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 2024  marzo 03 Domenica calendario

Il Pse incorona Schmit

ROMA – Mai con i sovranisti. È il messaggio che il Pse riunito a Roma spedisce dritto all’Alde e soprattutto al Ppe. Il 9 giugno, qualunque sia il risultato, «la linea di demarcazione è chiara», avverte Stefan Lofven, presidente dei socialisti europei, aprendo la campagna elettorale alla Nuvola dell’Eur: nella futura Commissione non ci sarà spazio per alleanze né con i Conservatori di Giorgia Meloni, né con Identità e Democrazia di cui fa parte Salvini.«Mai con Afd, Pis, Vox, Le Pen», elenca l’ex premier svedese. E poiché la scelta di tenere il congresso in Italia non è stata presa a caso – è qui che governano le destre, è questo il laboratorio in cui sperimentare le alchimie per spostare gli equilibri in Europa – è bene ricordare cosa sta accadendo, per avvisare dei rischi imminenti. «A Pisa si reprime la libertà dei nostri giovani di manifestare in sicurezza», alza la voce Nicholas Schmit, appena designato come spitzenkandidat : «Io sto con il presidente Mattarella», scandisce, scatenando l’ovazione della platea: «Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento. Dobbiamo stare insieme contro l’estrema destra. Normalizzarla è irresponsabile e pericoloso». Monito rilanciato da Elly Schlein e ribadito un po’ da tutti i premier e i leader socialisti che si alternanosul palco. Una unanimità che tuttavia, dietro le quinte, mostra qualche crepa. L’intesa su alcuni punti del “manifesto” votato dai delegati e sugli assetti futuri delle istituzioni comunitarie, viene raggiunta solo a prezzo di una faticosa mediazione. È la ragione per la quale i lavori iniziano con una ventina di minuti di ritardo. A due pesi massimi del Pse, la premier danese Mette Frederiksen e quello spagnolo Pedro Sanchez, servono i tempi supplementari per blindare in un lungo bilaterale il nome di Antonio Costa per la presidenza del Consiglio Ue (sempre se lui scioglierà la riserva). A metà mattina il caloroso applauso tributato dalla platea al primo ministro portoghese – sostiene una fonte del Pd – «non è casuale». È in realtà un’acclamazione. Un tema difficile è stato poi il conflitto in Ucraina. Sebbene tutti abbiano concordato che «il regime di Putin è una minaccia per il mondo», agli incontri preparatori di venerdì al Nazareno sia Olaf Scholz sia il capo della Spd tedesca Lars Klingbeil avrebbero fatto pressioni per respingere ogni ipotesi di inviare truppe europee in guerra: la proposta di Macron andrebbe quindi «seppellita». Una linea, «non manderemo soldati tedeschi in Ucraina», ripetuta dal cancelliere nel suo intervento. Berlino vuole la garanzia che questa posizione sia quella di tutto il Pse. Anche perché poco prima era tornata a farsi sentire la premier Frederiksen:«Non si può vincere la guerra solo con le parole. Dobbiamo aumentare il nostro sostegno all’Ucraina». Affondo che qualcuno ha subito letto in controluce: la socialdemocratica “atipica”, iper-falco sull’immigrazione e sulla Russia, punterebbe a diventare il prossimo segretario generale della Nato.Non è l’unico passaggio spinoso. L’altro ha riguardato il conflitto inMedio Oriente. L’avvio di un negoziato internazionale, invocato alla Nuvola, fino a pochi giorni fa non compariva nella bozza del programma socialista. E invece: «Chiediamo l’immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e una Conferenza di pace per una soluzione dei due Stati», annuncia Schmit. Seguito a ruota da Schlein: «Nessuno si è dimenticato della strage del 7 ottobre ma quella brutalità non giustifica la brutalità contro i civili». Pure qui: solo una serrata triangolazione fra la segretaria del Pd, lo spagnolo Sanchez e il portoghese Costa ha permesso di centrare l’obiettivo.Il congresso si chiude con l’elezione di Schmit, padre del salario minimo, come sfidante di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue. Un’investitura che è già un’indicazione. Nel “manifesto” Pse il lavoro di qualità occupa difatti grande spazio, insieme a tutti i temi cari alla sinistra:green deal per una transizione giusta; equità fiscale; diritto alla casa; accesso alla salute e alle cure. «Nessuno resterà indietro», promettono i socialisti in coro, intonandoBella ciao.«Fermiamo le destre, è in gioco il futuro dell’Europa».