il Giornale, 7 marzo 2024
Sulla fama
«Non riesco a gestire la fama», chi lo ha detto? Taylor Swift? Chiara Ferragni da Fazio? Macché, lo ha detto Anna Hughes. E chi sarebbe? Semplicemente una signora scozzese di settantadue anni che è stata tirata su dalla saracinesca di un minimarket alla quale le si era agganciato il cappotto finendo a testa in giù. Tipo una scena di un film con Buster Keaton.
A mettere il video su Tik Tok è stato lo stesso minimarket, perché anche il minimarket vuole diventare famoso. E questa signora ora deve «gestire la fama». «Basta poco», cantava Vasco Rossi, «per essere famosi/ basta andare in televisione/ che la gente poi subito ti riconosce per la strada». Basta anche meno di poco, restare impigliata in una saracinesca, oppure rispondere durante la pandemia «Non ce n’è Coviddi», subito virale, e Angela da Mondello ne approfittò per trasformarsi in un’influencer. Bastò ancora meno alle due ragazze sulla spiaggia di Ostia che risposero di combattere il caldo con «un Calippo e na’ bira».
In fondo Andy Warhol, quando disse che ognuno in futuro sarà famoso per quindici minuti non sbagliava, ma non c’era ancora Internet, oggi la popolarità virtuale dura un po’ più di quindici minuti. Non so come la signora saracinesca scozzese voglia gestire la fama, ma è quello che oggi si cerca di fare, e la fama si traduce in follower e i follower in denaro (a volte). Ma dura? Spesso no, è difficile diventare virali con niente e continuare a esserlo. D’altra parte perfino Chiara Ferragni, che della fama sui social ne ha fatto un business, vivendo nel suo mondo incantato fatto di milioni di follower (senza i social non sarebbe mai esistita), nel momento in cui i follower le si rivoltano contro non riesce a uscirne, perché dalla fama senza alcun talento a morire di fama il passo è breve.