il Fatto Quotidiano, 5 marzo 2024
Bitcoin, il rally dei corsi avvicina i record storici. E traina tutte le cripto
Sui mercati stamattina il bitcoin segna con un rialzo del 5,56% su base giornaliera, passando di mano per 65.163 dollari Usa. Questo ha spinto la principale criptovaluta mondiale a raggiungere il massimo storico dei suoi corsi nei confronti dell’euro e della sterlina: la criptovaluta leader del mercato ha raggiunto i massimi storici di 60.447 euro e 51.736 sterline sulla piattaforma di scambio Coinbase. Il bitcoin non ha ancora superato il suo massimo storico in termini di dollari Usa, che è stato di oltre 69mila dollari su Coinbase ed è stato registrato a novembre 2021, ma vi si sta avvicinando: complice l’effetto cambio, che dai massimi storici del bitcoin nel novembre 2021 a oggi ha visto il dollaro rafforzarsi nei confronti con le altre due valute da 0,88 dollari per euro a 0,92, oggi il prezzo del bitcoin in euro e sterline ha toccato i nuovi record storici.
Secondo un recente rapporto sul mercato elaborato da Grayscale, dall’inizio di quest’anno si è registrato un costante calo dell’inflazione negli Stati Uniti, con i mercati che però da qualche giorno scontano prospettive di inflazione più elevate. “In generale, gli attuali tassi di interesse statunitensi più alti saranno probabilmente positivi per il valore del dollaro e potrebbero essere negativi per il bitcoin”, hanno aggiunto gli analisti di Grayscale. Il prezzo del bitcoin è salito sopra i 65mila dollari nelle negoziazioni di venerdì scorso. La volatilità dei prezzi ha causato un picco nelle liquidazioni di posizioni di investimento sul bitcoin realizzate con leva finanziaria, cioè a debito.
L’impennata dei prezzi del bitcoin nell’ultima seduta ha portato a una sostanziale liquidazione delle posizioni corte, cioè delle scommesse al ribasso, sulle borse cripto. La volatilità dei corsi della prima criptovaluta mondiale ha portato alla liquidazione di oltre 80 milioni di dollari in posizioni bitcoin, la maggior parte delle quali (60 milioni di dollari) erano scommesse al ribasso, secondo i dati CoinGlass. Con queste ultime liquidazioni, il mercato complessivo delle criptovalute ha registrato oltre 160 milioni di dollari di posizioni corte che sono state liquidate nelle ultime 24 ore, contribuendo a liquidazioni per 251 milioni di dollari in vari exchange. Le liquidazioni si verificano quando la posizione di un trader viene chiusa forzatamente a causa di fondi insufficienti per coprire le perdite che sono state accumulate nelle scommesse al ribasso. Questa situazione si verifica quando i movimenti del mercato sono sfavorevoli alla posizione del trader, con conseguente esaurimento del margine iniziale (cioè del deposito versato per avviare la posizione ribassista) o della garanzia, ossia del controvalore di criptovalute o altri asset, come denaro cash, che sono stati versati a copertura delle eventuali perdite accumulate nella scommessa ribassista.
Il bitcoin però non è la sola criptovaluta a muoversi al rialzo, anzi sta trainando verso l’alto tutto il settore. L’indice GM 30, che rappresenta una selezione delle 30 principali criptovalute, è aumentato del 4,22% a 139,68 punti nelle ultime 24 ore. L’impulso al rialzo dei prezzi del bitcoin dipende da numerosi fattori: mentre secondo gli analisti è già scontato l’impatto rialzista dell’introduzione degli Etf sul prezzo della cripto e pure quello del prossimo halving, atteso per aprile, cioè la riduzione dell’estrazione quotidiana di bitcoin da parte dei miners per effetto dell’aumento della complessità del mining stabilito periodicamente dall’algoritmo. Gli analisti ritengono che gli ultimi rialzi siano soprattutto effetto delle scommesse rialziste sui contratti derivati sul prezzo del bitcoin, segnalate dall’open interest giornaliero per i futures relativi alla cripto scambiati sugli exchange. L’open interest dei derivati sul bitcoin ha raggiunto il massimo storico di 27,53 miliardi di dollari lunedì mattina in Asia, secondo i dati di Coinglass. L’open interest misura il valore totale di tutti i contratti futures bitcoin aperti sulle borse e indica una maggiore attività di mercato e il sentiment dei trader, ampiamente rialzista.
La corsa sfrenata al rialzo del bitcoin, dunque, poggia anche su fortissime basi speculative. Occorre comunque ricordare che queste operazioni speculative non sono direttamente sul prezzo mai sui derivati di prezzo, dunque sono ancora più volatili degli acquisti speculativi diretti. In quanto tali, queste operazioni speculative rialziste (che spesso avvengono a leva, cioè indebitandosi, come nel caso di quelle ribassiste e anche con effetti di moltiplicazione rispetto all’ammontare depositato a garanzia) per loro stessa natura possono essere montate ma anche smontate in brevissimi periodi, talvolta nel giro di pochi minuti. Una volatilità esasperata dimostrata dal valore stesso dell’open interest: il dato è raddoppiato dai 13,5 miliardi di dollari segnato il 13 febbraio e segna un incremento superiore al 10% solo nelle ultime 24 ore, secondo i dati di Coinalyze.
Diverso è il fattore trainante di medio-lungo periodo, mostrato dai dati degli Etf. Il valore del risparmio investito negli Exchange traded funds sul prezzo spot del bitcoin ha registrato un aumento significativo del patrimonio gestito, con l’Etf Ibit di BlackRock che la scorsa settimana ha raggiunto i 10 miliardi di dollari. Il volume cumulativo degli ETF spot su bitcoin ammontava a 73,91 miliardi di dollari al primo marzo marzo, quasi triplicato rispetto ai 29,19 miliardi di dollari del primo febbraio.
La storia del bitcoin è però sempre lì a ricordare la volatilità dei prezzi della criptovaluta, spesso collegata ad avvenimenti che riguardano i grandi operatori (whale) del settore. Ad esempio, dal massimo storico contro dollaro dell’inizio di novembre 2021 a quota 69mila su Coinbase, il bitcoin nel giro di appena due mesi e mezzo aveva dimezzato il suo valore, per poi crollare perdendo oltre i tre quarti del prezzo a quota 16.400 nel giro di 12 mesi. Un crollo verticale legato a numerosi fattori, tra i quali il rialzo dei tassi di interesse, che in quel periodo misero in crisi il carry trade, l’operazione in base alla quale numerosi investitori prendevano in prestito valute fiat a costo quasi zero per investirle nei programmi di staking sul bitcoin che rendevano interessi stellari. Oggi il fenomeno di chi scommettere a leva sul bitcoin pare essere ricomparso: mentre le società di gestione che emettono Etf sul bitcoin incamerano golose commissioni, senza assumersi nessun rischio, il cerino che rappresenta il pericolo di scottarsi in caso di repentini crolli, magari dovuti ad avvenimenti esterni che ribaltano la posizione degli speculatori, è sempre presente e resta in mano a un numero di investitori che continua a crescere.