La Stampa, 4 marzo 2024
I misteri di Kate
"Kate dei misteri”, se fosse una telenovela. “Missing Kate”, se fosse una puntata di Black Mirror, con proiezioni distopiche e un complotto sottotraccia. Il tema è lo stesso: che fine ha fatto la principessa più mediatica della storia (dopo Lady Diana, ovviamente)? Trattasi di Kate Middleton, moglie dell’erede al trono della casa regnante britannica. Kate la perfetta, Kate sempre sorridente, Kate la mamma e la moglie senza pecca. Kate definita “Principessa di Plastica” dalla scrittrice Hilary Mantel, la prima autrice a vincere per due volte il Man Booker Prize con la trilogia sui regnanti inglesi (erano i Tudor, ma sempre di corte di tratta). Di plastica non come offesa, ma come denuncia; come esortazione a rompere la teca di cristallo che le regole di palazzo le hanno cucito addosso dal primo giorno di fidanzamento: massima discrezione, protocolli ferrei, gonne un dito sotto il ginocchio, capelli impeccabili, un filo di trucco, mai esagerazioni, sorrisi, inchini e strette di mano. Una donna sotto la campana di vetro, diceva Hilary Mantel, una bambolina imbalsamata a uso e consumo della casa regnante e delle masse, perché alla fine di questo si tratta.Insomma, che fine ha fatto Kate? Non che a noi importi molto. Ma ai tabloid britannici e ai social – e quindi in senso lato al Popolo Britannico – pare importi parecchio, infatti è tutto un fiorire di ipotesi, dietrologie, teorie, complottismo. Si va da malattie misteriose, lifting andati male fino – addirittura – al coma. Tutte balle, ovviamente. E non ci perderemo dietro alle chiacchiere da pub, anche perché non c’è niente di più riservato della cartella clinica di una persona. Privacy contro esposizione mediatica, direte. Si deve pagare lo scotto, quando sei uno dei personaggi pubblici più conosciuti al mondo. Lo ha fatto re Carlo III, rivelando di avere un tumore e di doversi sottoporre a delle cure. Non è costretta Kate, perché non è regina né ha un ruolo istituzionale. Cioè, anche nella malaugurata ipotesi di morte, niente cambierebbe nella linea dinastica e negli assetti di “potere” della corona britannica.Ma qui siamo ben oltre la dietrologia. Torniamo ai fatti. La Principessa di Plastica è scomparsa da quando il 17 gennaio è stata sottoposta a una misteriosa operazione, definito dalle fonti ufficiali «intervento chirurgico addominale programmato», la versione ospedaliera britannica della ben più temibile «operazione militare speciale» di Putin, in entrambi i casi costruzioni lessicali per aggirare la verità imposta dall’uso di parole chiare. Sarà anche per la natura misteriosa di questo intervento che hanno iniziato a circolare le voci più bislacche. Il comunicato di Kensington Palace era stato chiaro, quando affermava che la principessa non avrebbe partecipato a cerimonie pubbliche e non si sarebbe fatta vedere in occasioni ufficiali fino a dopo Pasqua. Ma il «silenzio programmato», invece che sopire le illazioni, ha avuto l’effetto contrario, provocando una serie di speculazioni, tesi e ipotesi e controipotesi. Soprattutto dopo che il marito principe William ha cancellato all’ultimo momento un impegno ufficiale importante senza dare spiegazioni. Altra benzina sul fuoco, tanto che il palazzo è stato costretto a ribadire il concetto con un altro comunicato: «Kensington Palace ha chiarito a gennaio le tempistiche del recupero della principessa, forniremo solo aggiornamenti significativi. Questa nota è ancora valida». Un altro portavoce è stato ancora più esplicito: «Sta bene».C’è poco altro da aggiungere a questa vicenda, che sarebbe lecito relegare nelle pagine del gossip, se non fosse che i temi della privacy e dell’invasività dei social media non riguardano solo le principesse, ma intaccano ormai la sfera privati di tutti. Siamo bombardati di storie su Instagram e di video su Tik Tok dove calciatori mostrano le cicatrici e influencer dettagliano chemioterapie e ferite e postumi di interventi. Ognuno faccia un po’ come crede. Chi preferisce divulgare al mondo le tappe dei propri ricoveri e delle convalescenze evidentemente ne trae giovamento. Forse la condivisione, anche se con milioni di follower sconosciuti, ad alcuni dà sollievo. Se Kate Middleton ha deciso diversamente avrà i suoi motivi. I curiosi potrebbero rassegnarsi in attesa si una futura serie di The Crown. Oppure prendere atto che la principessa ha rivelato solo a pochissime persone di cui si fida ciecamente le proprie condizioni di salute. E rispettare un altro modo di stare al mondo, che si chiama riservatezza. —