il Fatto Quotidiano, 5 marzo 2024
Ferragni, un’intervista senza domande e senza risposte
Ospite di CTCF, da oggi evidente acronimo di “Coccola Tanto Chiara Ferragni”, l’influencer cremonese ha spiegato in via definitiva come sia potuta arrivare al successo che ha preceduto l’affare Pandoro: non si era saggiamente (quasi) mai concessa alle interviste. E in effetti è uscita malconcia perfino dall’intervista di Fabio Fazio, dunque non esattamente un interrogatorio a Guantanamo con privazioni del sonno e sale sulla lingua.
La cronaca. Fazio la accoglie con tono perentorio: “Credo non si debba eludere nulla stasera, è l’occasione per essere sinceri”. Era pure l’occasione per farle delle domande, ma le cose sono andate un po’ diversamente. Ferragni apre le danze piagnucolando subito perché “sono stata al centro di un’ondata d’odio”.
In realtà è stata al centro di un’inchiesta giornalistica, poi di un’indagine dell’Antitrust e infine di un’indagine della Procura, ma a lei preoccupano gli hater e si cala subito nel ruolo di vittima. Fazio capisce che sta facendo la furba e allora la mette spalle al muro: “Tu hai 30 milioni di follower, sei Oppenheimer!”. Chiara lo guarda perplessa, si capisce che sta pensando “Chi cazzo è questo Open Aimer” che è un po’ tipo il “chi cazzo è Strellller?” del marito e annuisce.
Domande arrembanti e distinguo
Fatto sta che era lì per togliersi l’etichetta di “radioattiva” con le aziende e lui la paragona al padre della bomba atomica. L’intervista si fa incalzante: parte un filmato celebrativo sul successo di Chiara Ferragni. Ferragni riprende dunque il suo proposito di esser sincera e spiega che per lei lo spartiacque è stata la multa dell’antitrust, fino a quel 15 dicembre 2023 lei pensava di aver fatto “la classica operazione commerciale unita alla beneficenza” (classica per chi? Per lei forse), era in buona fede, pensava di essersi spiegata bene. PURTROPPO È STATA FRAINTESA, i consumatori – loro – hanno travisato.
Il problema è che fraintendevano anche i grandi quotidiani, quelli che scrivevano che parte del ricavato delle vendite del pandoro sarebbe andato in beneficenza. Fazio si sveglia di scatto: “Ma se la beneficenza era stata fatta prima, c’era bisogno di scrivere della beneficenza sui Pandori?”. “A noi faceva piacere comunicarla, poteva avere un effetto emulativo”, risponde lei.
A parte che la beneficenza l’aveva fatta Balocco, a parte che si spera che a nessuno venga voglia di emulare la pubblicità ingannevole, a oggi non ho ancora capito quale difficoltà ci fosse nel comunicare l’operazione in modo chiaro. Tipo scrivere sul cartoncino: “L’azienda Balocco ha fatto una donazione all’ospedale Regina Margherita. Chiara Ferragni, che firma il Pandoro Pink Christmas, ringrazia l’azienda per la generosità”. Era molto più articolata la supercazzola sul cartoncino del Pandoro. Come ha spiegato l’Antitrust, il vero problema è che il fraintendimento era cercato, ma Fazio commenta: “Questo ti fa onore!”. È finita che ha frainteso pure lui. Ferragni ricorda poi che lei è buona, ha donato il suo cachet di Sanremo.
Fedez e le torture da carcere iraniano
Tutti ci aspettavamo che Fazio replicasse: “Be’, a un mese dall’inchiesta Pandoro, non è che era una furbata?”, ma era già pronto al seguito della ficcante intervista: “E ora vediamo le tue immagini social con Fedez!”. Da casa iniziamo a temere che dalle domande si passi alle torture. Ci troviamo ormai nelle carceri iraniane con Fazio nel ruolo della polizia morale. “Concedi tanto del tuo privato, non diventa difficile sembrare veri?”, chiede lui implacabile.
E qui Ferragni inizia a mutare pelle, le si disegnano le tette sul tailleur, si trasforma nella Piccola Kiara di sanremese memoria. Lei sognava il successo. Lei è se stessa, non c’è differenza tra quello che pubblica e quello che è. Ora, a parte che non so voi ma se io sui social fossi me stessa, quella che sono a casa, con le frasi che dico a casa, oggi avrei già il 41-bis, la spiego semplice: sui social non siamo noi stessi, siamo quello che decidiamo di mostrare.
L’idea che le due cose (la nostra vita/ciò che raccontiamo della nostra vita) siano aderenti può averla, al massimo, un bambino di 4 anni, non la più famosa influencer del Paese. Ci tocca poi lo strazio di sentire LEI dire che ogni tanto bisogna mettere via il telefono perché la vita vera sta fuori, l’ha imparato in questi mesi. E quindi ci fa un esempio della vita vera fuori: “Quando ero travolta dalla gogna uscivo e le persone mi chiedevano i selfie come prima”. La vita vera fuori dai social sono i fan dei social che le chiedono le foto fuori dai social. Ok. Poi spiega “Dietro qualsiasi mossa io faccia pensano tutti ci sia un pool di esperti” e non si accorge di aver detto “mossa”, della serie: citofonare Freud.
Fazio non cita mai i due figli preoccupato di dover fare domande scomode sulla privacy dei minori e li chiama “due priorità da proteggere” (sempre meglio che “coso” e “cosa”). Infine, pur di accorciare le domande sul Pandoro, il conduttore si trasforma in un Signorini qualunque e dedica la metà dell’intervista alla crisi con Fedez. Suo marito, insomma, usato come arma di distrazione di massa. Alla fine era Fedez Oppenheimer, mica piccola Chiara.