Il Messaggero, 7 marzo 2024
Biografia di Anna d’Austria
«Anna d’Austria, allora sui ventisei anni, era nel fulgore della sua giovinezza; camminava come una dea; i suoi occhi dai riflessi di smeraldo erano stupendi ed esprimevano insieme dolcezza e maestà. La bocca era piccola e rossa graziosissima nel sorriso e profondamente sdegnosa nel disprezzo. La sua carnagione era morbida e delicata, la mano e il braccio di bellezza sorprendente, anzi incomparabili, secondo i poeti del tempo che non finivano mai di lodarli. I capelli erano arricciati e molto schiariti con la cipria, e adornavano un viso per il quale il critico più severo avrebbe desiderato solo un po’ meno di rossetto e lo scultore più esigente un naso più fine. Buckingham restò un istante abbagliato: mai Anna d’Austria gli era apparsa così bella come gli appariva in quel momento, vestita con un semplice abito bianco e accompagnata da donna Estefania, la sola delle sue spagnole che non fosse stata mandata via dalla gelosia del re e dalle persecuzioni del cardinale Richelieu».IL ROMANZO Questa descrizione di Anna Maria Maurizia d’Austria, figlia del re di Spagna Filippo III e moglie del re di Francia Luigi XIII, è impressa nella mente degli estimatori di Alexandre Dumas. Si trova, infatti, in uno di quei libri che hanno contribuito a formare la personalità di ragazzi e ragazze di ogni epoca, ovvero I tre moschettieri. Al grido di «Tutti per uno, uno per tutti», ogni adolescente si è identificato con il nobile e disinteressato Athos, o con il forte e ingenuo Porthos, o con l’abile e manierato Aramis. E naturalmente con l’eroe per eccellenza, il coraggioso, ironico e astuto d’Artagnan. Ma se fuori dal comune sono le personalità maschili – basti pensare che i coprotagonisti sono il cardinale Richelieu, il più grande genio politico del tempo, nonché l’egoista Luigi XIII, figlio di Enrico IV e Maria de’Medici, e ancora il fascinoso e ricchissimo duca di Buckingham – altrettanto lo sono quelle femminili. Oltre ad Anna d’Austria ci sono l’intrigante amica di lei, Madame de Chevreuse, la perfida Milady de Winter, la generosa Constance Bonacieux. Realtà e fantasia si intrecciano, come sempre nei feuilleton di Dumas, dando vita a caratterizzazioni straordinarie. Alcune figure sono realmente esistite e magari un po’ romanzate (come d’Artagnan), altre no. Alcune sono promesse a triste fine – Buckingham, la Bonacieux e Milady -, altre al trionfo. In ogni caso i grandi protagonisti, cioè i moschettieri e Anna d’Austria, animeranno i romanzi successivi della trilogia, Vent’anni dopo e Il Visconte di Bragelonne.LA GIOVINEZZAAnna, nata in Spagna nel 1601 e sposatasi con Luigi XIII nel 1615, è uno dei “fili conduttori” di questi libri di “cappa e spada”. Ne I Tre moschettieri è giovane e bella, ancora senza figli, non amata dal marito (che preferisce la compagnia dei suoi gentiluomini e soprattutto del duca di Luynes), sospettata da Richelieu, di cui si dice che fosse stato da lei respinto. Isolata alla corte perché spagnola, Anna commette qualche imprudenza politica e affettiva. Centrale, nel romanzo, è l’intrigo dei puntali di diamanti, che ricorda lo scandalo del collier di diamanti di Maria Antonietta. Si tratta di puntali che la sovrana ha ricevuto in dono dal re suo marito e avventatamente donato al suo innamorato inglese Buckingham. Essi vengono poi rubati su ordine di Richelieu dalla malvagia Milady (personaggio, pare, realmente esistito con il nome di Lucy Percy, contessa di Carlisle).LA CORONAVerranno recuperati fra mille traversie dai moschettieri, i quali faranno fallire l’intrigo e salveranno la regina. Che potrà trionfalmente indossare i diamanti a un ballo, dimostrando così la propria – in effetti, non completa – innocenza. Nei romanzi successivi, Anna d’Austria si rivelerà assai ingrata – “volubile come sono i Grandi” – perché dopo quel salvataggio ha dimenticato cosa deve ai moschettieri. Costoro, tuttavia, troveranno il modo di tornare alla ribalta e di salvare nuovamente la Corona di Francia. Ricavando, ancora una volta, solo qualche effimera soddisfazione e poi molta ingratitudine e persino crudeltà. Al timone del regno, infatti, giungerà prima l’astuto, abile e duttile italiano Giulio Mazzarino, quindi nel 1661 il di lui figlioccio, quel re Sole che in apparenza è un sovrano di luce, ma nella sostanza uomo di ombre e gelosie. Lo scoprirà a suo spese Nicolas Fouquet, sovrintendente delle finanze fedele alla Corona e vittima delle cabale di corte e dell’invidia di Luigi XIV. L’ITALIANOResta il fatto, comunque, che dopo la nascita dei due figli Luigi e Filippo, dopo la morte del re suo marito e di Richelieu, Anna cambia e matura. Sarà lei, intelligentemente, ad affidare il governo a Mazzarino (di cui si dirà che è stato il suo amante e forse il marito), lei a reggere e a salvare con “l’italiano” la corona di Francia per conto del bambino Luigi XIV. Che verrà educato dalla madre e dal padrino “al mestiere di re” e alla “ragion di Stato”. In nome della quale, però, commetterà azioni non proprio edificanti. Ma conserverà sempre un forte legame con la genitrice, tanto che alla morte di lei, nel 1666, dirà in lacrime: «È stata uno dei nostri più grandi re».