ItaliaOggi, 2 marzo 2024
Periscopio
Sapete che la città irlandese di Kinvara è diventata «Israel free», cioè nessuno in città usa più merci dello Stato ebraico? E che un magistrato di Linz, in Austria, ha stabilito che gridare «morte agli ebrei» in una manifestazione è «una forma di protesta contro Israele»? [O] che l’ex ministro dell’economia olandese Herman Heinsbroek ha suggerito di spostare gli ebrei da Israele agli Stati Uniti? E che lo Stato ebraico è scomparso dalle mappe geografiche della HarperCollins, la maggiore casa editrice in lingua inglese del mondo? Giulio Meotti, Il Sabato nero, Lindau 2024.
Questa mattina, quando i camion degli aiuti umanitari sono entrati nel nord di Gaza, i residenti li hanno circondati e hanno saccheggiato i rifornimenti in consegna. Calpestati, spintonati e investiti dai camion, gli abitanti di Gaza sono rimasti uccisi e feriti a decine. Israel Defense Forces (@IDF).
Abu Mazen e Hamas, dai loro pulpiti e minareti, accusano Israele d’aver sparato sulla folla, così, tanto per fare, come usano i killer islamisti. Mezza stampa italiana se la beve. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Va sempre sottolineata una cosa: dopo aver attaccato Israele, Hamas tiene in ostaggio i palestinesi, la propria popolazione, costringendola a una guerra a oltranza. Ian Bremmer, Corriere della Sera.
Dopo la siringa, Ursula von der Layen imbraccia il fucile. Così l’Europa prepara la guerra a Putin: «Compriamo le armi come [abbiamo comprato] i vaccini». La Veritasky 1.
Avete capito o no che qui scoppia la guerra nucleare? Vladimir Putin.
È il solito Putin, si dirà. Solo che questa volta è il solito Putin che si sente più forte, baldanzoso e inarrestabile rispetto a un anno fa. (…) Sente il vento soffiare dalla sua parte. Giulia Belardelli, HuffPost.
[Fortuna che] Crosetto sgonfia il patto con Kiev: «Non è vincolante a livello militare». La Veritasky 2.
Ieri Matteo Salvini ha fatto una cosa buona: è andato in carcere a trovare Denis Verdini, il padre della sua fidanzata. Dovrebbe andarci più spesso, a trovare anche altri, e forse direbbe meno scempiaggini sul buttare la chiave e sul marcire in cella, ma sempre meglio una volta che mai. [Spiace] che Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, lo abbia iscritto con sarcasmo non scintillante alla «classe digerente». Temo d’essere autorizzato a trarre la conclusione che per Montanari la classe dirigente non va a trovare i reclusi, nemmeno se ci si è imparentati, e nemmeno se, come Denis Verdini, il recluso ha superato i settant’anni. Mattia Feltri, La Stampa.
Le parole con cui l’altra sera, ospite di Tg2 post, Giorgia Meloni ha scelto di contrapporsi frontalmente al presidente della Repubblica («Penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra») segnano l’apertura d’un conflitto istituzionale tra Palazzo Chigi e Quirinale che ha pochi precedenti, forse soltanto uno: la richiesta d’impeachment contro lo stesso Mattarella, avanzata in piazza dal Movimento 5 stelle nel 2018. Francesco Cundari, la Linea (newsletter di Linkiesta).
I centri sociali assaltano un’auto della polizia per aiutare un migrante condannato 13 volte. Anche per violenza sessuale di gruppo.Libero.
Rifatto il Regno di Sardegna non resta che rimettere su le Due Sicilie, riavere il Lombardo-Veneto come appendice dell’Austria e tornare a essere, come diceva Metternich, «un’espressione geografica». Ogni volta che si vota per il rinnovo d’un Consiglio regionale sembra d’assistere a uno scontro di civiltà e al giorno del giudizio. Cagliari caput mundi. Basterebbe anche solo guardarlo il mondo per capire che il nostro ombelico non è il centro di nulla e il rischio che corriamo è il solito: affogare nel lavandino di casa. Giancristiano Desiderio, la Ragione.
Quel che colpisce non è tanto l’assenza d’un programma comune fra Pd e 5S quanto la tendenza a sottovalutare temi che dovrebbero costituire l’architrave dell’alleanza. La politica estera su tutti. Non basta dire che «gli amici di Putin sono altrove», con palese e giustificata allusione a Salvini: il punto è che Conte non è da meno, aspetto inquietante in una fase di crescente tensione internazionale. Ma poi, di quale intesa si parla fra i due partiti? Finora Conte si considera «partner» di Elly Schlein solo quando può esercitare una sorta di leadership, a cominciare dalle candidature. Stefano Folli, Repubblica.
Conte La Qualunque: «Darò il reddito di cittadinanza a tutta l’Ue». Libero.
La si metta come si vuole ma noi si resta in Europa per cose come la seguente: cambiare nome ai dinosauri. È l’ultima frontiera del manicomio woke: i dinosauri furono battezzati in tempi colonialisti, 1800 e seguenti, quindi gli va ritoccata l’anagrafe in senso inclusivo, qualsiasi cosa voglia dire. Così [la] rivista Nature, prontamente approvata dalla Ue. Max Del Papa, ItaliaOggi.
[Lesbiche e gay?] Nella Bibbia Sodoma e Gomorra vengono distrutte. Roberto Vannacci veterotestamentario (Corriere della Sera).
Vannacci, ma li mortacci: il generale, sospeso e in aria di candidatura alle europee con la Lega, presenta il suo nuovo libro con ingresso a pagamento. Appuntamento a Milano al costo di 30 euro: aperitivo, mostra fotografica, degustazione vini, buffet e musica. Dagospia.
Ha detto giorni fa Umberto Bossi: «Ha fatto diventare la Lega un partito di estrema destra, proprio mentre al governo c’è Giorgia Meloni che ha il simbolo della Fiamma. Ma tra la copia e l’originale, chi vuoi che voti la gente?» Ha detto poi Roberto Castelli: «Noi della vecchia Lega con le stesse percentuali avevamo un progetto forte, il federalismo, lui non ha nulla». L’Innominato è Matteo Salvini, il becchino di quella storica Lega Nord che pure Luca Zaia ha detto di preferire a questa di adesso. Attenzione: non sono i ruggiti dei vecchi leoni, i risentimenti di politici finiti ai giardinetti. Bossi come al solito parla di politica. E così anche Castelli, l’ingegnere che fu Guardasigilli. Quest’ultimo prevede la Lega al 7 per cento alle Europee (cinque anni fa prese il 34): ma a questo punto, dopo l’orripilante 3,4 in Sardegna, non è nemmeno scontato. Probabile che venga scavalcato dalla pallida Forza Italia tajanea, per dire come sta messa. Mario Lavia, Linkiesta.
Cimitero: l’iniquo canone. Roberto Gervaso.