la Repubblica, 10 marzo 2024
Le suore abusate dai preti
ROMA – Potrebbero essere più di 75 mila le suore nel mondo vittime di abuso sessuale. Lo afferma Doris Reisinger, teologa, filosofa e scrittrice tedesca, ex suora della famiglia spirituale Das Werk, spiegando che quello sessuale non è il peggiore degli abusi.Quanti sono gli abusi sessuali subiti dalle suore nel mondo? Esistono dati certi?«A mia conoscenza è stata fatta una sola indagine sistematica, negli Stati Uniti, pubblicata nel 1998 sulla Review of Religious Research. In base a questo studio il 30% delle suore ha subito qualche forma di abuso, il 12,5% ha subito abusi sessuali, e di quest’ultimo gruppo il 29% ha subito un “contatto sessuale genitale”, compresa la penetrazione. Gli Stati Uniti negli anni ’90 non sono il contesto nel quale ci si aspetterebbe numeri particolarmente elevati di violenze contro le donne in generale, e sulle suore cattoliche in particolare, quindi possiamo supporre che questi numeri siano più alti in altri luoghi e in altri periodi. Se applichiamo questi numeri alle circa 600mila suore che ci sono nel mondo, se ne può dedurre che 180mila di loro hanno subito qualche forma di abuso, 75mila un abuso sessuale, 30mila sono state vittime di stupro sessuale genitale. Non si tratta di un problema marginale ma di un problema di sistema. Ma vorrei precisare che forme di abuso come lo sfruttamento finanziario e l’abuso psicologico sono dannose quanto lo stupro, o anche peggio, perché hanno l’effetto di mantenere le donne per tutta la vita in uno stato di dipendenza e vulnerabilità e di impedire loro di liberarsi. Per me durante la vita religiosa l’abuso sessuale non è stato il peggiore: la cosa peggiore è stata l’abuso spirituale e lo stato di totale dipendenza dal mio superiore».Nella Chiesa, e in Vaticano, c’è consapevolezza di questo problema o è ancora sommerso?«C’è una crescente consapevolezza degli abusi sulle religiose tra le donne cattoliche e tra i sopravvissuti agli abusi sessuali del clero, ma tra i preti e i vescovi non c’è quasi nessuna consapevolezza o nessun interesse per l’argomento. Per quanto riguarda la Curia romana e papa Francesco, sono sicuramente consapevoli ma non agiscono in modo tale da mostrare di voler fermare questo tipo di abuso o prevenirlo».Cosa bisognerebbe fare a suo avviso che ancora non è stato fatto?«La questione chiave è cambiare le norme che regolano la vita consacrata in modo da mitigare efficacemente la dipendenza delle suore dalle loro congregazioni. La sicurezza finanziaria è fondamentale. Oggi le suore dipendono completamente dalle loro congregazioni. Il denaro e la sicurezza finanziaria sono fondamentali per prevenire e affrontare gli abusi: una suora che ha i mezzi per andarsene non accetterà gli abusi con la stessa facilità di una suora che non ha nessun posto dove andare e niente per mantenersi. Inoltre è una questione di diritti umani fondamentali e di giustizia che le donne che hanno lavorato per la Chiesa, alcune per decenni, non vengano lasciate senza un soldo quando decidono di lasciare la vita consacrata».