La Stampa, 3 marzo 2024
Il bacio del partiarca
Non capita tutti i giorni che un presidente degli Stati Uniti baci in testa un capo di governo. Succede ancor più di rado che il capo di governo reagisca con una delle sue faccette intense e peculiari, metà commedia all’italiana metà espressionismo tedesco. Però è successo: Joe Biden ha baciato in testa Giorgia Meloni alla fine del loro incontro alla Casa Bianca. Forse è stato tratto in inganno dai boccoli alla Shirley Temple. Forse ha avuto un momento di narcisismo da anziano importante; che decide di sdoganare la giovane alleata premier di estrema destra con un gesto paternalistico, affettuoso, imbarazzante (da cui la faccetta).
La scenetta è stata molto commentata sui social italiani. Ieri andavano le interpretazioni psicanalitiche, per Meloni: la vedono alla ricerca di figure paterne, e avrebbe pure ragione visto il sig. Meloni. Però stavolta non c’entra, lei il bacio in testa lo ha subito. E la reazione istintiva di noi romane in questi casi, dire cose tipo “a’ nonno, e levete” avrebbe provocato una crisi diplomatica. E poi, le donne proprio di destra non credono nel #metoo. Biden è un’altra storia. È un politico che, molto prima degli influencer e spesso non per colpa sua, ha vissuto quasi tutta la vita in pubblico. Ha molte nipoti e, come un presidente della repubblica da Benvenuti al sud, ne aveva preso una o due a vivere alla Casa Bianca, anche con fidanza ti. E mescola d’istinto le mosse strategiche ai riflessi condizionati da nonno. Lo faceva anche quando non confondeva Mitterrand e Macron, e l’Ucraina e Gaza. Ora si confonde, e molti, nella capitale, nei media, cercano di non parlarne troppo. Stavolta, per ora, sembrano riuscirci. Gli americani non hanno quasi parlato della visita, il Washington Post per dire non ha la notizia, il New York Times pubblica un articolo in cui si definisce Meloni «improbabile alleata» e ignora sia il bacio in testa sia il Biden fiero di aver cantato a Meloni Georgia On My Mind. Del bacio si occupa solo la destra complottista, già convinta che Biden ami annusare i bambini. Così il Gateway Pundit racconta di come l’incontro con Meloni sia stato «Un disastro» perché Biden ha fatto cose da rimbambito. Altri lo definiscono «Creepy», viscido. Alcuni, di sinistra radicale un po’ putiniana, copiaincollano su Twitter-X che «Biden per qualche motivo ha baciato una leader neofascista in testa». In Italia si è stati più leggeri. Tanti meme in stile Osho (foto del bacio e Biden che dice «bono ’sto balsamo all’acciuga»); paragoni con Brooke di Beautiful che sposa il padre di Ridge; rievocazioni carinissime di Miss Piggy e del vecchietto dei Muppets. Certo, ci sono le arrabbiature dei troll di destra più a destra: «Nel Mondo a Testa Alta, la fiera patriota, diventata praticamente la nipotina di Biden, e al servizio degli USA», si legge su X. Altri notano il disappunto di Abraham Lincoln, che da un ritratto sembra guardare male la coppia; qualcuno scrive «l’hanno assassinato un’altra volta». Ma c’è dell’altro, e il bacio semi-farsesco alla Casa Bianca lo dimostra. Per capire tante cose, dalla politica americana alla presidenza Meloni, bisogna guardare le sette stagioni della serie Veep. Fa molto ridere, racconta della vicepresidente poi presidente degli Stati Uniti Selina Meyer (la sublime Julia Louis-Dreyfus). Meyer ha un cerchio magico combinaguai, una figlia femmina, un ex marito abbastanza Giambruno che ricompare ogni tanto a sorpresa, un alleato/nemico dell’Ohio con cui ha un rapporto alla Salvini. In più, «Washington è più Veep che House of Cards», hanno concluso varie decine di commentatori washingtoniani. Per il cinismo, l’improvvisazione, la coazione a creare pasticci, l’assurdità del tutto. Però in Veep Selina andrebbe a Roma e verrebbe baciata da un focoso ministro (nella terza stagione viene palpata dal marito della premier finlandese, ma questa è un’altra storia). @font-face {font-family:"Cambria Math”; panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:roman; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536870145 1107305727 0 0 415 0;}@font-face {font-family:Calibri; panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:-536859905 -1073732485 9 0 511 0;}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-unhide:no; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:"”; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Calibri”,sans-serif; mso-ascii-font-family:Calibri; mso-ascii-theme-font:minor-latin; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-hansi-font-family:Calibri; mso-hansi-theme-font:minor-latin; mso-bidi-font-family:"Times New Roman”; mso-bidi-theme-font:minor-bidi; mso-fareast-language:EN-US;}.MsoChpDefault {mso-style-type:export-only; mso-default-props:yes; font-family:"Calibri”,sans-serif; mso-ascii-font-family:Calibri; mso-ascii-theme-font:minor-latin; mso-fareast-font-family:Calibri; mso-fareast-theme-font:minor-latin; mso-hansi-font-family:Calibri; mso-hansi-theme-font:minor-latin; mso-bidi-font-family:"Times New Roman”; mso-bidi-theme-font:minor-bidi; mso-fareast-language:EN-US;}div.WordSection1 {page:WordSection1;}