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 2024  marzo 09 Sabato calendario

“Te l’avevo detto” di Ginevra Elkann: 1 mln 735 mila € di finanziamento, 117 mila di incasso

Lo Stato ha speso quasi 3 milioni di euro, tramite il ministero della Cultura, per sovvenzionare i film di Ginevra Elkann – nelle vesti di regista – la sorella di John e Lapo: 2.828.044,32 euro tra crediti d’imposta e contributi a fondo perduto, spalmati su due pellicole. E le due case di produzione di proprietà della terzogenita Elkann, “Asmara Films” e “The Good Films” (di cui è stato socio anche il fratello Lapo, per un certo periodo) hanno beneficiato di più di 300.000 euro tra sviluppo, produzione e distribuzione delle pellicole (insieme, certamente, ad altre aziende del settore che vi hanno preso parte). Il risultato? Incassi rasoterra e società con conti in rosso.
Ma facciamo un passo indietro. Ginevra è la figlia di Alain Elkann e Margherita Agnelli. Cresciuta tra Inghilterra, Francia e Brasile, in un ambiente cosmopolita e ricco di suggestioni, mostra sin da subito passione e dedizione per il cinema. Laureata all’Università Americana di Parigi, Master in Regia cinematografica alla London Film School, comincia a lavorare – sotto ruoli e in comparti di produzione differenti – dietro le quinte. Lancia due società di produzione, “Asmara Films” (2010) e “Good Films” (2012). Le due aziende (accorpate, a gennaio del 2024, in un’unica società) non hanno mai goduto di buona salute e negli anni hanno accumulato perdite per centinaia di migliaia di euro. Ciò non le ha impedito di produrre/coprodurre/distribuire svariati film: tra contributi selettivi, automatici e crediti d’imposta il Ministero ha concesso 330.446,69 euro.
Nel 2019 la svolta nella carriera: Ginevra firma la regia del suo primo lungometraggio, Magari. L’opera fa incetta di nomination: due candidature al David di Donatello 2021 e al Nastro d’Argento. Ma alla fine il film non vince in nessuna categoria. E consultando il database del Ministero della Cultura viene fuori che i produttori (Wildside) hanno beneficiato di 692.711,12 euro sotto forma di tax credit e 400.000,00 euro come contributi selettivi di produzione, per un totale di 1.092.711,12 euro. Mymovies indica (i dati sono aggiornati fino al 11 maggio 2021) che al botteghino Magari ha incassato “nelle prime 12 settimane di programmazione 12,4 mila euro e 25 euro nel primo weekend”, ma è un dato fuorviante, poiché all’epoca le sale facevano i conti con l’emergenza Covid.
Nel 2023, invece, esce il suo secondo film, Te l’avevo detto con un cast di tutto rispetto, prodotto da Small forward productions, Tenderstories e The Apartment. Il Ministero sovvenziona la pellicola con 1.735.333,20 euro sotto forma di tax credit e al box office, stavolta senza restrizioni, Te l’avevo detto incassa 117.458 euro. In pratica quasi un quindicesimo di quanto finanziato. Certo di casi analoghi – e gli addetti ai lavori ne sono ben coscienti – ce ne sono molti. Sono tanti, troppi, i film finanziati dallo Stato che in sala nessuno o quasi va a vedere. Ginevra Elkann non fa eccezione. E non è scritto da nessuna parte che una regista (stra)ricca non abbia diritto agli stessi sussidi degli altri. Però, ai peggiori populisti, la cosa potrebbe apparire indigesta.