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 2024  marzo 07 Giovedì calendario

Intervista a Iva Zanicchi

Iva Zanicchi, la sua carriera artistica è sterminata, riempie trentatrè pagine di Wikipedia. Cos’è che non ha fatto nella vita?
«Scrivere una fiction, magari tratta dal mio libro Polenta di castagne».
Ancora: chi è che ha scritto una canzone per lei? C’è una lista lunga lunga...
«Ma è lunga anche quella di chi non ha scritto. Però c’è una strana ricorrenza».
Quale?
«Gli autori famosi hanno scritto per me canzoni che non hanno avuto successo».
Chi sono?
«Lucio Battisti, ad esempio. Ha scritto una canzone bellissima che si intitola “Il mio bambino”. Forse era troppo avanti, forse io non l’ho curata. Sono andata a Sanremo e l’ho trascurata. Almeno, però, ho vinto quel Festival».
Quale altro autore?
«Paolo Conte. Ha chiamato la mia casa discografica: “Voglio scrivere un blues per Iva”. Lo ha fatto, è stato un flop. Anche con Tiziano Ferro non è andata bene».
Invece Zingara, una canzone entrata nella storia della musica, chi l’ha scritta?
«Enrico Riccardi e Luigi Albertelli».
È vero che per Sanremo del 1969 era stata proposta a Gianni Morandi?
«Sì sì».
È arrivata invece a lei. Con Bobby Solo in quel Festival avete sbancato l’audience...
«Tutto per la famosa scala della canzone: zan zanza zanzan. Appena l’ho sentita ho capito che avevo davanti un successo».
Nel 1973 lei è stata la prima italiana a cantare al Madison Square Garden di New York.
«Che bella esperienza».
Lì a New York si è favoleggiato di un incontro intimo con Frank Sinatra...
«Macché, nella sua suite ci è andata un’altra al posto mio».
Che vuol dire un’ altra?
«Io volevo conoscere Sinatra a tutti i costi. Il mio impresario di allora scomodò sua mamma per combinare l’incontro, Sinatra dava retta solo alla sua mamma. Arrivai a una festa piena di gente al Plaza Hotel, c’era anche il vice presidente degli Stati Uniti. Sinatra era lontano da me, il mio impresario mi ha indicato, allora lui mi ha scritto un bigliettino: “Vieni nella mia suite”».
E lei non è andata? Perché?
«Beh, ero con mio marito. E comunque non ci sarei andata lo stesso, non era quel tipo di incontro che volevo».
Perché invece è andata un’altra al posto suo?
«Ha approfittato del mio bigliettino. Credo che Sinatra non si sia accorto dello scambio».
Si è detto molto anche sulla sua rivalità con Mina. È vera?
«Ma va. Mina era in un altro Olimpo. Abbiamo più o meno la stessa età, ma lei ha cominciato prima di me. È stata una ventata di aria fresca. Uno sconquasso la sua voce cristallina».
I rapporti con le altre? Milva, Patty Pravo, Orietta Berti?
«Sono amica con l’Orietta, ci vediamo spesso. C’è una cosa che ci unisce: siamo partite lo stesso anno dallo stesso posto: il concorso voci nuove di Reggio Emilia. C’era anche Gianni Morandi. Era il 1961».
È vero che ha conosciuto Federico Fellini?
«Ma sì. Se è per questo ho conosciuto anche Picasso, Carrà, Burri, Yves Montand. Sono incontri che ti lasciano il segno».
Certo. Ma come ha fatto a conoscere tutte questi personaggi degni dei libri di storia?
«Sono stata fortunata, erano anni particolari, pieni di fermenti. Con Giuseppe Ungaretti abbiamo anche girato un filmato».
Un filmato con Ungaretti? Dove?
«In un bosco vicino a Salsomaggiore. Ungaretti era lì per una cura, io per un premio televisivo. È voluto venire insieme con me nel bosco dove io dovevo cantare una canzone, Un uomo senza tempo».
Ungaretti che c’entrava?
«Si è divertito a farmi da spalla. Fantastico Ungaretti, era a Salsomaggiore con la sua mamma. La adorava. Mi ha raccontato della sua infanzia, della guerra: mi disse che le sue liriche più belle sono state ispirate in trincea. Sono rimasta con lui una settimana. Proprio come mi era successo con Fellini».
Già, Federico Fellini. Cosa c’entra lei con il regista di Amarcord?
«È stato lui che mi ha cercato, proprio per darmi una parte in Amarcord. Ero davvero emozionata per quell’opportunità. Voleva darmi il ruolo di Gradisca. Poi ho scoperto che quel ruolo lo aveva proposto a tutte. Gliel’ho detto».
Cosa ha detto a Fellini?
«"Caro maestro, io lo so che lei ha in testa la sua Gradisca ideale, ma questa attrice adesso non può perché è incinta”. Era ovvio che cercava Sandra Milo».
Si è dispiaciuta?
«Dispiaciuta di passare una settimana con Fellini? Ma stiamo scherzando? Il maestro mi ha portato a cene speciali dove ho conosciuto anche Alberto Sordi. A me sembrava di stare al cinema».
Di nuovo lo stesso tipo di domanda. Chi non ha conosciuto?
«Sono stata fortunata».
Anche con la politica e la televisione le è andata bene...
«La televisione proprio non la volevo fare».
Invece?
«È stato Berlusconi che me l’ha proposta. Mi aveva visto nel primo grande show di Canale 5, Premiatissima, una gara tra sette cantanti dove presentavano Johnny Dorelli e Ornella Muti. Si era convinto che uno show lo dovessi presentare io».
E lei?
«Ho fatto resistenza. Dissi a Berlusconi che non ero Mike Bongiorno».
E lui?
«Ha insistito: “Iva fai una prova un paio di mesi. Poi se sempre in tempo a tornare alla musica”».
Ma alla musica non c’è tornata...
«Dodici anni dopo sì, tanto alla fine il tempo che sono rimasta alla guida di Ok il prezzo è giusto».
Un programma che ha avuto un grande successo.
«Non guardavamo neanche più gli ascolti, andavamo con un treno».
Poi quel seggio da Eurodeputata di Forza Italia.
«In questo caso Berlusconi si oppose con tutte le sue forze».
Ma lei, in questo caso, non lo ha ascoltato.
«No, infatti Berlusconi mi disse: “Non ce la farai mai, stai facendo un errore. Hai un programma di successo e ti attirerai l’odio di chi non la pensa come te”. Nessuno credeva che ce l’avrei fatta, tranne un brianzolo che mi portavo dietro nei mercati».
Quindi è vero, lei la campagna elettorale l’ha fatta nei mercati rionali?
«Non avevo alternative. Mi sono fatta tutti i mercati della Lombardia. Nessuno mi ha invitato in un programma televisivo dove invece ero sempre stata di casa».
Alla fine ha vinto anche questa volta.
«E ho fatto morire d’invidia tutti: c’è chi per la campagna elettorale ha speso milioni. Io quindicimila euro appena».