il Fatto Quotidiano, 5 marzo 2024
L’oroscopo per intellettuali
La passione di Verlaine, il misticismo di Hesse, l’idealismo di Rimbaud, il furore di Gadda e altri talenti irresistibili: più che un saggio sullo zodiaco, Astrologia per intellettuali è un manuale di autostima, laddove riconoscersi in questo o quel genio nato sotto il nostro stesso segno. Non dei Pesci, ma di Proust. Firmato dal più colto degli stregoni, Marco Pesatori, il libro esce oggi con Mimesis, in una nuova edizione rispetto a quella di Neri Pozza di sedici anni fa. Il catalogo è questo.
Ariete.
Entra in scena come un (colpo di) pistola: è testardo, tipo Van Gogh che dà craniate al muro, e gran testa come Cartesio. Cogito ergo sum diventa Coito ergo sum per l’Amante Marguerite Duras, Lacan in fregola psicoanalitica e il focoso Baudelaire al bordello.
Toro.
Quadrato, corpulento e sensuale, gli piace il Capitale e un po’ di legge morale. Marx e Kant fan compagnia a Freud sul lettino e al machiavellico Machiavelli. “Paziente e cauto”, il segno ama il potere e l’avere; soldi, cibo e terra-terra; eppure eccelle nel canto, dal jazz di Charles Mingus al verso di Shakespeare.
Gemelli.
Sgusciante, guizzante, leggero come un adolescente, è il “più acuto e sottile”: mangia la foglia e le foglie d’erba à la Walt Whitman, è un “fanciullino” come Bob Dylan, vanitoso e sexy come Marilyn Monroe e Dante, più che bello, un tipo serpentino. Dimostrano – e dichiarano – sempre meno anni di quelli che hanno.
Cancro.
Si faccia mandare dalla mamma a prendere un eccitante: dormiglione e lunatico, somiglia a Proust. “L’uomo del segno non si sente mai abbastanza uomo”, riecco Proust. Ipersensibile ai limiti della paturnia gratuita, della manipolazione amorosa, dell’onanismo: ariecco Proust. Oppure si perde in un bicchier d’acqua come Kafka o piagnucola come Leopardi. La donna ha più testosterone: Oriana Fallaci.
Leone.
Egocentrico pavone, si atteggia a Warhol e Duchamp – “Sono sempre gli altri che muoiono” – o al saputello Jung. Coraggioso, baldanzoso e solare, è un “animale da palcoscenico”, vedi Mick Jagger e Madonna, ma anche eccessivo e narcisista come Dino Campana e Sibilla Aleramo.
Vergine.
Filosofa e spaccaballe, copre lo spettro dell’autismo da Hegel ad Adorno; è complicata e labirintica come Borges – “Leggere e capire”, ovvio che resti vergine –, perfezionista come Goethe, “fredda e rigorosa” per compiere il delitto perfetto come Agatha Christie, o nevrotica al punto giusto per partorire un mostro, come Mary Shelley.
Bilancia.
Creativa, ilare e leggera tipo Italo Calvino e Oscar Wilde, persegue la bellezza e la giustizia di Gandhi, benché non sappia “lasciarsi andare al desiderio e all’irruenza”. Diplomatica, elegante e social, sembra Eugenio Montale al premio Nobel e Immagina l’amore universale di Lennon. Poi, certo, c’è Nietzsche a rompere lo specchio della vanità di questo segno iper-femminile.
Scorpione.
Fedele all’infernale Plutone, è guidato da inconscio, occulto e genitali: è l’uomo “malato e cattivo” di Dostoevskij, il Dracula di Bram Stoker o il per nulla Candido Voltaire. Vanta un fascino luciferino – tipo Goebbels e Riina –, una vena di misticismo alla Sant’Agostino – prima i festini, poi la preghiera –, la follia di Erasmo e l’anima dolente di Sylvia Plath ed Ezra Pound incazzato con Casa Pound.
Sagittario.
Un cavallo con le frecce, chiaro e luminoso guerriero dalla mente cristallina: tal Spinoza. Un rivoluzionario come Tina Turner, Zappa, Hendrix e Tom Waits nella musica, o Flaubert in letteratura. Pioniere e avventuroso, tipo Swift e Conrad oltre la linea d’ombra, mentre la donna è amazzone à la Jane Austen: più orgoglio che pregiudizio.
Capricorno.
È un cristo, tradotto dal lombardo: “Un testone, casinista, rigido. Fa sempre ciò che vuole”, prende iniziative come manganelli, tipo frustare la gente in sinagoga. Non obbedisce alle regole perché ne ha già troppe, di sue: è serio ai limiti dell’intransigenza. Newton, per dire, è nato lo stesso giorno di Gesù. Disincantato e cinico, da Deleuze a Debord, può tramutarsi in moralista, tipo i monaci buddisti, ma anche darsi all’arte con dedizione e calcolata follia, vedi David Bowie e Patti Smith.
Acquario.
Tra “movimento e comunicazione”, gioco e paradosso, vive nel Paese delle meraviglie insieme a Lewis Carroll o nel Dedalus in compagnia di Joyce. All’avanguardia, visionario, sperimentale, dadaista, siede accanto a Burroughs e, sessualmente, vicino alla fluida Virginia–Orlando Woolf, eccentrica e contraddittoria, mondana e sola. Ma c’è anche il temperamento allegretto di Mozart e Totò.
Pesci.
Sentimentali e svenevoli – Liala e Pasolini – sembrerebbero i più saggi dello zodiaco, nonché magici e sensibili, pur dissimulando con ironia in stile Flaiano e Houellebecq. “Fragili, ingenui, candidi”, fantasmagorici, inclini al vittimismo e al sacrificio, spesso melanconici e sospiranti, non disdegnano la cattiveria e il sarcasmo, D’Annunzio e Schopenhauer docent.