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 2024  marzo 10 Domenica calendario

Il Benito americano



Il 29 aprile 1926, sul quotidiano di Roma Il Messaggero, viene pubblicata una foto di due stelle del firmamento hollywoodiano, in visita nella capitale: Mary Pickford e Douglas Fairbanks. Sono al Foro romano, sorridenti, salutano col braccio alzato. Fairbanks è stato il fidanzato delle americane, impegnato pubblicamente a sostenere l’entrata statunitense nella Grande Guerra. Pickford è stata la fidanzata degli americani, emblema del patriottismo in Little Mary (1917) di Cecil B. De Mille. Il saluto romano dei due attori – si potrebbe ipotizzare – è un gesto divertente, dettato dalla simpatia e dal contesto. Fairbanks e Pickford nel febbraio del 1927 si trovano in vacanza al mare, negli Stati Uniti, a Laguna Beach. Vengono ritratti ancora una volta allegri e sorridenti: salutano col braccio alzato. Il fascismo e Mussolini negli Stati Uniti godono di grande fiducia. Ne sono convinti estimatori non solo Fairbanks e Pickford, ma anche il magnate dell’editoria William Randolph Hearst (che chiamerà Mussolini a collaborare con le sue numerose testate, remunerandolo con cifre da capogiro); l’intrepido aviatore Charles Lindbergh; Walt Disney; Henry Ford; il potente banchiere Thomas Lamont, alla guida della J.P. Morgan. Mussolini per tutti gli anni Venti e per la prima metà dei Trenta, negli Usa è paragonabile a un «divo» dello spettacolo. Il Rodolfo Valentino della politica. Il 13 novembre 1927, al Time Square Theatre di New York, gli americani possono ascoltare al cinema la voce del Duce. La Fox Movietone ha registrato un suo discorso in inglese, e lo abbina al film (muto) di produzione americana Aurora, del regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau. Mussolini si era preparato un testo in italiano. Poi lo riduce della metà. Parla inglese. Il breve filmato viene intitolato The Man of the Hour. Mussolini esce dalla residenza di Villa Torlonia, scende le scale e arriva in giardino, per fermarsi davanti agli operatori. Si rivolge agli americani ricordando l’amicizia tra le due nazioni, passata, presente e futura.
Ma la vera celebrazione del «divo» avviene il 10 marzo 1933, sempre a New York, con la presentazione in anteprima del documentario di montaggio Mussolini Speaks!. L’ha prodotto la Columbia Pictures, una delle cinque grandi major hollywoodiane, per volontà del co-fondatore, John Cohn, ebreo newyorkese, fratello meno conosciuto del celebre Harry Cohn. John Cohn viene accreditato come autore del documentario. La fortuna commerciale di Mussolini Speaks! è di tutto rispetto: un milione di dollari. Il filmato, di 70 minuti, si apre con la presentazione dello scrittore e sceneggiatore Lowell Thomas, commentatore radiofonico della Fox Movietone. Thomas è inquadrato mentre si rivolge in soggettiva allo spettatore, pronunciando queste parole: «Da molti anni gli occhi di tutto il mondo sono rivolti verso l’Italia, intenti allo scorgere di un uomo nuovo. Noi possiamo ammirare la sua azione politica. È la vita di uomo che fa di se stesso un capo, che forgia la storia. È l’uomo di azione fornito di un dono rarissimo, il magnetismo personale. Come ha potuto quest’uomo del popolo salire così in alto? La sua giovinezza ebbe forse ricchezze ed educazioni eccezionali? Come poté rovesciare il governo del suo paese e diventare così il primo ministro del Regno d’Italia? Che cosa ha fatto per l’Italia? Come governa? Infine, che uomo è dunque Mussolini? Lo vedremo noi stessi?».
