha molto segnato. Adesso si è ritirato in casa, non vuole più uscire. Ma ha diritto di vivere come vuole».
Ha perdonato sua madre Clorinda, donna severissima?
«Sono andata a trovarla proprio una settimana fa, abita qui vicino con mia sorella, che se ne occupa».
Le ha mai detto brava?
«Mai. Ma alla fine è la persona che più rispetto. Ha fatto del suo meglio, vedova con due bambine piccole. La sua unica preoccupazione era che non mi facessi mettere incinta prima di sposarmi. Sono stata una figlia modello più per paura che per scelta».

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Lory Del Santo con Federico Fellini
Le hanno attribuito tanti uomini.
«Anche uomini con i quali non sono mai stata. Adnan Khashoggi, per esempio: uno scoop che avevo contribuito a creare imbeccando una giornalista di Novella 2000».
Gianni Agnelli?
«Una relazione di due anni, senza sesso».
Craxi?
«Ha tentato di corteggiarmi, ma aveva troppe donne».
Andreotti?
«Gli dissi che non mi aspettavo fosse così alto. Rispose che non pensava fossi così intelligente».
Omar Sharif.
«Stetti a casa sua a Parigi per una settimana, ma non successe niente. Purtroppo era sempre ubriaco».
I registi.
«Carlo Ponti mi propose di ospitarmi al George V a Parigi, di fronte al suo studio».
E quel regista che si fece trovare in perizoma rosso nel suo studio romano?
«Non ho mai rivelato il nome. È morto da un pezzo».
Non la potrà smentire.
«È Sergio Leone. Stava girando C’era una volta in America con Robert De Niro e io andai nel suo ufficio all’Eur con il mio book per chiedergli una particina. Lui sfogliò le foto, poi sparì in un’altra stanza e mi chiamò».
E lei?
«Andai e me lo trovai nudo, tutto peloso, con la barba, questa pancia enorme. C’era un letto matrimoniale. Mi ha abbracciato e io gli ho detto: no, scusa, guarda, mi fa piacere essere qua, sei molto carino, ma devo andare. Dentro di me pensavo: ma non mi hai neanche offerto una parte!».
Se l’avesse fatto?
«Mah, non so... Non era un brutto uomo... un po’ basso, un po’ grasso, ma con una bella faccia particolare. All’epoca mi interessava molto l’intelligenza. Però mi seccava che avesse dato per scontato che ci sarei stata. Io non ero ancora Lory Del Santo, ero Loredana, ma avevo già il mio bell’ego... Comunque siccome non mi ha costretto, l’ho perdonato immediatamente. La violenza secondo me c’è quando non hai alternative».
Come a Londra, quando ventenne non poté scegliere.
«Fu un’esperienza terrificante. Quando ti succede ti auto colpevolizzi. Ma come potevo sapere che l’amico della mia amica mi avrebbe fatto quello? È stato terribile, chiusa nella stanza d’albergo con lui per una notte. Quando mi ribellai mi tirò un pugno, allora decisi che era meglio non oppormi. Non rividi più né lui né la mia amica».
Da dieci anni sta con Marco Cucolo, che ne ha 32. Ha mai pensato di sposarlo?
«Neanche per un attimo. Si sta insieme per il desiderio. Io non amo tradire, non ho mai tradito. Quando non funziona più vado, cioè resto: ecco perché voglio stare sempre a casa mia, odio essere cacciata».
La preoccupa l’idea che lui possa innamorarsi di una donna più giovane?
«Sì, ma io prevedo tutto, sono già preparata. Con lui ho vissuto finora i più bei dieci anni che potevo vivere. Capisco che il gap dell’età adesso non è indifferente: lui ha 32 anni, io 65. Però perché mi devo preoccupare io per gli altri se gli altri non si preoccupano per sé stessi?».
È ricca?
«Non lo sono a livello cash, ma se dovessi vendere quelle due o tre cose che ho magari starei bene. Preferisco vivere nella mancanza che nell’opulenza, mi fa sentire più voglia di darmi da fare».
Gli anni stanno passando. Cosa le manca di più?
«Prima mi svegliavo piena di progetti, non c’era ostacolo che potesse fermarmi, era come salire su un cavallo e andare al galoppo per conquistare il mondo. Questa energia atomica si è come esaurita».
La cosa più folle che hanno fatto per lei?
«Uno spasimante, sposato, mi portò a Parigi e nella mia stanza d’albergo mi rovesciò addosso 100 milioni di lire».
Che brutto gesto.
«Però erano 100 milioni!».