la Repubblica, 9 marzo 2024
Kabul, le due sorelle beffano i talebani nascoste dal burqa cantano la protesta
LONDRA – Si fanno chiamare “Ultima torcia”. Sono due sorelle afghane che hanno lanciato sui social media un movimento contro il regime dei talebani: una protesta musicale. I video delle canzoni di Shaqayeq e Mashal, pseudonimi usati per proteggersi dalle persecuzioni, sono diventate virali su Facebook e Whatsapp: ad attirare l’attenzione sono i versi dei loro brani e il fatto che le due sorelle indossano il burqa.«È come cantare da dentro una gabbia mobile», dice Shaqayeq allaBbc.«È un modo di dimostrare visivamente oltre che con le parole la condizione in cui sono tenute le donne a Kabul», le fa eco Mashal. Il burqa impedisce anche che vengano riconosciute. Ciononostante, il successo spinge i talebani a dare loro la caccia: «Sappiamo che con queste canzoni mettiamo in pericolo la nostra vita e la vita dei nostri familiari», raccontano. Per questo le due giovani sono andate a vivere all’estero. «Ma un giorno – affermano – speriamo di tornare nel nostro Paese».Interpellato dalla radiotelevisione britannica, un portavoce del governo dei talebani si limita a commentare: «Musica e canzoni sono molto dannose, le abbiamo messe al bando perché sono una distrazionedalla preghiera». I fondamentalisti islamici non hanno soltanto vietato la musica: da quando sono tornati al potere nel 2021, dopo il ritiro delle forze americane, i talebani hanno imposto la sharia, la rigida applicazione delle norme del Corano, tra l’altro vietando alle donne di continuare gli studi dopo la scuola media inferiore e impedendo ogni attivitàfemminile indipendente. «Dovevamo fare qualcosa contro queste brutali imposizioni», dicono le due sorelle. E pochi giorni hanno postato sui social il primo brano.Non avevano esperienza di musica. Semplicemente la amavano, come tutte le ragazze della loro età. I versi delle canzoni parlano delle proteste contro il regime: «La vostralotta è bella, le voci di donna urlano, siete il quadro spezzato alla finestra», recita una. «Le onde di voci femminili aprono lucchetti e porte delle prigioni», è il testo di un’altra. «La penna con cui scriviamo è riempita dal sangue dei dimostranti e sarà più forte delle vostre spade, delle vostre frecce». Sui social raccolgono migliaia di commenti favorevoli, ma anche qualche minaccia, come questa: «Quando vi prenderemo, vi taglieremo la lingua, non canterete mai più». Ma le due sorelle non demordono: «Andremo avanti».Le Nazioni Unite accusano i talebani di avere imposto un’apartheid di genere alle donne afghane e di innumerevoli violazioni dei diritti umani. I talebani rispondono che non accettano interferenze esterne. «Ci siamo chiamate Ultima Torcia perché vogliamo essere una luce nel buio», dicono le due giovani cantanti afghane. «E un giorno la luce vincerà sulle tenebre».