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 2024  marzo 09 Sabato calendario

Periscopio

Ieri a Firenze degli attivisti pro Palestina hanno interrotto la presentazione del libro di Elisabetta Fiorito su Golda Meir. @ilfoglio_it

Negli Stati Uniti per una raccolta fondi, Golda Meir pronuncia al Madison Square Garden uno dei suoi famosi discorsi: «Noi vogliamo la pace, ma gli ebrei morti nelle camere a gas sono stati gli ultimi a morire senza essersi difesi. Adesso che abbiamo vinto, se ci ritiriamo saremo attaccati di nuovo. Israele dice no». Elisabetta Fiorito, Golda, Giuntina 2024.

Gli Usa costruiranno un porto a Gaza per distribuire gli aiuti. Ansa.

Continueremo a combattere contro tutti i battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Rafah è l’ultima roccaforte di Hamas. Chi ci dice di non agire là, ci chiede di perdere la guerra. Questo non avverrà. Benjamin Netanyahu.

[Qui in Occidente,] negando loro il libero arbitrio, abbiamo avvolto gl’immigrati musulmani in una retorica di vittimismo. È stata sviluppata una serie di falsi presupposti per caratterizzarli come vittime dell’esclusione e della discriminazione. (…) Dopo il 2001, quando il terrorismo jihadista ha cominciato a diffondersi in Europa, e un sondaggio dopo l’altro ha mostrato che la maggior parte dei musulmani sosteneva il sistema di credenze che giustificava le attività dei terroristi (…) le regole furono allentate, gli standard abbassati e furono trovate scuse [dopo ogni nuovo episodio di] violenza. Ayaan Hirsi Ali, il Foglio.

Oggi è un giorno storico. La Svezia è membro della Nato. Ulf Kristersson, primo ministro svedese.

Non credo che l’obiettivo di Putin sia la conquista di alcuni territori. Il suo obiettivo è annettere tutta l’Ucraina». Volodymyr Zelensky 1, ospite di Cinque minuti.

Nel periodo intercorso tra l’elezione di Putin alla presidenza (nel 2000) e l’invasione dell’Ucraina (nel 2022) nella società russa sono diventate sempre più visibili le narrazioni fasciste, promosse da ideologi che dai margini della politica sono stati gradualmente spostati al centro del dibattito nazionale. Sotto l’influenza dello Stato, la società russa ha reagito alle sfide politiche, culturali, economiche escludendo (…) chiunque non rientra nella definizione restrittiva della «russità». Essere russo significa essere maschio, forte, aggressivo e cristiano ortodosso. Essere russo significa accettare la missione storica della propria nazione come salvatrice messianica del mondo. Chiunque non si riconosca in questo identikit, fa parte della «quinta colonna» di liberali e progressisti, omosessuali e persone di colore: in poche parole, è un traditore. Ian Garner, Figli di Putin, Linkiesta Books 2024.

L’altro giorno, forse per reazione alle scomuniche «democratiche», forse nell’ingenua speranza di contribuire alla pace, forse per aver sentito dire dai nostri governi che non siamo in guerra con la Russia, Jorit si è presentato al Festival della Gioventù di Sochi e si è rivolto a Putin chiedendogli un selfie «per mostrare all’Italia che lei è un essere umano come tutti e l’arte può connettere i popoli e le nazioni». Marco Travaglio, il Fattosky quotidiano.

Mentre lo street artist di noialtri si prosternava a Putin – «com’è umano lei» (Fantozzi a Mosca di purissimo conio) – qui si facevano i conti con l’operazione speciale di routine che per poco non ha fatto fuori due premier europei a Odessa, due al prezzo di uno, e Medvedev beffardo diceva che è stato un caso ma non sarebbe stato poi così male se si fosse incassato il risultato. Giuliano Ferrara, il Foglio.

A ottobre [il nostro deficit] era stimato all 5,3% del Pil (parametro di Maastricht 3%); alla fine si è attestato sul valore ben più alto del 7,2% del Pil (nel frattempo cresciuto più del previsto). A questo enorme scostamento ha contribuito in maniera importante il famigerato super bonus edilizio 110%, il cui costo è arrivato intorno ai 170 miliardi (23 miliardi in più rispetto le stime di ottobre). Il più grande caso di follia populista della storia; per dare una dimensione ricordo che le famigerate «pensioni baby» sono costate ai contribuenti italiani 130 miliardi in oltre cinquant’anni; il super bonus è costato 170 in soli tre. E il conto non è ancora quello finale. Marcello Gualtieri, ItaliaOggi.

«Pronto, ghe x’è l’Umberto?» I ribelli della Lega telefonano a casa Bossi. HuffPost.
Gli telefonano, vanno a trovarlo a Gemonio. In molti vorrebbero che risolvesse lo stallo leghista con un richiamo alle origini. Magari una presa di posizione pubblica per il 12 aprile di quest’anno, quando la Lega Nord compirà 40 anni. Il partito più vecchio del Parlamento. Ma il Senatùr si esprime per il momento solo per consigli. Il cui senso è noto. Alfonso Raimo, HuffPost.

[Milano]. Prende la parola il segretario cittadino, nonché consigliere della Lega, Samuele Piscina. Il suo è un intervento per denunciare gli scontri di domenica in via Padova tra la polizia e i centri sociali che manifestavano contro la Lega. Se la prende con chi sostiene che la zona sia un modello di integrazione e la butta lì come se niente fosse: «C’erano transessuali che sputavano sangue infetto addosso agli agenti».Corriere della Sera.

È una questione molto brutta ma molto semplice da spiegare: alcuni funzionari dello Stato accedono a banche dati con dati sensibili per passare informazioni sensibili su politici non amici ad alcuni giornali, particolarmente al giornale di De Benedetti, tessera numero uno del Pd – e, ho letto, anche al responsabile comunicazione del Pd – per lanciare campagne di fango. Spero si arrivi ai mandanti, con nomi e cognomi. Paolo Del Debbio (dal Punto del Corriere della Sera).

Accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla vicenda dei verbali di Piero Amara su una presunta Loggia Ungheria, l’ex pm di Mani Pulite ed ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, è stato condannato a un anno e tre mesi dalla Corte d’Appello di Brescia. Giampiero Di Santo, ItaliaOggi.

Un tempo lontanissimo su questo giornale scrissi un articolo scherzoso su Piercamillo definendolo intelligentissimo fin da ragazzino, al punto che quando eseguiva i compiti in classe, non volendo che i compagni copiassero il suo elaborato lo nascondeva dietro la carta asciugante. Non avessi mai osato sfotterlo sia pure bonariamente. Egli mi querelò per diffamazione e (…) fui obbligato a risarcirlo. Vittorio Feltri, il Giornale.

Niente è più opinabile della reputazione d’un uomo pubblico. Roberto Gervaso