Giampiero Mughini per Dagospia, 9 marzo 2024
LA VERSIONE DI MUGHINI – QUELLO DI PAOLO SIGNORELLI (MORTO NEL 2010), È UN NOME CHE È STATO FRAGOROSO NELLA STORIA DELLA DESTRA ITALIANA - A UN CERTO PUNTO APPARVE ESSERE UN MOSTRO, CHE S'ERA MERITATO LA BELLEZZA DI TRE ERGASTOLI. SOLO CHE UNA DOPO L'ALTRA QUELLE ACCUSE CADDERO, DOPO DIECI ANNI DI CELLA - ERA STATO INGIUSTAMENTE GIUDICATO E CONDANNATO, UN UOMO CHE S'ERA ACCANITO SÌ NEL PROFESSARE LE SUE IDEE, UNO CHE CON ME HA AMMESSO DI AVERE SCHERZATO COL FUOCO MA CHE NON ERA AFFATTO UN MOSTRO... -
Caro Dago, vedo che fai il nome e dedichi un articolo a Paolo Signorelli (nato nel 1934, morto nel 2010), un nome che è stato fragoroso nella storia recente della destra italiana. Il nome di uno che a un certo punto apparve essere un Mostro quale non ce n'era stato l'eguale nella nostra storia repubblicana, uno che s'era meritato la bellezza di tre ergastoli da quanti ne aveva messi a morte.
Solo che una dopo l'altra quelle accuse caddero, che dopo dieci anni di cella Paolo scrivesse un imperdibile “Professione imputato” che in tanti ci scaraventammo a leggere e che una trentina d'anni fa nell'aula di un alberghetto romano di Trastevere fummo in molti a riunirci e in un certo modo a risarcire Signorelli. Mi pare fosse stato Francesco Rutelli a organizzare il tutto, c'eravamo io, qualche radicale (forse Valter Vecellio), Giuliano Compagno e altri.
Tutti unanimi nel salutare un uomo che era stato ingiustamente giudicato e condannato, un uomo che s'era accanito sì nel professare le sue idee, uno che con me una volta ha ammesso di avere scherzato col fuoco (come tantissimi a sinistra, uno per tutti Antonio Negri), ma che non era affatto un Mostro calzato e vestito. Sono poi rimasto un amico della famiglia Signorelli e innanzitutto di sua figlia, la mia carissima Silvia.
Continuo a pensare che la democrazia italiana sia in debito con lui, non in credito. Purtroppo non ho letto la riedizione di “Professione imputato” cui Pietrangelo Buttafuoco, ha apposto una sua prefazione. Non si può leggere tutto. L'importante è sapere come sono andate le cose in quel rovente groviglio di fatti e di idee minacciose che è stata la storia italiana di quest'ultimo mezzo secolo. Ps. Un caro saluto alla mia amica Silvia