In seguito, viene ricostruita in maniera sintetica la vita di Mussolini, dalla nascita a Predappio sino alla conquista del potere. Il «figlio del fabbro» è riuscito nell’impresa di riconciliazione nazionale, firmando il Concordato con il Vaticano. È scampato anche, miracolosamente, ad alcuni attentati, tra cui quello compiuto dall’irlandese Violet Gibson (7 aprile 1926). Chiusa l’apertura si arriva al discorso tenuto da Mussolini a Napoli, nel pomeriggio del 25 ottobre 1931, dal balcone del palazzo della prefettura, in piazza Plebiscito. Il Duce esordisce ricordando che proprio a Napoli, nel 1921, si era radunata la generazione di Vittorio Veneto. Da lì era partita la rivoluzione fascista. «O cederanno il potere, o lo prenderemo», era stata la promessa. Negli anni che ne sono seguiti, il fascismo ha lavorato moltissimo, sforzandosi di «andare incontro al popolo». Alcune parti del discorso servono per
legare le fasi successive del racconto. Mussolini non solo ha pacificato il paese caduto nel caos, ma lo sta modernizzando. Ferrovie, stazioni, strade, ponti, porti, costruzioni civili. L’agricoltura è curata alla pari della moderna aviazione e dei possedimenti coloniali. Mussolini è il nuovo Cesare, capace di abbellire Roma moderna, recuperando le antiche vestigia imperiali. Sempre nel 1933 Italo Balbo arriva negli Stati Uniti, alla guida di una squadriglia aerea composta da 24 velivoli e da 100 uomini. Sono partiti da Orbetello il 1º luglio e approdano a New York il 19. È la Trasvolata atlantica del decennale. Pochi giorni prima, il 29 giugno, al Madison Square Garden di New York, il pugile friulano Primo Carnera ha conquistato il titolo di campione del mondo dei pesi massimi, davanti a 35mila spettatori, battendo alla sesta ripresa l’americano di origine lituana Jack Sharkey. E Carnera si trova, in compagnia di migliaia di persone, a salutare l’apparizione in cielo del primo aereo italiano. Balbo assiste a un trionfo senza precedenti.
Osservando oggi Mussolini Speaks! si stenta a credere che sia stato realizzato da una major hollywoodiana. Chi non sa esattamente cosa sta vedendo ha l’impressione di assistere a un filmato di propaganda prodotto dal più mussoliniano degli organi di informazione del Ventennio, l’Istituto Luce. Questo straordinario documento, poco conosciuto, poco studiato e mai messo in commercio dopo l’uscita nel 1933 negli Stati Uniti (e nel 1934 in Italia, con il titolo Mussolini parla!), ha una costruzione visiva, sonora e comunicativa di qualità altissima. Un tale livello professionale, nel 1933 in Italia non era raggiungibile. Anzi, con tutta probabilità, l’Istituto Luce, sino al 1943 non sarà in grado di realizzare un documentario di propaganda così preciso nel raggiungere gli obiettivi. Le ragioni della passione americana per Mussolini sono varie. Italia e Stati Uniti avevano combattuto nella Grande Guerra dalla stessa parte. La comunità italiana negli Stati Uniti stava assumendo una fisionomia ben diversa rispetto agli albori dell’immigrazione. L’italo-americano Fiorello LaGuardia sarebbe diventato nel 1934 sindaco di New York, restandolo sino al 1945. Inoltre, c’è da tenere presente il ruolo di alcune strutture e organismi propagandistici del fascismo negli Usa, come la Casa Italiana di New York e l’Italy-America Society. Infine, Mussolini è giovane. La perfetta reincarnazione di Cesare, dallo sguardo magnetico, in possesso di una retorica e di una gestualità mai viste, a suo agio nelle coreografie di massa. Il Duce si fa riprendere a torso nudo mentre scia, in costume da bagno quando nuota. Monta a cavallo, tira di scherma, calcia un pallone e gioca a tennis. Guida l’automobile sportiva e l’aereo. E ha tenuto fuori l’Italia dalla crisi della seconda metà degli anni Venti, culminata con il crollo del 1929.
Mussolini Speaks! è il canto del cigno della fortuna del Duce negli Stati Uniti. Nel 1935 c’è la guerra d’Etiopia e il duro contrasto italiano con la Società delle Nazioni. Nel 1936 c’è la guerra civile spagnola. Italia fascista e Germania nazionalsocialista sono sempre più vicine. Poi arriva l’anno della svolta irreversibile: il 1938. Hitler è accolto trionfalmente in Italia (3-9 maggio). A Firenze si gode le bellezze artistiche della città. A Napoli assiste all’imponente parata navale. A Roma assapora i fasti del passato mescolati al desiderio del presente di riportarli in vita. Mussolini alla conferenza di pace di Monaco di Baviera (29-30 settembre) si presenta come garante di una pace duratura. In realtà asseconda Hitler nella sua strategia. Nel mezzo, in luglio, c’è l’approvazione in Italia delle «leggi razziali». L’Impero per consolidarsi, prosperare e ingrandirsi, necessita di una consapevolezza razziale, da implementare nell’«uomo nuovo» fascista. Il «divo» Mussolini non ha più niente da dire agli americani.