il Fatto Quotidiano, 10 marzo 2024
Ascolti tv, adesso Giorgia non ha più il “tocco magico”
L’effetto Sardegna si sta iniziando a materializzare anche in Tv: nelle ultime settimane, a cavallo con la vittoria della candidata del centrosinistra Alessandra Todde contro Paolo Truzzu, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha perso il “tocco magico” e ha smesso di far alzare gli ascolti di telegiornali e talk show in cui era ospite. Sia a Mediaset che in Rai.
Quattro ospitate in un mese che stanno allarmando autori e vertici dei programmi: la premier non “tira” più come un tempo quando averla in prima serata permetteva ai programmi del prime time di alzare sempre la share di qualche punto, dicono gli esperti.
L’ultimo caso è stato quello di giovedì scorso quando Meloni è stata intervistata in prima serata a Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio, su Rete4. Un colloquio informale in cui la presidente del Consiglio ha potuto rivendicare, per venti minuti, i mirabolanti risultati del suo governo: la “nuova centralità” dell’Italia sullo scacchiere internazionale (“Io non vado in giro a prendere ordini”), i dati macroeconomici e dell’occupazione che volano e la strategia del governo per combattere baby-gang e criminalità da strada. Alla fine, premier e conduttore si sono scambiati anche una serie di scambi affettuosi con il secondo che si è auto-invitato a Palazzo Chigi per una “carbonara o amatriciana”. Il siparietto però non è servito per alzare più di tanto la share: Dritto e Rovescio ha registrato una share media del 5,6%, quasi mezzo punto sotto la media del programma da inizio stagione che si attesta, da settembre 2023, sul 6%. Picco massimo: 6,7%. Molto sotto la performance del suo vicepremier Matteo Salvini che, ospite di Del Debbio il 4 gennaio scorso, aveva registrato il 7,4% di media (mentre per Antonio Tajani, l’altro vicepremier, continua a valere la regola del “non buca lo schermo”: la sua partecipazione il 22 febbraio scorso si è fermata al 5,2%). E sotto anche la stessa partecipazione di Meloni da Del Debbio il 17 settembre scorso, quando la performance tv della premier fece registrare il 6,9% di share.
Risultato deludente anche per altre tre ospitate in queste settimane. La prima era stata il 12 febbraio, Meloni era stata intervistata in prima serata al Tg5 a pochi giorni dal viaggio a Kiev e nel pieno dello scontro politico sul terzo mandato con la Lega e aveva ottenuto il 18,8%, un risultato un punto sotto la media stagionale del 19,8%. Due settimane dopo, il 22 febbraio, alla vigilia del voto sardo, la premier aveva fatto una “doppietta” da Bruno Vespa su Rai 1: prima a Cinque minuti e poi a Porta a Porta. Ospitate che hanno fatto infuriare le opposizioni per lo spazio concesso alla premier a poche ore dall’apertura dei seggi in Sardegna, ma che non hanno portato un sostanziale aumento negli ascolti dei due programmi di Vespa. In access prime time il programma Cinque Minuti ha ottenuto 4.364.000 spettatori con il 20,8% di share, in seconda serata Porta a Porta ha conquistato 896.000 spettatori con l’11,4%. Per Cinque Minuti, che ha una share media di 21,6%, la perdita è di 0,8%. Per Porta a Porta siamo solo poco sopra la media della stagione (9,3%). Dieci giorni dopo, il 5 marzo, con la segretaria del Pd Elly Schlein ospite, il talk di Vespa ha ottenuto il 23,2%.
Anche l’intervista al Tg2 Post del 28 febbraio in cui Meloni ha parlato per la prima volta delle manganellate di Pisa attaccando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il riferimento alle “istituzioni” che “tolgono sostegno alle forze dell’ordine”, non è andata meglio: 3,1% di share, sostanzialmente in linea con gli ascolti della striscia. Dati che mettono in imbarazzo i vertici Rai e Mediaset ma anche Palazzo Chigi: non un bel biglietto da visita alla vigilia delle elezioni di oggi in Abruzzo.