ItaliaOggi, 5 marzo 2024
Periscopio
Ogni volta che rendiamo confusa la distinzione tra realtà e finzione, e che strumentalizziamo il racconto al servizio di fini particolari, siano essi politici, religiosi o personali, varchiamo una soglia pericolosa. Azar Nafisi, Leggere pericolosamente, Adelphi 2024.
Tregua a Gaza, le condizioni d’Israele. «Hamas ci dia la lista degli ostaggi vivi». Repubblica.
Tregua, il no di Hamas. I miliziani non consegnano la lista degli ostaggi, Israele deserta i colloqui. La Stampa.
Putin minaccia la NATO con missili nucleari, addestra le sue forze armate per le invasioni, mette la sua economia in modalità di guerra, usa armi chimiche e ordina omicidi sul suolo della NATO. Ha utilizzato come armi i migranti, è stato coinvolto in attacchi informatici e ha lanciato campagne di disinformazione. [E la nostra risposta?] Noi abbiamo colto ogni occasione per dichiarare ciò che NON faremo. Ci siamo imposti delle linee invalicabili e le abbiamo annunciate apertamente, mentre il nostro avversario opera senza alcun limite. Gabrielius Landsbergis, ministro degli esteri lituano.
Una grande potenza ha violato la regola secondo cui i confini in Europa possono essere cambiati solo consensualmente e ha scatenato una guerra di conquista. Inoltre, altro tabù saltato, minaccia continuamente l’uso delle armi nucleari (non accadeva all’epoca della Guerra fredda, del confronto fra Stati Uniti e Unione Sovietica). Non conviene considerare tale minaccia alla stregua d’un bluff inoffensivo. La natura del regime putiniano sconsiglia di sottovalutarla. Ed è chiaro (chiedere ai moldavi o ai baltici) che se Putin la spuntasse in Ucraina non si fermerebbe lì. Angelo Panebianco 1, Corriere della Sera.
Macron è sommerso dai dissensi dei colleghi Ue per avere evocato la possibilità di «soldati europei in Ucraina». Come non bastasse questo isolamento del presidente francese, Putin rincara la dose ricordandogli che la Russia ha un arsenale nucleare. Curiosa asimmetria. A giorni alterni lo zar o i suoi collaboratori minacciano l’Olocausto nucleare senza che un solo «pacifista» a Ovest se ne abbia a male. Se un leader occidentale osasse ricordare l’esistenza dei nostri arsenali nucleari, sarebbe vituperato da cortei oceanici. Federico Rampini, Corriere della Sera.
Macron, per il quale conviene prepararsi all’eventualità di dover mandare soldati in Ucraina, ha invitato l’Europa a un bagno di realismo. Le reazioni scandalizzate degli altri europei la dicono lunga sull’indisponibilità delle opinioni pubbliche (e dei governi) a fare i conti con la gravità del momento. Angelo Panebianco 2, Corriere della Sera.
Truppe Nato sono già in Ucraina. Dopo averci svenati per due anni [adesso] vogliono trascinarci in guerra. La Veritasky.
Al funerale di Navalny almeno 2-3.000 persone. La Nazione.
L’addio a Navalny: sfida allo zar. Tra la folla tornano i cori «Russia senza Putin». Corriere della Sera.
Rischiava di essere un funerale di lutto e di paura e di solitudine e di vuoti. Invece c’è stato il coraggio di chi Navalny non lo conosceva, di chi forse l’aveva seguito, magari stimato, e di chi invece era lì per far sapere a Vladimir Putin che a poco più di due settimane dalla sua autorielezione non tutti sono disposti ad accettare il film dell’orrore di una nazione mostrificata, in cui gli oppositori muoiono in cella, in cui una guerra è stata creata dal nulla, e per giustificarla si dà la colpa agli altri, all’Occidente, all’Ucraina. Venerdì al funerale si scandiva «net vojne», no alla guerra, si urlava che «gli ucraini sono brave persone», si chiedeva «riportate i soldati a casa». [È] un filo che parte da Kiev e arriva fino a Mosca e indica la strada per abbattere il regime di Vladimir Putin. Micol Flammini, il Foglio.
Chiuso nella bara, Alexey Navalny è riuscito nel suo ultimo miracolo: mostrare al mondo l’altra Russia, quella che dice il contrario di quello che afferma Putin, quella fuorilegge, quella che non si vede e che molti credevano non esistesse più. Anna Zafesova, La Stampa.
Meriterebbe di passare alla storia come «Operazione Pochette» quella che Giuseppe Conte prosegue infaticabile e azzimato – senza addosso la divisa e il sudore di quel cafone di Volodymyr Zelensky – dal giorno in cui fece cadere il governo bellicista di Mario Draghi col concorso dell’ex sodale putiniano Matteo Salvini e d’un Cavaliere bollito ma inviperito che il mondo fosse andato contro l’amico di Mosca e appresso a «questo signore», Zelensky, che la guerra se l’era voluta quando «bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbas». Carmelo Palma, Linkiesta.
Putin ha tanti soldi, da sempre compra sostenitori e follower, e l’Italia è (…) un mercato importante per lui. Lo ha fatto anche in altri Stati europei. (…) È una pratica in atto da anni. Non possiamo accusare qualcuno in particolare, ma sappiamo chi sono e vediamo il risultato. Alexander Nevzorov, ex deputato della Duma in esilio (Corriere della Sera).
C’è un elemento di continuità con le guardie rosse di Servire il Popolo, con gli equivoci sulla violenza politica, col fascino perverso del partito armato, con l’antiamericanismo degli anni del Vietnam, con la ricerca intellettuale e politica dei dannati della terra sul primo palcoscenico utile ai dittatori più efferati. (…) È incredibile che la scuola, la famiglia, la società, le biblioteche e le emeroteche, la tradizione orale, la trasmissione di conoscenze da una generazione all’altra, che tutto questo sia servito a nulla, e ancora oggi i colori dell’Ucraina resistente e quelli della stella di David siano la trascurabile entità da cui si può prescindere per manifestare invece per la liberazione della Palestina dal fiume al mare e per una pace che è resa alle pretese del Cremlino.Giuliano Ferrara, il Foglio.
[Roma, manifestazione di Piazza Santi Apostoli]. Ne sono rimasti solo 200: il declino senza ascesa dei trattori. HuffPost.
Un’eccezionale quantità di scoperte scientifiche, sia nel microcosmo che nel macrocosmo, ha spazzato via il positivismo ottocentesco spalancando (letteralmente) la ragione all’idea di Dio come la spiegazione più logica della stupefacente architettura del cosmo e della vita sulla terra. [Ma va? Letteralmente? Nel micro e nel macro?]. Antonio Socci, Libero.
Se Dio non esistesse, il primo a stupirsi sarebbe Lui. Roberto Gervaso.