La Stampa, 4 marzo 2024
Intervista a Morgan
Il frutto della collaborazione tra Morgan e l’escatologico paroliere Pasquale Panella (autore dei testi degli ultimi cinque album di Lucio Battisti) ha prodotto una suite/EP intitolata Sì, certo l’amore; 8 tracce di cui sei, oltre alla versione per le radio, sono componimenti, variazioni ed interludi a cavallo tra musica elettronica ed orchestrale sul singolo portante, mentre il settimo è l’inedito Non + Tu. Le variazioni di Sì certo l’amore sono avvicinate da descrizioni come Radiophobic, Album version, Orchestra, Elastic Brass, New wave e Post atomic. La nuova proposta anticipa l’album che uscirà fra qualche settimana...E quindi insomma ossia. Perché non di sola polemica vive Marco Castoldi, che è prima di ogni cosa un musicista e un compositore.Conoscendo il suo carattere e la storia di Panella si fa fatica ad immaginarvi convivere nella stessa stanza. E invece…«Il nostro progetto è un continuo generarsi di canzoni come le piante spuntano dal terreno, in maniera quotidiana e spontanea. La scrittura di Panella accende quella che qualcuno chiama “ispirazione”. Una parola che non amo se si pensa a un accadimento momentaneo. Io sono continuamente ispirato ed è quindi una condizione regolare e non intermittente che con Pasquale ha molto a che fare».Il singolo come l’album in divenire la vede slegato da contratti discografici che le sono sempre stati stretti.«Qui non si tratta di qualcosa di commissionato o di obbligatorio contrattualmente, anzi è l’esatto contrario. Avevo chiesto a Pasquale di fare la prefazione del mio poema di calligrafi Paole d’aMorgan e lui una volta letto rilanciò dicendomi che avrebbe scritto qualcosa che si sovrapponesse a me. Ho chiamo i miei amici cantautori e amanti di Panella che hanno così attinto a 60 testi inediti. L’album era ed è una realtà».Un progetto senza controindicazioni.«La controindicazione è che il pubblico, non sapendo, crede che io non componga più musica originale e abbia “perso la vena”, quando invece non ha idea della fecondità che mi investe».Che il mondo ce l’abbia con Morgan è uno degli assunti che lei spesso tira in ballo.«C’è una selvaggia e continua narrazione pubblica del mio discredito, cosa notoria e sistematica ma terribilmente antipatica».Non vuole nemmeno parlare di Bugo che l’ha tirata in ballo pochi giorni fa dicendo che lei gli ha rovinato vita, quella della sua famiglia e la carriera? Ha visto il suo monologo a Le Iene?«No no, di Bugo parlo. Sì l’ho visto e mi è sembrato corretto. Però Bugo, che è appena uscito col suo album o sta uscendo, non so, sta facendo promozione e si dimentica che io quella sera al Festival gli ho fatto del bene facendo spettacolo; trovai il modo più gentile per fargli capire che si stava veramente comportando molto male con me. Mi sono difeso e lui lamentandosi ancora oggi non pensa alla ragione del perché l’ho fatto. Bugo non ha superato l’idea di ciò che è successo. Io non lo odio e non l’ho mai odiato, tanto che gli ho chiesto scusa in modo formale ma non è servito. Non saper prendere per spettacolare quello che è successo a Sanremo ha evidenziato il suo limite».E la Tv? Come va il rapporto fra Morgan e la tv? La vostra sembra una storia d’amore con alti e bassi e all’ultimo X Factor non è andata bene. Vi amate? Vi odiate?«Quella televisione a volte mi ha strappato alla mia natura, la tv ipnotizza il pubblico, ma sono felice che la Rai dia spazio a chi fa programmi divulgativi. Sto per tornare in tv e a maggio sarò al Salone del Libro di Torino per presentare, con la Rai, un libro sulla Nona di Beethoven. In quella occasione registreremo uno speciale che potrebbe essere il primo di un nuovo ciclo di StraMorgan, un programma fantastico che voglio rifare».Gli ultimi Festival di Sanremo hanno sancito una rivoluzione pop. I giovani, se non i giovanissimi, sono sempre più protagonisti. Il suo album sarà all’altezza?«Non sono rimasto indietro e posso competere con chi ha vent’anni in meno di me, ma non solo non ha la mia esperienza: non ha la mia libertà, la mia autenticità. Questi ragazzi sono comandati da un sistema che ha come solo motore un’economia schizofrenica. Non sono liberi, io lo sono totalmente».A proposito di Festival, circa un migliaio di persone che fanno parte della chat di WhatsApp “Sgarbistan”, creata da Vittorio Sgarbi, la vorrebbero alla guida artistica del prossimo Festival di Sanremo 2025.«Sono pronto. Quando si comincia?». —