La Lettura, 3 marzo 2024
Catalogo di mostri
A quasi quarant’anni dall’omonima mostra, arriva anche in Italia il bestiario fotografico Faune, realizzato dall’artista spagnolo Joan Fontcuberta in collaborazione con lo scrittore Pere Formiguera. A portarlo in libreria è Mimesis (traduzione di Francesca Di Renzo, pp. 128, e 25), con un’operazione di recupero che soddisferà gli amanti della criptozoologia, del mockumentary e della biologia speculativa.
Il volume, in costante equilibrio fra realtà e finzione, fra tranelli e ritocchi fotografici, mostra le sensazionali scoperte naturalistiche dell’immaginario dottor Peter Ameisenhaufen, attivo fra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso. Poco ortodosso, amante dei trapianti e degli ibridi, è stato dimenticato dal mondo scientifico fino al 1980, quando gli autori del libro ne hanno «recuperato» in Scozia il misterioso archivio-laboratorio.
A un’accurata biografia seguono non solo schede zoologiche dettagliate, ma anche fotografie scattate sul campo, radiografie, schizzi, appunti. L’universo di Ameisenhaufen è animato da incroci, follie dell’evoluzione, bizzarrie naturali scovate durante spedizioni effettuate ai quattro angoli del globo. Ecco la Solenoglypha polipodida, un serpente dotato di zampe; il Felis pennatus, un carnivoro alato; l’Alopex stultus, una volpe artica dalla testa corazzata. Se il Centaurus neanderthalensis non è altro che un babbuino mitologico, un Chirone africano, il Basilosaurus di Koch è un relitto dell’Olocene, un vero e proprio omaggio ai sogni di ogni criptozoologo, da Nessie al leggendario Mokele-mbembe.
Ogni istantanea pare rubata durante un’escursione o scattata in laboratori non autorizzati, dove l’etica non è di casa. Il ritocco e l’orchestrazione, sebbene siano decisamente evidenti (sono del 1987), non infastidiscono. Anzi, magnetizzano lo sguardo del lettore. Quali animali veri ha usato per creare questa foto? Dov’è la testa di questo animale? Che razza di esperimento sto guardando?
Faune è un gioco di inganni, un inno alla metamorfosi. Rispecchia appieno l’obiettivo artistico del suo autore: mettere in crisi la nozione di realtà, instillare dubbi nel pubblico, suggerire che l’ironia può essere una potente lente interpretativa. Anche la vita animale, che sempre ci ha sorpresi con forme adatte e funzioni precise, può essere grottesca. Anche la selezione naturale, ogni tanto, può mischiare le carte in tavola e dare origine a una chimera.
Con questo lavoro di Fontcuberta l’elenco dei bestiari si allunga. In queste pagine non c’è la prosa di Borges, né la poesia di Renard; mancano il guizzo artistico di Aldrovandi e le mire enciclopediche di Cattabiani. Tuttavia Faune non sfigura, perché esprime in modo originale ciò che è essenziale per la realizzazione di ogni bestiario: un’insana passione per lo strano e per ciò che è nascosto.