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 2024  marzo 05 Martedì calendario

LA SITUAZIONE È GRAVINA – IL PRESUNTO DOSSIERAGGIO AI DANNI DEL PRESIDENTE DELLA FIGC INIZIA NELLA PRIMAVERA DEL 2022: È IL PM ANTONIO LAUDATI A CHIAMARE IL LUOGOTENENTE DELLA FINANZA, PASQUALE STRIANO, METTENDOLO IN CONTATTO CON EMANUELE FLORIDI, VICINO A LOTITO. DOPO VARI INCONTRI, I DUE CONFEZIONANO IL FASCICOLO, E LO INVIANO AI PM DI ROMA, SOSTENENDO DI AVER RICEVUTO UN IMPULSO DALLA PROCURA DI SALERNO. PERCHÉ QUALCHE MESE DOPO STRIANO GIRA TUTTO AL MANAGER DI TELSY (TIM), MICHELE PUNZI?  -

Due storie in una. La prima: un dossier fabbricato contro il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, con fatti veri ma dalle modalità illecite, almeno secondo la procura di Perugia. La seconda: un appalto su diritti tv della Lega Pro (all’epoca guidata da Gravina) che conduce a una strana compravendita di libri antichi. E infine una Segnalazione di operazione sospetta (Sos) su Gravina fatta da un notaio di Milano, insospettito dalle modalità di acquisto di un appartamento.

Due storie che si sono intrecciate nell’inchiesta di Perugia sullo spionaggio di politici e vip da parte del finanziere Pasquale Striano, fino a poco tempo fa in servizio alla Direzione nazionale antimafia, che avrebbe visto la complicità anche del pm Antonio Laudati.

[…] Il presunto dossieraggio ai danni di Gravina comincia nella primavera del 2022, quando Laudati chiama Striano e lo mette in contatto — dicono i pm di Perugia — con Emanuele Floridi, manager che si occupa di crisi aziendali vicino al presidente della Lazio Claudio Lotito.

Floridi, accompagnato dal ds della Lazio Mariano Fabiani, si presenta dal finanziere il 9, 17 e il 24 maggio del 2022. E poi il 17 giugno. Al centro di quelle quattro conversazioni ci sono diritti tv del calcio e la collezioni di preziosi libri d’epoca di Gravina (alcuni risalgono all’Ottocento), che ha venduto ai tempi in cui era presidente della Lega Pro (2015-2018).  «Il mio assistito — sostiene l’avvocato di Floridi, Marcello Elia — si è limitato a rispondere a delle domande che Striano gli ha posto. Non è andato spontaneamente».

[…] Dopo qualche mese Laudati e Striano confezionano quello che per la procura di Perugia è il frutto di un’istruttoria illecita. Striano fa diversi accessi abusivi alle banche dati su Gravina e persone a lui vicine e i due, infine, scrivono un dossier pre-investigativo da inviare ai pm di Roma, omettendo però di indicare da chi arrivavano le informazioni e attestando — secondo gli inquirenti falsamente — di aver ricevuto un input dalla procura di Salerno.

Nel carteggio finisce anche la Sos su Gravina, inviata dal notaio di Milano che aveva validato il rogito della casa di Gravina, ma che né Laudati né Striano sono autorizzati a usare perché in essa non vi è alcun legame con questioni di mafia.

Il plico passa alla procura di Roma, ma poiché nel frattempo si è aperta l’inchiesta su Striano e Laudati a seguito della denuncia del ministro Crosetto (per la pubblicazione della sua dichiarazione dei redditi sul Domani ), arriva sulla scrivania di Raffaele Cantone, procuratore capo di Perugia. Il quale valuta l’attività del finanziere e del pm come possibile dossieraggio ma, contemporaneamente, capisce che le accuse a Gravina possono avere un fondamento. Vengono sentiti come testimoni, tra gli altri, Lotito, Fabiani, Gravina e Floridi. Il fascicolo sul presidente della Figc torna a Roma perché secondo Cantone la circostanza va approfondita.

[…]  L’indagine romana riguarda una transazione avvenuta nel 2018 quando la Lega Pro, allora presieduta da Gravina, chiude un contratto con la Isg, società specializzata in piattaforme digitali. L’oggetto sono i diritti televisivi. Da questo momento, secondo l’ipotesi investigativa, parte un complicatissimo giro di denaro che in qualche maniera tornerebbe a Gravina come contropartita dell’appalto: una cifra che va dai 250 mila al milione di euro, frutto di due preliminari per una vendita non conclusa per la collezione di libri. Parte del denaro può essere stato utilizzato da Gravina per acquistare un’abitazione a Milano per la figlia della compagna: è il rogito che insospettisce il notaio.

Agli atti dell’inchiesta ci sono le lettere del consulente della Lega calcio Marco Bogarelli (deceduto nel 2021, anche lui oggetto degli accessi abusivi di Striano), che si impegnava ad acquistare la collezione per un milione e duecento mila euro. E lo stesso fa, mesi dopo, un’altra persona.

«Il presidente — spiegano fonti dalla Federcalcio — è notoriamente un appassionato collezionista. E quella era una compravendita tra privati, assolutamente regolare per la quale non ha trattenuto alcun euro». La Guardia di Finanza sta facendo comunque gli accertamenti, al termine dei quali la Procura di Roma dovrà decidere se iscrivere formalmente Gravina nel registro degli indagati, archiviare l’indagine e se mantenere la competenza.

[…] Che tra Lotito e Gravina scorra il veleno non è un segreto per nessuno, anche perché il presidente della Lazio lo considera la causa della vendita della Salernitana. […]  Lotito aveva affidato le quote a un trust. Per la Federcalcio di Gravina non era stato sufficiente, quindi ha dovuto vendere all’imprenditore Danilo Iervolino.

Non a caso, negli 800 accessi abusivi alle banche dati fatti dal luogotenente Striano ci sono anche i nomi di Iervolino, del trustee della Salernitana Paolo Bertoli, della moglie di Gravina e di altri soggetti coinvolti nel passaggio di proprietà.

Il 21 giugno 2022, dunque dopo gli incontri tra Floridi e Striano, il finanziere ha inviato via Signal un file word denominato “Gravina” a Michele Punzi, dirigente della sicurezza di Telsi, partecipata del gruppo Tim. Il perché, nel corposo mandato a comparire inviato a Laudati e Striano, non viene specificato. Ma sembra chiaro che le manovre avessero un obiettivo: trovare magagne su Iervolino e chi stava gestendo la vendita della Salernitana.