Corriere della Sera, 10 marzo 2024
«Innanzitutto chiariamo due notizie false sul mio conto, che continuano imperterrite a circolare», esordisce determinata l’attrice Anna Valle
«Innanzitutto chiariamo due notizie false sul mio conto, che continuano imperterrite a circolare», esordisce determinata l’attrice Anna Valle.
Quali?
«Non sono sui social, non ho nemmeno WhatsApp e, facendo i dovuti scongiuri per il futuro, non patisco alcuna malattia cronica...».
Come sono nate queste due falsità?
«Da quello che so, qualcuno ha creato un account Instagram, spacciandosi per me. In realtà, i post non erano molto chiari, ma le persone pensavano che fossi veramente io: mandavano messaggi di auguri per il mio compleanno o per quello dei miei figli. E io, non navigando sui social, non ne sapevo niente! Mi hanno avvertito degli amici. Ho cominciato a indagare, mi sono rivolta alla polizia postale, la faccenda è andata avanti per anni. L’aspetto inquietante è che, se coloro che si spacciavano per me pubblicavano post scorretti su certi argomenti, venivo insultata io dai presunti follower! Un problema non semplice da risolvere. La malattia non so davvero come sia venuta fuori: forse da una mia battuta in qualche pubblica circostanza... Vi assicuro che è più difficile eliminare una notizia falsa, piuttosto che affermarne una vera».
Cominciamo a chiarire subito tutto, sin dagli inizi della sua carriera. La grande popolarità l’ha ottenuta conquistando lo scettro di Miss Italia nel ‘95: è vero che non voleva partecipare al concorso?
«Sì, confermo. All’epoca frequentavo la facoltà di Legge all’Università di Catania, però davo anche una mano a mia madre, che aveva un negozio di intimo uomo-donna a Lentini, in provincia di Siracusa. Uno scouting che era della zona, ed era anche nostro cliente, per ben tre volte mi propose di partecipare a Miss Sicilia: rispondevo assolutamente no. Poi, è tornato a chiedermelo per l’ultima volta, io ho tentennato un po’ e alla fine... mi sono buttata».
Da Miss Sicilia a Miss Italia il passo non era breve...
«No e infatti quella sera che approdai a Salsomaggiore me la ricordo benissimo. Avevo 20 anni ed ero talmente convinta che non avrei vinto il titolo nazionale, che anche i miei genitori non mi avevano accompagnato: la sera prima dell’evento li avevo chiamati per tranquillizzarli, dicendo che sarei tornata il giorno seguente. Ero già soddisfatta per aver vinto non solo la fascia “siciliana”, ma pure quella di Miss Eleganza e Miss Informazione... ebbene sì, ero stata scelta da una giuria di giornalisti. Andare a Salsomaggiore era solo una gita... invece, dalla sera dell’evento, non sono più tornata a casa, ho cominciato a girare per i vari eventi: una bella gavetta, mi sono fatta le ossa, è iniziata la mia vita da adulta».
E non si è più laureata: sognava di fare l’attrice?
«Ma no!».
Però il suo primo debutto è avvenuto addirittura al mitico Teatro Greco di Siracusa, nella «Lisistrata» di Aristofane, recitando nel ruolo di Mirrina.
«Era uno spettacolo scolastico! Frequentavo il liceo classico, la nostra professoressa di latino e greco aveva la passione per il teatro. Non volevo partecipare, ero troppo acerba, ma la prof mi vedeva adatta al personaggio e sono contenta di non aver fatto un passo indietro. Un’esperienza travolgente: un sito storico, il palcoscenico e la platea enormi, non sapevo come modulare la voce. Non pensavo di intraprendere questa strada».
Che però ha intrapreso...
«E lo devo a Gianni Morandi. Ero ancora Miss Italia in carica e lui, che cercava un volto adatto per interpretare il videoclip della sua canzone Giovane amante mia, mi fece contattare. Mi trovai per la prima volta davanti a una macchina da presa, guidata da Gianni. Ho avvertito dentro di me un clic, un friccicore che mi piaceva. Abbandonai lo scettro da Miss, andai a Roma per frequentare una scuola di recitazione».
Da ragazza aveva fatto la commessa nel negozio della mamma e la svolta attoriale arriva con la serie tv «Commesse» di Giorgio Capitani. Un destino?
«Sì! Dissi a Giorgio: io la commessa l’ho fatta veramente. Ne fu contento, perché un regista cerca sempre nell’attore un’esperienza personale relativa al personaggio da interpretare e ricordo una sua frase carina: Anna non spegnere mai quelle candeline che hai negli occhi».
Altro segno del destino l’incontro con colui che sarebbe diventato suo marito: Ulisse Lendaro.
«Avvenuto in un teatro importante: l’Olimpico di Vicenza, dove recitavo nelle Troiane. Lui è di Vicenza, fa l’avvocato ma anche il produttore. Venne a vedere lo spettacolo e a salutare un’altra attrice della compagnia, che conosceva: ci hanno presentato e mi coinvolse subito in un progetto che stava per iniziare, un film, una black comedy, intitolata MissTake. Mi propose di interpretare il ruolo di una nobildonna mantide religiosa... Mi piacque l’idea, era un ruolo diverso dai soliti, una roba indipendente, più sperimentale, avevo voglia di cimentarmi in qualcosa di nuovo».
