la Repubblica, 3 marzo 2024
Ombre russe su Scholz l’intercettazione ai generali imbarazza il cancelliere
ROMA – Olaf Scholz è arrivato venerdì a Roma piuttosto ammaccato, inseguito dai sondaggi che lo danno in caduta libera e dalla bufera scatenata dalle sue omissioni sui missili Taurus. Ma un paio di notizie rimbalzate da Berlino lo hanno costretto a derogare dalla regola che si era dato per il viaggio in Italia – niente conferenze stampa – per concedersi ai cronisti a margine dell’incontro dal Papa, prima di concludere il mini- tour romano al congresso del Pse. A margine del tête-à-tête al Vaticano, il cancelliere tedesco ha dettato ai microfoni un paio di frasi imbarazzate su una vicenda letteralmente incredibile: trentotto minuti di conversazione tra i vertici della Bundeswehr e il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius sono stati resi pubblici dai russi, in particolare dalla direttrice dell’emittente di regime RT, Margarita Simonyan, e hanno fatto il giro del mondo. E il leak è l’ennesima conferma che il “no” di Scholz ai missili a lunga gittata Taurus per l’Ucraina è sempre più incomprensibile. Una bomba che ha riacceso gli interrogativi sulle motivazioni che spingerebbero il cancelliere a isolarsi da tutti per blindarsi nel suo “nein” a un’arma ritenuta cruciale per gli ucraini.Mosca ha pubblicato sul Facebook russo, VK, un briefing avvenuto tra i vertici della difesa tedesca in cui alcuni generali smentiscono Scholz e spiegano a Pistorius con dovizia di particolari perché nulla osta a inviare i Taurus a Kiev, i missili che Zelensky chiede da mesi perché hanno una gittata di 500 chilometri. Secondo i militari tedeschi potrebbero colpire anche il ponte di Kerch.Il cancelliere aveva spiegato qualche giorno fa, dopo mesi di tentennamenti, che non vuole cederli a Kiev proprio perché teme che possano essere lanciati in Russia, se manovrati dagli ucraini. Scholz aveva anche escluso l’alternativa, ossia che li pilotino soldati tedeschi «non manderemo mai soldati tedeschi in Ucraina», ha ribadito anche ieri al congresso del Pse – e aveva aggiunto che è tecnicamente impossibile controllarli da Berlino. Le sue dichiarazioni erano state subito smontate dalla sua stessa maggioranza – «sono false» avevano gridato in coro sia i verdi sia i liberali – e avevano suscitato irritate risposte anche da Londra: in una subordinata Scholz si era lasciato scappare che i missili britannici e francesi vengono manovrati direttamente da Londra e Parigi.Ebbene, i trentotto minuti pubblicati ieri dai russi vanno nella stessa direzione, aggravando la posizione del cancelliere. I generali tedeschi, infatti, smentiscono le tesi di Scholz. E il comandante della Luftwaffe, Ingo Gerhartz, sostiene persino che «siccome nessuno ha capito un granché perché il cancelliere stia opponendo tanta resistenza, è chiaro che stanno emergendo lespeculazioni più incontrollate». Nella riunione con Pistorius, i generali sostengono che i Taurus non sono certo bloccati da problemi tecnici ma dal veto politico del cancelliere. Che ieri ha fatto sapere, a margine dell’incontro con il Papa, che «si tratta di una vicenda molto seria» che «andrà chiarita fino in fondo e molto rapidamente».Intercettato da Repubblica, l’ex colonnello della Bundeswehr e capo del Copasir tedesco, Roderich Kiesewetter (Cdu), è tranchant. «Dobbiamo partire dal presuppostoche l’audio sia stato reso pubblico adesso dai russi per un motivo ben preciso. Che può solo essere quello di impedire a tutti i costi l’invio di Taurus da parte della Germania, dopo che il cancelliere è finito sempre più sotto pressione per le sue affermazioni false». I russi hanno segnalato, dunque, che «hanno materiale per ricattare i decisori in Occidente, che usano per intimidirli e manipolarli». Secondo Kiesewetter, il leak è un chiaro avvertimento al cancelliere perché tenga duro sui missili. Ed è anche il sintomo, conclude Kiesewetter, che «la Russia teme i Taurus perché sono molto efficaci». L’intera operazione è stata messa in piedi «per screditare Scholz e i britannici», aggiunge il parlamentare della Cdu esperto di difesa.Ma c’è di più. Ed è sempre Kiesewetter a sottolinearlo. La psy-op per intimidire Scholz potrebbe essere stata orchestrata dal Cremlino «anche per distrarre dal caso Wirecard e dai funerali di Aleksej Navalny». I tedeschi Spiegel eZdf, insieme all’austriaco Standard e il russoThe Insider hanno appena ricostruito la picaresca biografia di Jan Marsalek, l’ex direttore finanziario della fallitaWirecard. Dal 2014 era una spia dei servizi segreti russi che lo hanno aiutato non soltanto a scappare a Mosca nel 2020, ma lo hanno anche pilotato quando l’azienda collezionava miriadi di dati sensibili di clienti in Occidente. Peraltro è ancora tutto da chiarire il rapporto che il top manager avesse con l’allora ministro delle Finanze, un certo Olaf Scholz.