il Fatto Quotidiano, 3 marzo 2024
Genova, il tunnel voluto da Bucci può costare 1,6 mld
“Non ci fate paura”. Provocatoriamente il vicepremier Matteo Salvini, atteso domani a Genova col collega Matteo Piantedosi, ha replicato alla contestazione annunciata da collettivi e autonomi per gli scontri in Toscana, ma a scaldare la cerimonia d’avvio dei lavori del tunnel subportuale sarà altro. Al Fatto, infatti, risulta che il costo della galleria stradale urbana di 3,4 km, che attraverserà la città passando 45 metri in profondità sotto il porto, potrebbe più che raddoppiare a 1,6 miliardi di euro.
Problema non da poco per un’opera che, al di là dell’utilità controversa ma per lo più riconosciuta, dovrebbe essere un risarcimento. Nel 2021, col placet del governo Draghi, il sindaco Marco Bucci e il governatore Giovanni Toti rimodularono con Autostrade per l’Italia il pacchetto di ristori per il Morandi, barattando 10 anni di pedaggi gratuiti sulla rete genovese con l’impegno a realizzare il tunnel. Aspi pose però la condizione di ribaltare sulla tariffa nazionale ogni euro eccedente i 700 milioni del costo stimato. La cifra di 1,6 miliardi è conosciuta da Edoardo Rixi, viceministro genovese alle Infrastrutture, che però spegne gli allarmi: “In porto c’è grande necessità di conferimenti di terre. Con Aspi siamo d’accordo: impensabile girare sui pedaggi i costi eccedenti l’attuale preventivo”. Per il concessionario autostradale il conto è ora a 1 miliardo, “a causa dell’incremento dei costi di energia e materiali di costruzione”. Anche Aspi riconosce che il tema centrale è la gestione dei 2,5 milioni di metri cubi di terre di scavo “fondamentale per rimanere all’interno di questa previsione”.
È il nodo gordiano. “L’approvazione del Piano regolatore portuale – dice Aspi – consentirà di garantire la gestione ottimale dei costi allocando le terre di scavo al porto”. Tutte, precisa Aspi confermando il superamento dell’ultima versione nota del progetto, che prevedeva di riempire tre calate portuali (pratica che riduce gli accosti ma li allinea e aumenta i piazzali), conferire una parte alla nuova diga foranea in costruzione e smaltire il resto (20%) in discarica. Il problema è che la pianificazione portuale oggi non prevede di riempire che due calate e la seconda fase della diga non è progettata né finanziata.
Qui la vicenda si intreccia con un’altra decisiva partita. Da due anni l’Autorità portuale, emanazione dello Stato, sta redigendo il nuovo Piano regolatore portuale. Bucci, però, ampliando senza titolo i poteri commissariali post Morandi, da tempo lavora nell’ombra a un piano parallelo e un paio di settimane fa ha cominciato a farne mostra privata, al tycoon di Msc Gianluigi Aponte, ad alcuni industriali e sostenitori e, parrebbe, ad Aspi. Il suo disegno (che pubblichiamo in anteprima), infatti, ha la soluzione per gli extracosti del tunnel citata dal concessionario dato che prevede che lo “smarino” finisca nel raddoppio a mare dell’aeroporto (su cui Msc ha messo gli occhi) e nel tombamento di cinque calate portuali. Prospettive gradite a pochi grandi operatori portuali (Msc e soprattutto Spinelli), fonte invece di frizioni con molti altri, le cui perplessità avrebbero trovato sponda nell’Autorità portuale, prima per tempistica (6 anni i lavori del tunnel) che per quantità.
Oltre alle distonie con l’Autorità portuale, il piano Bucci ha un altro problema: è pure fortemente squilibrato a favore delle zone “bene” del levante cittadino e le reazioni dei quartieri del ponente preoccupano. Malgrado mesi fa Bucci avesse rintuzzato l’indiscrezione, l’enorme colata di cemento nel mare di Pra’ è infatti cardine del disegno, Multedo sarà gravata della navalmeccanica e il mare s’allontanerà ancora da Sampierdarena. Rixi, Toti & C. sanno anche questo, ma l’extracosto del tunnel è una bomba e il “commissindaco” una loro rivendicata creatura, seppure oggi, politicamente indebolitisi, più difficile da controllare. Forse è per questo che di tutto ciò, cioè il futuro della città, la cittadinanza, teorica destinataria del risarcimento, è stata tenuta finora all’oscuro: dai costosi meandri del tunnel potrebbe riemergerne l’anima politicamente più combattiva.