Ulisse è un nome importante della mitologia greca e si riferisce proprio al fato...
«Sì e lui sa portarlo molto bene, ne è all’altezza, ma io non sono Penelope e non ci siamo incontrati a Itaca – ride Anna —. Mio marito ha un fratello che si chiama Enea, l’altro Eros e sua madre Lavinia. In famiglia hanno la passione per i nomi mitologici. Comunque, effettivamente il nostro incontro ha a che fare col destino».
Un amore sbocciato all’improvviso.
«Da quando è iniziata la nostra storia, Ulisse mi mandava tutti i giorni bellissimi messaggi appassionati che trascrivevo su un taccuino rosso. Ancora me li manda, ma non più con l’assiduità del corteggiamento... sarebbe dura. Tuttavia, recentemente, mi ha sorpreso in altro modo: si è presentato con una mongolfiera nel giardino della nostra casa di campagna».
Quando è successo?
«Durante il lockdown del Covid, per tirarci su il morale. Non avevo mai visto come funziona. Arriva un furgone, il pallone sgonfio viene sdraiato per terra, poi lo gonfiano, viene agganciato al cesto, sui cui si sale e ti fanno volare. Ma non si può atterrare dove vuoi, non è un aereo, la mongolfiera segue il vento che tira e, pur essendo guidata, in buona parte va dove vuole. Noi siamo stati portati in alto da un ex pilota dell’aeronautica ovviamente molto esperto, eppure la prima volta siamo atterrati in un luogo lontano da casa nostra, in un campo di granoturco, allora siamo ripartiti e alla fine l’atterraggio è stato perfetto e nel posto giusto».
Curiosamente, il suo prossimo personaggio televisivo ha proprio a che fare con l’aeronautica...
«Vero... è una serie tv per Canale 5, un giallo, titolo provvisorio Onde del passato. Il personaggio si chiama come me, è pilota di aerei e, dopo vent’anni, torna all’Isola d’Elba dove, insieme a una sua cara amica, impersonata da Irene Ferri, è stata drogata e abusata su di uno yacht, da un gruppo di ragazzi ricchi e viziati... una vicenda che ricorda un po’ l’orrore del massacro del Circeo».
Lei si definisce un’antidiva, non frequenta il jet set.
«Di base sarei una timida, non mi trovo a disagio con le persone, però non do confidenza a chiunque e sono riservata, soprattutto per proteggere la dimensione familiare privata: ho troppo rispetto per marito e figli, Ginevra e Leonardo, e non voglio che la loro privacy venga invasa dal mio lavoro. Forse ho sbagliato mestiere, che è anche fatto di pubbliche relazioni e a volte questo mio atteggiamento è scambiato per puzza sotto al naso. Evidentemente appaio un tipo snob, impressione errata, che viene sfatata quando mi conoscono meglio e mi dicono: tu sei una sorpresa... sembravi tanto diversa da come appari».
Infatti, nonostante i personaggi romantici che di solito interpreta, dice di avere un’anima rock. Che vuol dire?
«Quando sul set incontro colleghi empatici, mi piace portare musica rock e, in qualche pausa tra una scena e l’altra, li invito a ballare insieme... Capisco che può apparire un po’ folle, ma è un modo per distrarci, per sdrammatizzare la tensione che in certi casi si crea durante le riprese. Ma non basta... sono anche molto spericolata: la gente mi vede e pensa che sono una con i tacchi alti che frequenta solo i locali alla moda, invece mi piace guidare e correre sulle piste con auto veloci. L’ho fatto in più di un’occasione sull’autodromo di Monza, con una Bmw, poi con una Porsche... Una volta ho persino guidato su una pista di ghiaccio in Finlandia: pur essendo un percorso sicuro, posso assicurare che non è stato tanto facile mantenere la rotta».
Attrice e mamma: difficile conciliare le due cose?
«Non facilissimo, ma cerco di fare del mio meglio e sono molto aiutata da mio marito. I nostri figli non hanno grande curiosità per il mio lavoro, raramente vengono sul set e non vediamo mai le mie fiction: d’altronde non sono il tipo da dire “stasera ci sono io in tv e la guardiamo insieme...”. Hanno interessi diversi e io me le vedo per conto mio».
L’anno prossimo compirà 50 anni...
«Non amo tanto i cosiddetti giri di boa: prima i 40, adesso i 50... Agli anniversari, alle scadenze mi ci fanno pensare gli altri, probabilmente è un modo per non dovermi confrontare con i cambiamenti. Sin da piccola non ero molto interessata ai miei compleanni, ho delle foto da bambina davanti alla torta con le candeline accese, con l’evidente espressione di chi sta pensando: adesso mi tocca spegnerle, che pizza!».
Il regalo che vorrebbe?
«Domanda difficile... non lo so, non mi piace decidere il regalo... posso solo dire a chi mi vuole bene: sorprendetemi».